giovedì 30 dicembre 2010

CAPODANNO (più danno che capo)





Ci sono molti modi di passare la notte di San Silvestro.

31 Dicembre 1989

“Mamma posso andare alla festa di Antonia?”

“NO”

“Ma perché?”

“Perché non conosco nessuno”

“Ma io sì!E poi Antonia la conosci!Ti prego!”

“Ho detto di NO”

Dopo un’ora:

“Mamma posso andare alla festa di Antonia?”

“Allora?T’ho detto di NO”

Dopo un’ora e mezza:

“Mamma, mammina, posso andare alla festa di Antonia?Eh?Eh?”

“Basta!Quando dico NO è NO!”

Dopo un’altra mezz’ora:

“Mamma, mamma, mamma, posso andare alla festa di Antonia?”

“Mìììììììì!!!Guarda chetati!Vai a sta festa, ma ti viene a prendere babbo!”

“Grazie mammina, smack smack smack!”

“Aspè. Ma ndo vai che è già l’una passata? E’ troppo tardi. Fila a letto”


31 Dicembre 1991

Festa.Musica in sottofondo.

“Ciao”

“Ciao”

“Io sono Fabio.Tu sei…”

“Simona”

“Già, Simona. La ragazza di…”

“Andrea”

“Sì, Andrea.Ecco…non so come dirtelo…ma è tutta la sera che volevo dirti una cosa…è imbarazzante credimi…”

(non ci provà che ti do una testata)

“…anche perché credo che tu non ti sia accorta di niente…”

(Oddio)

“Ecco…”

“Sì?”

“Ti hanno bruciato con la sigaretta il tuo vestito. All’altezza delle spalle.”


31 Dicembre 1992

“Simo, quest’anno passiamo il capodanno in montagna dai miei amici, ti va?”

“Oh sì che bello!”

“Vedrai che belle persone. Tutti amici con cui ho passato la giovinezza. Son troppo contento di farteli conoscere”

“Evviva!”

“Ciao Frà!Ciao Cè!Ambra!Quanto tempo!Linda!Non sei cambiata per niente!”

“Nemmeno tu caro!Sempre lo stesso fisico di un ragazzino, guardati!Scommetto che hai sempre quel ciuffetto di peli sul petto, eh? Toscanaccio!”

“Vieni di là!Muoviti!”

“Simo, che ci facciamo chiusi in bagno?”

“Ma come ti permetti? Mi avevi detto che erano solo amici!Chi è sta stronza? Eh? Una tua ex? Mi avevi giurato che non c’erano ex!E questa da dove salta fuori? Dal vaso di pandoro?”

“Pandora”

“E’ uguale.Eh? ‘Il ciuffetto di peli sul petto gnè gnè gnè’, vado di là e l’ammazzo, capito? Davanti a me dice sta cosa. A ME.Ma come si permette?”

“Simo…”

“Taci!Che chissà voi due....guarda se ci penso.ARGHHH!!!!”

“Ma non è come pensi…”

“Zitto!Bugiardo!Non è come penso? Come fa a saperlo? Ti ha visto ignudo! E una donna che ti vede ignudo…ARGHHHH!!!!Maledetta ex di merda!Ma io la levo dal mondo!Vado di là e faccio na strage!Fammi andare!FAMMI ANDAREEEEE!!!!”

“Quando venivo in montagna andavamo in piscina”

“O_o”

“Per quello sa come sono fatto.Tutto qua.”

“E’…lontana sta piscina?”


31 Dicembre 2000

Alice ha appena 15 giorni.

“Simo, allora.Facciamo l’orario per stasera. Che turno vuoi?”

“Il primo turno”

“Okay. Tu fai dalle 21 alle 24. Io entro in servizio a mezzanotte e smonto alle 3. Tu fai dalle 3 alle 6. Alle sei tocca a me e la tengo fino alle 9. Alle 9 ritocca a te. D’accordo?”

“Ottimo”

Uè!Uèèèèè!!!

“Amò, buonanotte”

“Buonanotte amorina”

Uè!Uèèèèè!!!

“Simo, svegliati. E’ quasi mezzanotte”

“Uhhuuhhaaahuhuaaaa!!Di già? L’hai cambiata?”

“Sì, è pronta. Ha preso pure già il latte”

Uè!Uèèèè!!!

“Ma perché piange allora?”

“Saranno le colichette. Buonanotte amore, ci vediamo tra tre ore”

“Andrea”

Uè!Uèèèèè!!!

“Sì?”

“Almeno gli auguri. Ce li meritiamo, no?”

Uè!Uèèèè!!!!

“Certo Simo. Scusami. Son stanco morto”

Uè!Uèèè!!!

“3-2-1-…auguri amore mio. Cin cin!”

“Piano che i biberon si rompono”

Uè!Uèèèè!!!!

“Già. Uhhuhhaaahuhhaa che sonno. Senti, fuori ci sono i fuochi d’artificio…”

Uè!Uèèèèè!!!!

“…e i petardi…cos’è quella faccia?”

Uè!Uèèèèè!!!!

“Dici che se le infiliamo un petardo a mo’ di supposta si cheta per almeno 5 benedetti minuti?”

Uèèèèèèèèè!!!!!!Uèèèèèèèèèèèè!!!!!!!!!!!!


31 Dicembre 2005

Appena scoccata la mezzanotte.

“Simo svegliati!”

“Mamma svegliati, è mezzanotte!”

“Mezzanotte!Evviva!!!Ma ndo sono? Ah già, a casa. Oddio che stanchezza. Pereppèppèè preeppèèpèèpèè!!Brasil!!Maracaibo!Mare forza nove!Auguriiii!!!!!!”

SBAM!

“Zzzz …. Zzzzz… Zzzz….”

“Simo? Simo?”.


31 Dicembre 2008

“Simo,ma i ragazzi?”

“Un gran casino guarda. Si sono ammalati tutti!Brutta influenza quest’anno”

“Allora siamo noi tre?”

“Già”

“Evabbè, festeggiamo alla grande ugualmente!”

“Guarda mamma, io e babbo abbiamo comprato pure i botti!”

“Ma mica son quelli pericolosi, eh?”

“Mannò Simo!Sono le girandoline”

“Le girandoline, mamma, eh!”

“Guarda Simo, si accendono e… vè vè và che roba! Che luccichio!”

“Ma non è che le scintille…voglio dire…bruciano…”

“Macchè!Vè vè che spettacolo pirotecnico!”

“Guarda mamma!Guarda…”

“Che bell….LA TOVAGLIA DI FIANDRAAAAAA!!!!POMPIERIIIIII!!!!!!!

Questi sono stati alcuni miei bellissimi, stranissimi e pazzissimi 31.

Spero che passiate una bella notte di San Silvestro e che il nuovo anno vi porti ciò che più desiderate per voi e per i vostri cari.

BUON 2011 Ragazzi.

;-)

mercoledì 29 dicembre 2010

RINCO-FORTE





Che non è una città tipo Francoforte, tanto pè capisse. E nemmeno una caramella nuova tipo MentaForte. No. Sono io. Sotto le feste penso di aver toccato l’apice del rincoglionimento. Non ci credete? Pierino la peste mi fa una pippa.

Ecco cosa è successo.

La Zebrina del mio corazon organizza uno Swap. Decido di partecipare entusiasta e con chi mi sono accoppiata? Okay, è una frase un po’ forte. Ci riprovo.

Con chi finisco nell’accoppiamento?

No.

Chi è la mia partner?

Mi sto incartando?

Vabbè, sapete cosa è uno Swap, no? Tu partecipi e verranno fatte delle coppie che si scambieranno un dono.Il gioco delle coppie. Lo Speed Date dei blog. In poche parole:una figata.

Ovvio, che non è mai successo che una capiti in coppia con chessò… il fratello gemello di Gabriel Garko e nemmeno con il figlio Alain Delon, però è bello scambiarsi tutto: i dati, le confidenze e i doni. Ecco, oltre a essermi accoppiata, so’ stata pure una scambista.

Il fato vuole che la mia dolce metà sia nientepopòdimenochè la Daisy. Sono felicissima (lo sarei stata comunque) ma indovinate da dove viene Daisy? Dall’Inghilterra. No, dico. E’ un segno?

Precisamente da una città sconosciuta: Londra.

Okay, sono pronta. In una mattina in cui ho due ore libere spedisco dei pacchi, dei biglietti e lo swap per Daisy. AH AH AH! Che figata! Tho!Ecco il mio pensierino (perché uno swap è un pensierino), eccolo là, impacchettato, via! Metto questo, aggiungo quello, ecco il biglietto!L’indirizzo e via! Buongiorno dovrei spedire questa busta, grazie, arrivederci.

Come sono felice!Ho spedito il pacco alla dolcissima Daisy!

Col prezzo.

Con-il-prezzo.

NA FIGURA DI MERDA MONDIALE.

Una volta tornata a casa mi accorgo che ho spedito l’oggettino con il prezzo stampato.

Vorrei attaccarmi alla canna del gas.

Vorrei morire di morte lenta e atroce.

Vorrei impiccarmi.

Mando subito una mail a Daisy. Il testo fa più o meno così “Cara Daisy tu ancora non mi conosci bene quindi sappi che da me puoi aspettarti di tutto. Come un regalo con il prezzo. Ti prego, sono già attapirata di mio, quando arriva fai finta di nulla, anzi fammi il cazziatone con delle frasi tipo ‘Simo!Ma sei pazza!Chissà quanto avrai speso per un regalo del genere!’ Va bene?”.

La Daisy ci ha fatto una gran risata perché lei è una gran signora. Mi ha tranquillizzata “C’è di peggio nella vita” e quando la busta è arrivata penso abbia fatto pure finta di essere orba e anzi sono sicura che stava per dirmi “Il prezzo è svampato durante il viaggio, io non ho visto nulla”.

La amo.

Ma non è finita. Al danno si aggiunge la beffa. Perché poi è arrivato il SUO pacco. E lì sono morta per davvero:


ditemi cosa non è. Ci potevo sfamare tutto il condominio. Prodotti inglesi (adoro!) e pure uno stampo per toast (una genialata).

Sono stata male tutto il giorno. Alternavo stati di euforia, a stati di attapiramento. Il mio pacco l’ho fatto col cuore, come tutte le cose che faccio, ma credetemi (non mi vergogno a dirlo) mi sono sentita in imbarazzo e inadeguata. Daisy è stata fantastica, ha apprezzato il mio dono manco fosse il doppio del suo e ha capito che arrivava da qui, da questo muscolo pulsante che abbiamo nel petto. E speriamo un giorno di poterci incontrare di persona.

Detto questo : avete mai fatto un regalo scordandovi il prezzo attaccato?

Andiamo avanti. Non solo partecipo allo swap, ma essendo la centesima sostenitrice di Antonella (la mia Antonella), fa sì che lei decida di meritarmi un premio. Un bellissimo biglietto da attaccare al mio filo di Natale. Ci scambiano gli indirizzi perché anch’io voglio mandarle un biglietto. E ci aggiungo una cosetta che mi rappresenta molto. Sto pacco è arrivato in ritardo.Ve pareva?

Secondo voi lei mi manda solo il biglietto?:

Ma come si fa con donne così? Io non ce la posso fare. A leggere il biglietto mi son commossa come una bimbetta, a vedere il pacco mi è apparsa la Madonna e a vedere la carta igienica con le renne ho cominciato a ridere tra le lacrime. I prodotti erano (son finiti) fantastici. Già la sera la Top-family ha trangugiato felice metà del pacco, con Andrea e Alice che dicevano “Ma che belle amiche che c’hai. Gnam Gnam!Bbbbona sta roba!Gnam Gnam!”. Apprezzato tutto all’ennesima potenza.
Il pezzo forte (la carta igienica con le renne) fa bella mostra di sé sulla mensola del bagno. E’ stupenda.Fa ridere chiunque entri in bagno. Voglio dì, ci vuol coraggio a spedire sta cosa. Antonella mi conosce troppo bene e io l’adoro.E’ bella, genuina, semplice e…è Antonella. Semplicemente fantastica.

Detto questo : avete mai ricevuto un regalo parecchio strano?

Eccoci poi ad altri doni senza swappi e concorsi.

La borsa che manco Prada e il Pinguì che manco la kinder arrivano da Nunzia.

Con l’arguzia e l’intelligenza che nemmeno una spia del KGB, ha creato con le sue manine questi tre oggetti.Uno per ogni componente della top-family. Il fatto che l’abbia creati apposta per noi, mi fa sentire amata. E io ricambio. Ehhh se ricambio. Nunzia è una tipa sveglia, pronta alla battuta e troppo in gamba. Una 007.Il suo blog si chiama 'Gioielli per caso'. Per caso de cheeeee????già sai, amica mia quanto ti stimo. Non finirò mai di dirtelo ;-)

Queste dolcezze

(vi giuro che le mandorle croccanti sono peggio delle ciliegie, una tira l’altra) arrivano da Federica. La mia pulcina preferita era preoccupata che arrivasse tutto intero. Fede…non ha fatto in tempo ad arrivare che l’omino pan di zenzero è rimasto senza arti. Gli abbiamo staccato pure la testa a morsi che nemmeno un cannibale. Tutto troppo buono. Ma da Federica che ti vuoi aspettare? Cucina da Dio.Anzi da Dea. Cosa ho da dire? Sono ingrassata due kg, ti basta?

Questo pacco è arrivato in ritardo, ma lo sentivo già nell’aria e nel cuore da parecchi giorni. Arriva da mia sorella virtuale: Anna Maria.

Anna Maria è pura, è acqua fresca di torrente. E' speciale. Anche lei conoscendomi bene mi ha fatto dei doni azzeccatissimi fatti dalle sue mani:

-l’albero di Natale che vedete è un elastico per capelli. E voi sapete che io ho coraggio.

-un segnalibro di pile

-ed ecco il piatto forte: un sapone da vasca d’oro! Quel coso giallo che sembra una forma di Grana Padano in miniatura, non è altro che un sapone, che se sciolto in vasca trasforma il tuo bagno in polvere di stelleeeee!!!Okay, son da rinchiudere. Però è così. Sono pronta a emulare la modella (che mi manca?) della pubblicità della Dior. Farò il bagno nell’oro fuso come sta bionda e uscirò dalla vasca tutta brillantinosa che manco Trilly. E ci sarà lui ad attendermi: il mio Peter…PEN.

Non vedo l’ora. Sarò d’oro e preziosa come chi me l’ha regalato. Poi vi farò sapè.

Per ultima, ma non meno importante ecco il dono di Letizia. Io e Letizia abbiamo partecipato allo swap di Colore e Magia molto tempo fa. Due anime e un neurone. Perché tra i miei impegni e i suoi ci siamo arrivate per il rotto della cuffia. Ci siamo scambiate i pochi dati che ancora non sapevamo (io e Letizia è da mo’ che ci conosciamo blogghiferatamente) e ci siamo spedite i regalini. Non l’avevo ancora postato e lo faccio ora:

La Letizia vede lontano e infatti mi ha mandato dei prodotti per i miei piedini, dicendomi “Per quando torni a casa stanca, dopo una giornata di duro lavoro in piedi”. E’ maga? Sa che i miei piedi e le mie gambe la sera a volte sono gonfie come cotechini? Ho apprezzato tantissimo. E apprezzo tanto tanto Letizia. E’ molto dolce e fa un lavoro che quando me l’ha detto le ho fatto un applauso.Lavora in una sala operatoria pediatrica. E sono straconvinta che nessuno è più bravo di lei.

Grazie bimbe di questi doni e dei vostri bellissimi (mannaggia a voi!) biglietti. E grazie anche a tutti gli altri che con sms, regali e bigliettini mi hanno reso il Natale più specialoso.

Detto questo: siete i tipi che cambiate i regali che non vi aggradano o accettate pure il maglione della zia con l’alce stampato tra le tette e il tosaerba dello zio Evaristo anche se state al quinto piano e avete solo il terrazzo?


domenica 26 dicembre 2010

NATALE CON I TUOI, PASQUA...ALLA NEURO







Avete presente il classico Natale di pochi intimi, quasi a lume di candela e con White Christmas in sottofondo? Bene. Resettatevi e pensate all’esatto contrario. In casa nostra ‘pochi intimi’ è inteso quando siamo meno di 15. A lume di candela ci abbiamo provato e manca poco va a fuoco la tovaglia e in sottofondo c’era il filmino degli zii sul loro viaggio negli Stati Uniti. Più i commenti dei commensali. Il casino e il vociare che può esserci sulla metro nell’ora di punta in confronto è un peto di ragno. Ma andiamo con ordine.
“Mamma, tanto pè sapè, ma quest’anno dalla zia quanti siamo?”
“Tesoro, non tanti…diciassette”
“Come diciassette!?”
“Eh, lo so, siamo pochi quest’anno”
“Ma non per quello!Diciassette porta male!”
“Ma non era il tredici a tavola che portava male?”
“Ah sì? Ma anche diciassette!L’ultimo diciassette ha nevicato, tanto per farti un esempio”
“Ma era venerdì”
“Mamma non stiamo a guardà il capello!Non possiamo essere diciassette!”
Avevamo pensato di mettere a tavola anche il toporagno della zia (perché a chiamarlo cane ci vuol coraggio essendo un incrocio tra un chihuahua e uno yorkshire), ma non avevamo abbastanza cuscini da mettergli sotto il deretano. Eravamo disposti anche ad andare sulla strada, sequestrare un passante e legarlo alla sedia pur di non essere 17. La divina provvidenza ci ha pensato e ha fatto sì che una parente si tuffasse all’ultimo minuto in casa. L’abbiamo accolta manco fosse Mina, con tanto di tappeto rosso e applauso. Mia suocera ha ribattezzato l’avvenimento con un “Questa è la casa del trenta, c’è chi va e c’è chi entra”.
Sta frase a dir la verità l’ho sentita pure rivolgere alla ex di un mio amico. Ma non era riferita alla casa.
Quando siamo arrivati la tavola era già apparecchiata al centro della sala e sotto l’albero della zia, ci saranno stati (non scherzo) una cinquantina di pacchetti. Tradizione vuole che ce li scambiamo prima dell’antipasto.In uno spazio grande quanto il portabagagli di una Multipla. In diciotto.
Mia madre si è messa a smistare i regali manco fosse un operaio della SDA.
“Andreaaaaaaa!!!” e lanciava il pacchetto. Ci toccava stare attenti alla chiamata perché se non eri pronto a placcarlo, come farebbe un giocatore di rugby con la palla ovale, ti potevi ritrovare un cofanetto incastonato negli incisivi.
“Aliceeeeee!!!!!!!”
“Simooooooo!!Al volo! Tho!”a questo grido siamo saltati insieme io e il toporagno. Ha vinto lui. E’ più preparato.
Questi erano facili. Il problema è che spostando e smistando si perdono i bigliettini. Quando ci sono. Nei pacchi della zia i bigliettini non esistono. “Tanto mi ricordo, mica sono scema!”
Scema no, ma con la memoria corta sì, perché mia madre la interrogava con un pacchetto in mano “E questo, di chi è?” e lei rispondeva “Scuotilo, non mi ricordo”.
Mia madre scuoteva i pacchi come fanno i bambini con l’ovetto kinder e si improvvisava maga “Secondo me questo è di….Ernesto!”
Mia zia “Sì sì, Ernesto!Certo.”
Un trattamento di bellezza contenente ceretta al miele e fanghi anticellulite. E poi succedono cose come nel post precedente.
Io nel casino generale
(“La cinepresa!Chi fa il filmino?”
“Qual è il mio regalo?”
“Mamma, guarda!Un golfino nuovo!”
“La batteria è scaricaaaaaaa”
“Il cane ha fatto la pipì, accorrete accorrete!”
“Sta bruciando l’arrosto!”
“Chiamate i pompieri, presto!”
“Non è l’arrosto!Mi sono bruciato i peli passando sopra la candela!”
“Il bagno è libero?”
“Grazie del regalo Simo, è bellissimo”
“Concordo. Ma non te l’ho fatto io”
“Sta suonando un cellulareeeeee!!”
“Auguri mamma!”
“Sono tua suocera”)
mi son ritrovata in mano un pacchettino. Non ci stavo a capì più nulla. Lo apro e TA-DAAAA!!! Un anello. Di oro bianco con tutti i brillantini. Troppo bello. Guardo Andrea dall’altra parte della stanza. Lui mi guarda e socchiude gli occhi. Dio, quanto è affascinante! Io lo riguardo e gli sorrido. Lui mi guarda e piega la testa di lato. Io lo riguardo con gli occhi a cuoricino e gli mimo “Ti amo”. Lui mi riguarda scuote il capo e mi mima “Non te l’ho fatto io”.
Prima ho detto affascinante? L’ho detto?
Arriva mia madre, me lo infila all’anulare e mi sussurra “Ti piace, tesoro? Da parte mia e di babbo”
Sono commossa, è bellissimo e questo fa sì che io e i miei genitori…siamo fidanzati, ecco.
Alice è completamente sommersa dai pacchetti, non capisce più nulla e lo capisco dal fatto che parla col cane come se fosse una persona “Hai visto che bello? Che ne dici?”
Dopo aver racimolato pattumiera e cartoni che manco una discarica, ci mettiamo a tavola.
Sono le 13.30.
Ci alzeremo alle 18.00.
Nel frattempo con tutto quello che abbiamo mangiato ci potevamo sfamare un quarto di Africa.
Mia madre ha avuto il coraggio di dire “Secondo me non basta” e mio padre “Stasera cosa si mangia?”
Ovvio che visto da fuori può sembrare davvero un Natale all’insegna del consumismo, ma se davvero fosse così non saremmo stati in diciotto, stretti stretti in una piccola stanza, a tirarci le molliche di pane e i tappi di spumante.Pur di stare insieme abbiamo mangiato piegati a origami e incastrati che manco tetris coi tavoli che usiamo per i pic-nic.Questo secondo noi è un Natale in famiglia. Va da sé che con questo casino succedono cose come:
-la zia che apre uno sportello e le casca una bottiglia di spumante ai piedi. Oltre a beccarla quasi in capo si inzuppa come un pulcino. Puzzerà per il resto della serata come un ubriaco all’Oktober Fest.
-Intavolare una conversazione con Nonnappì e non accorgersi che sta ronfando con il gomito tuffato nel piatto dell’arrosto.
-Il toporagno, prima, senza il controllo dei padroni si è mangiato le frange del divano. Dopo, è stato rinviato a mo’ di calcio d’angolo da un cugino che non l’aveva visto. Il cane è stato ritrovato due ore dopo nell’acquaio.
In tarda serata i tavoli sono stati divisi e ci siamo messi a giocare.
Due coppie di donne si sono sfidate a Burraco (credetemi pensavo fosse una marca di burro di arachidi), alcuni uomini si son messi sul divano a vedere trasmissioni interessanti (tipo quelle americane dove c’è il tipo che si mette un accendino sul deretano e fa partire un soffione boracifero, bruciandosi le chiappe) e io, Andrea, Alice, il mio babbo e la mia mamma ci siamo messi a giocare a Monopoli. Mia madre faceva il banchiere e non voleva dare i soldi quando passavi dal via. E se te li dava sbuffava infastidita. Manco i soldi fossero suoi.
Mio padre che si lascia fregare anche al supermercato con le offerte-sòla, non ha fatto altro che dare via le carte e manca poco ti regala anche il maglione che ha indosso.
Alice che voleva solo le cartelline rosa e rosse e le altre nemmeno le guardava.
Andrea, ha fiuto per gli affari e sembrava Naomo. In 15 minuti ha comprato tutto: alberghi, case, castelli e ville. Se malauguratamente passavi di lì, ci lasciavi pure le mutande. Ora lo mando a Wall Street.
Io (chevvelodicoaffà) ho perso. Ma male male male. Sono sul lastrico. Ho pregato Andrea di lasciarmi almeno una casuccia e l’ho pregato di lasciare che lo pagassi in natura. Non c’è stato verso. Ha voluto tutti i miei soldi, mi ha fatto ipotecare tutte le carte e alla fine si è preso tutto.
Sono andata in bagno per togliermi le mutande e gli ho dato pure quelle. Pare che nel frattempo mia madre gli abbia detto “Sappi che mia figlia una casa ce l’avrà sempre, caro Naomo!”
E’ sanguigna la mì mamma.
Sono stata anche allietata da alcuni vostri sms (ma quanto vi amo?) e da una telefonata :-D (unica testimone di tutto sto casino perché ho invitato i commensali a un grido di saluto).
Lei mi ha risposto “Che gran casino”
Dopo tutto sto pappiè posso dire fieramente che è stato un bellissimo Natale. Perché c’eravamo tutti, in salute, allegri e caciaroni come sempre. In un istante però c’è stato silenzio. In un microscopico momento in cui abbiamo dato tutti il primo boccone. Una frazione di secondo.
Ed è stato innaturale. Non ci siamo abituati. Infatti tempo tre secondi è partito un rutto al toporagno a spezzare l’incantesimo e ci siamo piegati sulle sedie. Secondo me ha bevuto lo spumante caduto a terra.
Il vostro Natale? Lo dite alla Simo? Lo sapete che so’ curiosa :-D

REGALI-PACCO



Scambiarsi i regali di Natale in 18 (di.ci.ot.to) in una stanza di 4 metri x 4, fa sì che succedano strane cose, tipo: lo zio che scarta un bustino di pizzo degno di essere indossato da una procace signorina a Pigalle, la nonna che scarta un dopobarba al pino silvestre e la ventenne che si ritrova in mano il SalvavitaBeghelli.Anche questo è Natale. In casa mia.

A presto su questi schermi.

giovedì 23 dicembre 2010

BUON NATALE ROCK






Eccomi a voi vestita da renna!Se avete appena acceso il video, tranquilli dopo la prima parte che sa di bonomelli arriva la parte che io adoro (c’ho un’anima rock) e se volete leggete sotto. Ci sono gli auguri per voi, anime belle! (non riuscirò a passare da tutti voi manco a morì)

Questo vuol essere un mega-super-biglietto che io virtualmente metto nella vostra cassetta.

Quindi Buon Natale:

A chi mi sopporta (tanto per comincià). Alla mia famiglia. Tutta. Pure la gatta.A chi mi vuole bene e a chi mi ama.A chi mi porge la mano e a chi me la stringe.A chi mi scalda il cuore e me lo restituisce pieno d’amore. A chi riempie la mia casa, alle nuove amiche, ai sostenitori con fotina e doppi a quelli senza. A chi sa ridere delle cazzate, a chi non se la prende mai, a chi sorride alla vita, a chi ama donarla.A chi mi tiene compagnia e ride con me su FB, alle vecchie e nuove conoscenze e alle belle scoperte. A chi mi fa ridere, riflettere e commuovere. A chi sento vicino senza bisogno di toccarsi, a chi mi dimostra affetto e amicizia.A chi pensa a me e alla mia famiglia e a chi mi cerca tutti i giorni. A chi ride e scherza con me e a chi mi regala bellissimi frammenti della propria vita. A chi capisce che Simo in questi giorni è un po’ incasinata ma passa ugualmente di qua. E quindi auguri proprio a te (sì, proprio a te che stai leggendo), per essere qui, con me.

Che il calore della mia casa scaldi i vostri cuori e che il mio abbraccio vi giunga colmo di affetto.

Vi voglio bene.






Simona,Andrea & Alice

sabato 18 dicembre 2010

IL VIAGGIO DELLA SPERANZA


Questa l’ho fatta io:


Infatti ieri ha nevicato. L’evento è così strano e raro quasi quanto vedere me con i capelli in ordine.

Questo Dicembre mi sta mettendo a dura prova e per ora siamo 1 a 1. Ma vinceròòòòò!!!!

Alice vi ringrazia e pure io di cuore per gli auguri ricevuti.Siete FA-VO-LO-SI e ci avete commosso con i vostri commenti. Vi lovvo, belli de zia!

La festa è stata molto bella (leggasi: abbiamo fatto un casino che la metà basta e avanza) e poi magari ci scriverò un post. In queste due ore di pausa dal lavoro invece vorrei illustrarvi il mio viaggio della speranza.

Ieri mattina il meteo aveva messo neve e la Top family si sveglia entusiasta di vedere il giardino tutto bianco. Ci affacciamo alla finestra e l’unica cosa bianca che vediamo è la pancia della gatta che si sta rotolando dal freddo.

“Eh, ma non ci azzeccano maiiiii!!Ma porcavacca!Te lo immagini svegliarsi e trovare tutto bianco?Uffiiiii!!!”

Durante il tragitto verso la scuola io e Alice ci lamentiamo “Ma guarda qui!Manco un fiocchetto!”

“E’ vero mamma!Vatti a fidare del meteo!”

Due ore dopo la città era bloccata. In negozio la gente era presa dal panico:

“Mi dia 5 kg di pane, se nevica così mi tengo in casa la scorta per una settimana”

“Ho messo i doposci!Vè vè guardi come viene giù!”

“Scusi, avete mica del vin brulè?”

Non siamo abituati, c’è poco da fare. E quando il popolino non è abituato, la città si blocca, la neve ci trova impreparati, impauriti e nel caos più totale. Vi dico solo che io (che quando sono arrivata al lavoro stava facendo appena una spruzzatina sui monti sopra di noi) ho avuto la brillantissima idea di parcheggiare sul parcheggio alto “Tanto cosa vuoi che nevichi. Non ce la fa mai!!”

All’una viene giù che manco a Cortina, clienti imbottigliati, le mie vecchiette che vacillavano come canne al vento e imbacuccate che manco la befana con la polmonite. Le bimbe che mi ripetono “Simo, vai via che qui è un casino, rischi di rimanere bloccata qui. E stasera non tornare. Il turno lo recupererai domani”

Io ci penso un attimo e l’idea di dormire tutta la notte tra un culatello e un salame felino, non mi entusiasma per niente.Chiamo la scuola e la bidella mi dice che tanti genitori stanno andando a prendere i bambini perché il tempo è veramente brutto.

Decido di partire.Da sola. Nella tempesta. Evvai.

Arrivo in cima al parcheggio e la mia vettura è completamente sotto la neve. Guardo la discesa sotto di me e constato che anche senza mettere in moto se piglio la discesa innevata t’arrivo a casa ugualmente. Orizzontale, perché mi ammazzo di sicuro. C’è da dire che io non sono preparata, non faccio la settimana bianca e con la neve (bensì mi piaccia) non so manco da che parte cominciare. Infatti ho aperto la portiera prima di spannare il vetro e mi è entrata un quintale di neve in auto.Un genio. Menomale che la ragazza che lavora con me ha dimestichezza con la neve come io ce l’ho con le cazzate, quindi la mia piccola Thoeni in gonnella prima mi ha dato dei suggerimenti “Allora, mi raccomando NON TOCCARE I FRENI, e semmai manco la frizione, gioca col freno a mano, prendi la curva larga, aspetti, senti l’attrito…” Io ero verde dalla paura. Già non so guidare in condizioni normali figuriamoci sul cucuzzolo della montagna!Ma è pazza?Piuttosto vado a piedi!Cosa vuoi che siano 13 km a piedi nella tormenta? Vi giuro che per me era l’unica alternativa. Più guardavo di sotto più mi rendevo conto che se mi sgusciava la macchina avrei travolto tutte le macchine in fila sotto di me. Poi lei ha detto “Se non te la senti, te la porto giù io”

Le ho lanciato le chiavi con triplo salto mortale.

Non so come abbia fatto (le ho pure acceso un cero in suo onore) ma la macchina dopo venti minuti era giù. Io nel frattempo mi ero ibernata nella posizione del ‘Vigile Urbano’, visto che avevo fermato tutto il traffico per farle trovare la strada sgombra. Salgo in macchina un filino in agitazione e mi appresto a intraprendere il viaggio verso la scuola. Provo a chiamare Andrea me le linee sono intasate. Infatti dopo un po’ mi arriva un suo sms con su scritto “Non riesco a chiamarti. Ma NON TI MUOVERE, aspetta almeno che smetta di nevicare”. Ero già in strada da mezz’ora. Ho fatto 13 chilometri con la prima marcia inserita. La seconda penso di averla messa tre volte.

Giuro che se fossi stata un uomo mi sarei innamorata di me stessa. Stavo una favola. Imbacuccata come nonna Abelarda orba con l’artrite, stavo tutta in avanti perché non vedevo una beata mazza. Avanzavo di circa tre metri ogni mezz’ora. Da sola. In mezzo alla bufera di neve. Con la macchina in riserva e le quattro frecce accese. E il telefonino fuori uso. Con la macchina che sculettava come una ballerina brasiliana.

Non potete capì. Mi son fatta pena per conto mio. Mi sono immaginata in un film di serie B, quelli col finale che lo capisci già dopo dieci minuti, dove lei rimane intrappolata nella tormenta…oh che brividi di eccitazione!Lei tenta di chiamare la madre, ma il cellulare non va, in lontananza il lamento delle ambulanze e il vento che fischia attraverso i finestrini dell’auto. Poi la macchina si blocca. La ruota gira e slitta a vuoto, la donna è nel panico, ha gli occhi impauriti che la fanno sembrare un piccolo cerbiatto. La donna si accascia sul volante e spacciata ed esausta, si appisola. Nel cielo volteggiano gli elicotteri e all’improvviso lo sportello dell’auto si apre e un tipo (alto biondo con gli occhi azzurri) le fa “Signora? Si sente bene? Sono qui per salvarla, Venga con me” la prende in braccio e via nella tormenta avvinghiata a quel principe azzurro che la porterà nella sua baita col camino scoppiettante… THE END.

Dove l’ho già vista questa scena? Ah sì, c’ho scritto un racconto. Ma è un’altra storia.

Dicevo? Che stavo divagando perché per percorrere questo tragitto c’ho impiegato DUE-ORE-E-VENTI-MINUTI- Non ci si può credere. Finalmente contatto Andrea che mi dice “Simo, sii prudente, vai piano, non sono tranquillo finchè non siete a casa”

“Ma te come fai? Ho saputo che ci sono 30 cm di neve!”

“Infatti: non so quando torno. Magari stasera, o stanotte…chissà..l’importante è che siate a casa te e la bimba, a me ci penserò dopo” Ma che amoreeeeeeeee!!!!Mi son commossa. Okay sono in fase premestruale, e allora?

Fatto sta che riesco a prendere Alice ( “E’ arrivata la mi’mamma a salvarmiiiii!!!!” )e andare a casa. Ero distrutta, dalla tensione, dalla paura, dal meneito che ha ballato la mia macchina per tutto il tempo (e avendo una station wegon vi posso assicurare che ha un lato B invidiabile e che sculetta come una ragazza Coccodè). Ma non abbastanza distrutta da non fare a pallate con Alice. “Visto mamma che bellaaaaaaaaaa!!!!”

Devo dire che il nostro giardino imbiancato è na bellezza. La gatta l’ho trovata stile statua di sale, probabilmente la pianta del limone è morta, le mie piantine pure e l’ortensia è lì che chiede una flebo di caldo.

Andrea quando è tornato sembrava il gladiatore (anche lui viaggio della speranza con altri due stile Re Magi, in più si è sparato un pezzo a piedi nella tormenta) e la prima cosa che ha chiesto è stata “Doccia calda e minestrinaaaaaaa!!!!”

Dopo cena eravamo distrutti. Alice col mal di gola, Andrea con tre paia di calzini perché le scarpe di cuoio da ufficio si adattano un po’ male alla neve, e io col torcicollo dal freddo e la posizione scomoda in auto, visto che per paura che mi cascasse un albero addosso giravo la testa a 360° come le civette.

Vi lascio con due fotine di questo evento raro e mi scuso di nuovo per essere poco presente sui vostri bellissimi blog, ma quando ho due minuti scrivo un postino e il resto lo passo in negozio tra cesti, cestini e clienti gentili “Signorina, con quelle cornina da alce in testa, sa che è ridicola?”

Però vi penso. E pensatemi anche voi, vi prego.

Grazie di essere con me nonostante tutto.

Smack!Vi bacio e torno in negozio.


giovedì 16 dicembre 2010

PICCOLE DONNE



Mi sorprendo.

Mi sorprendo di come siano passati in fretta questi dieci anni. Di come sia riuscita a calarmi con naturalezza nel ruolo di mamma. Come se tu fossi sempre stata con me, in un posticino, qui vicino al cuore. Come se ti aspettassi da chissà quanto. Mi sorprendo di me stessa,di come sono cambiata, di come mi hai reso felice e di come sono migliorata grazie a te.

Mi sorprendo a guardarti mentre ti specchi mettendoti di profilo per scoprire quelle rotondità che ancora non ci sono.

Mi sorprendo a sentirti fare discorsi da grande con un giocattolo in mano.

Mi sorprendo della tua ingenuità e di tutte le cose che sai fare e che io non ti ho insegnato.

Mi sorprendo di come vai bene a scuola nonostante la mia terza media e di quanta serenità traspare dai tuoi temi.

Mi sorprendo a vederti commuovere per un film, per un gesto, per delle parole. Mi vedo me da piccola, sai? Questo è sangue, perché tu non puoi saperlo.

Mi sorprendo a vedere con quanta cura conservi i post-it che ti lascio sul tavolo i sabato mattina che sono al lavoro.

Mi sorprendo del bel rapporto che hai con il tuo babbo, così complice e amico, di come lo abbracci e lo baci, di come lo cerchi e lo aspetti.

Mi sorprendo a vederti grande. Abbastanza grande da scoprire dei fogli con un cuore disegnato sopra e di come diventi rossa se passando di lì scorgo le iniziali.

Mi sorprendo del tuo modo di stare in silenzio, di come capisci che a volte non c’è bisogno di parlare, di come sai dire tutto con un abbraccio.

Ecco, mi sorprendo per come sei. Perché mi dicono che tutto questo è grazie a me. A Noi.

Crediamo di non essere così bravi e speciali. Sei tu che ci hai reso tutto questo più facile. Noi ti abbiamo solo preso per mano e accompagnata in questa strada che si chiama Vita.

Buon compleanno Piccola Grande Alice.


Mamma e Babbo.

lunedì 13 dicembre 2010

I SOGNI SON DESIDERI



Sono una musa ispiratrice.C'è poco da fare. Lo sono stata per un pittore per dipingere un suo capolavoro?No. Di un poeta per scrivere una poesia? Macché.

Lo sono stata per Eva Q grazie a questo post. Le è partito l'embolo e ti c'ha fatto un Blog Candy.

Tho!



E che io non partecipo?Ma vi pare? Bisogna semplicemente scrivere una letterina a Babbo Natale. E siccome ho visto che mi dà retta (Sììììì!!!Sto scrivendo dal piccì nuovo!), ora voglio osare. Ma osare per davvero. Questa è la mia letterina:


Caro Babbo Natale,

anzi.

Caro Babbo,

è più confidenziale

anzi.

Caro, carissimo,

come stai? Spero bene. Quest'anno la letterina non ha niente di pretenzioso, nulla a confronto degli altri anni quando ti ho chiesto un vicino di casa che somigliasse ad Alessandro Gassman. E neppure niente in confronto a quella dell'anno prima quando ti ho chiesto l'edicolante che somigliasse a Brad Pitt. Ma te niente. Che hai finito gli stampi?

Ma veniamo a quest'anno.

Io vorrei:

un paio di tette. E non nuove. Mi basterebbero proprio un paio di tette, perché di fatto non le ho. Ho espresso mille volte questo desiderio “Signore fa che mi alzi domattina con due meloni” la mattina mi alzo e c'ho due prugne. Ho creduto di esagerare, allora ho rimediato “Signoremio, fa che domattina mi svegli con due pompelmi” e la mattina mi son svegliata con due noci. Siamo veramente alla frutta. LUI non ci può fare nulla, allora chiedo a te. Sipoffà? Anche usate vanno bene, di plastica, di silicone, come te pare. Sennò a furia di usare i pescetti di silicone, paro un acquario.

Poi vorrei:

un cerchietto per capelli. Ma non delle Winx o della Barbie. Lo voglio con un teschio e la scritta “Non t'avvicinà che te sputo”, lo devo indossare in fase premestruale.I lumaconi, in quel periodo lì, li lancerei al cameriere come Julia Roberts in Pretty woman.

Poi vorrei:

un contorsionista del Circ du Soleil. Mi serve per tenerlo in macchina nel cruscotto e all'occorrenza tirarlo fuori per farmi parcheggiare l'auto. Perdo mazzi e mazzi di neuroni per parcheggiare la Punto dove prima ci stava uno scuolabus.

Poi vorrei:

hai presente Barbie Capelli d'Argento? Ecco, io voglio quella roba lì. Ma non la Barbie, voglio il dispositivo che ha sulla schiena. Quel bottone che se te premi le si allungano e le si scorciano i capelli. Solo che io lo voglio per i peli.Mi metti un tasto tra le scapole e zac!I peli si ritirano all'occorrenza. Quando fuori ci sono 2 gradi me li allungo a mo' di Big Foot. Vuoi mettere avere due mambut naturali? E quando inizia la danzadellammmore,zac!si ritirano e spariscono. Come faccio a premerlo dietro? Ma non lo premo io. Lo preme lui. Vuoi che non scambi il gancio del reggiseno col tasto antipelo?Maddai.Mi par già di vederlo.

Poi vorrei:

un jet privato con Jhon Travolta alla guida. Non so dove ce devo andà, ma almeno la smette di fare la pubblicità con la Hunzicher che non si po vedè.Certo potrei sorvolare sull'ufficio di mio marito con la scritta I LOVE YOU, ma temo che essere avvinghiata a Jhon dalla paura, faccia di me una persona poco credibile.

Poi vorrei:

una pozione magica che faccia perdere la memoria. Mi serve per farla bere:

al mio dentista “Certo che ti ho già pagato tutto in anticipo!Non ti ricordi?”

a mia suocera “Davvero non si ricorda dell'eredità?Glielo ripeto? Tu-tto a Si-mo-na. Ha detto proprio così. Sì, questa è la sua scrittura. Firmi qua”

a mio marito “Amore non l'hai persa la carta di credito. L'hai data a me dicendo “Fanne quel che vuoi”. Come non ti ricordi? Un po' di fosforo, caro!”

Poi vorrei:

Un camino. Che in casa mia ci starebbe da Dio. Di mattoncini rossi e rustici. O se preferisci anche bianco, elegante di marmo. Tipo quello in camera da letto di Ridge e Brooke. Non ci hai mai fatto caso? Ma cosa guardi te? Sentieri? No, perché son vent'anni che quei due copulano davanti al camino acceso anche ad agosto. Lo so perché mentre loro fanno l'amore c'è Thorne che fa il bagno in piscina con Taylor resuscitata.

Poi vorrei (ora che ci penso)

pure una piscina. La metto in giardino e va là che bellezza. Se poi mi ci metti anche due o tre giocatori di palla a nuoto, è meglio. Le mie amiche pagherebbero pure il biglietto per farsi un bagno. Senza quelli e con me in costume mi si suicidano anche i piccioni tuffandosi con un masso alla zampetta. Faccio per dì.

La lista caro Babbo sarebbe troppo lunga.Ma devo andare.

Un'ultima richiesta:

ti spiace regalarmi anche una dozzina di ore in più al giorno? Se tu non te ne fossi accorto siamo a Dicembre. Non ho tempo manco di depilarmi (vedi tasto sopra). C'ho l'ascella con la permanente alla Cocciante, le gambe che sembrano foreste di mangrovie e l'inguine che canta Don't worry be happy vista la capigliatura alla Bob Marley.

Grazie.

Piesse:sì, sono stata buona.


Pippiesse:mi mancate, orcaeva!!!

giovedì 9 dicembre 2010

CRONACA DI UN REGALO ANNUNCIATO


Pappappero.

Trallallà.

Son felice. Come per cosa? La foto non vi dice niente?

HO IL PICCI’ NUOVOOOOOOO!!!!!!

No, non sto scrivendo da quello, perché ho paura di sciuparlo!Scherzo, non ci capisco una mazza.Per ora.Ma ce l’hoooooooo!!!!

Su, tutti a ballare e cantare “La Simo c’ha il piccì nuo-vo!La Simo c’ha il piccì nuo-vo!La Simo…”

Non vi state divertendo? No?Peccato.

Ieri Sant’Andrea (da oggi distribuisco i santini), mi fa “Dai, su, vestiti (ero sempre in pigiama.n.d.r.), che andiamo a prendere il tuo regalo”

Il mio regalo? Davvero? Ha visto l’ultimo post? E’ Babbo Natale e lo scopro solo adesso? Deve farsi perdonare qualcosa? Lo scelgo io? Stai a vedè che ho sbagliato e mi porta a comprare un’aspirapolvere.

Fatto sta che io e Alice ci siamo lavate e cambiate alla velocità della luce che manco Superman dentro la cabina telefonica e in quattro e quattr’otto eravamo in macchina diretti al nuovo negozio di elettronica che ha aperto da pochi giorni.

Apro parentesi:

toglietevi dalla testa l’immagine romantica di due sposi che si fanno un regalo a sorpresa. Dopo quasi vent’anni ci conosciamo talmente bene che se volessi fargli una sorpresa gli dovrei regalare l’ovino kinder.Poi che mi sarebbe piaciuto un computer lo sapevano anche i piccioni sulla mia grondaia. Poi penso di avergli sfracassato i kiwi (non vi ricordano un po’ i kiwi?Tondi e pelosi?) con sta storia del computer. Poi siamo fatti così, ci spiattelliamo tutto, non c’è verso.E quello che doveva essere un regalo per me, è andato a finire che è un regalo per tutti. Chevvelodicoaffà.

Chiusa parentesi.

Arriviamo a questo negozio e…delirio. Delirio allo stato puro. Vabbè che c’hanno gli sconti, ma un po’ di ordine perdio!Sembrava regalassero tutto. Ho sentito gente esclamare “Guarda!Un tritacipolle a venti euro!Come faccio a non comprarlo?”

“Ma cara, ne hai già tre!”

“Ma non posso non approfittare!!!”

Al reparto forno (F-O-R-N-O) c’era una ressa che sembrava ci uscissero le pizze gratis da portarti a casa. Ora, voglio dì, vai al reparto forno se ti serve un forno, sennò che minchia ci vai a fare? Anche se costa 50 euro ed è un affarone, non è che te lo puoi mettere in libreria o sul comò e vantarti di aver fatto un acquisto intelligente.

Sant’Andrea (facendosi spazio tra la folla grazie all’aureola e brandendo l’ombrello davanti a sé che manco Mosè quando divide le acque), mi porta al reparto computer.

Ecco.

Posso saltare a piè pari questo pezzo? No? Guardate che io non c’ho capito un cazzo e quindi riporto paro paro.

“Amore, vedi? C’è questo…” e mi indica un aggeggio grigio che presumo sia un computer. Lì l’ho amato alla follia, perché nonostante sappia che io non ci capisco una beata mazza, mi vuol rendere partecipe e attiva sulla scelta del mio regalo.

“Bene!” faccio compiaciuta “Allora questo!”

“Aspè.Sennò c’è quest’altro…”

Mi fermo stile sindrome di Stendhal davanti a un altro piccì che mi pare la fotocopia di quello di prima. Giuro.

“Ah.Okay!Allora questo!”

“Vediamone però altri. Questo ti piace?”

Ehm..che differenza c’è? Non è che è a pallini con i tasti tempestati di paillettes.

“Bhe sì. Mi dici la differenza? Così, giusto per decidere meglio, mica per altro.” Mi do pure delle arie, io. Non so riconoscere un telecomando da un citofono.

E qui parte con una descrizione che io son sempre lì che ci penso.

“Allora…processore AMD…” AMD? Chevvordì?AmicoMioDimmi? “…Schermo widescreen led diagonale…” ma che è, geometria? “…disco rigido 5400 giri…” minchia che LP!Tutto il repertorio c'hanno messo “…Sdram…wlan…” Chi so’, due giocatori della Cina? “…Super Multi…” Infatti, questo dev’essere l’allenatore “… con supporto…” questo invece è il massaggiatore “…batteria ioni 6 celle…” i Cento ormai non vanno più di moda, con la crisi si risparmia anche sui ballerini ignudi “…HP…slot per express HD…4650 con 1024MB…”

Sono svenuta.

Secca e dura e per farmi riprendere hanno dovuto battermi sulla fronte un mouse a mo’ di timbro.

“Amore, luce dei miei occhi, unica ragione di vita, mi fido di te. Comprami quello che compreresti per te.A me basta che si accenda, che ci possa scrivere e che possa accedere al blog. Tutto il resto non conta.Sceglilo tu per me.Nessuno mai saprebbe accontentarmi come te” LOVE!LOVE!LOVE! Le scritte in neretto lampeggiano.

“Lo so, ma volevo che ti piacesse.Sennò c’è questo”

“Il MAC?”

“Si legge Mec”

“Ah. Il famoso Mec.” Leggo il prezzo e son svenuta natra volta. Questa volta per svegliarmi mi hanno infilato, non vi dico dove, una presa scarter.

Quando son rinvenuta ho mormorato “MECosta troppo”.

Alice nel frattempo ha spippolato su tutti i computer possibili e immaginabili e credo pure che abbia effettuato quotazioni in Borsa e chattato con la Nasa.

Sant’Andrea,che nel frattempo è diventato Beato, mi ha ripetuto il pappiè facendomi esempi semplici.

“Immagina che i computer siano una valigia. In quello vecchio ci sta una maglietta. In questo tutto il vestiario che hai nell’armadio. Qual è più capiente?”

“Immagina che i computer siano esseri viventi. Quello vecchio ha la memoria di uno scorfano, quello nuovo ha la memoria di un bambino di 5 anni al quale tenti di sottrarre una figurina dei super eroi”

“Immagina due persone su una pista. Il computer vecchio va come zia Fernanda con la protesi al femore, quello nuovo come Valentino Rossi che ha visto una gnocca al traguardo”

“Okay, mi hai convinto”

Ecco, semplifichiamoci la vita. Mettete le indicazioni di Andrea, per favore. Per noi donne, sarebbe più facile.

Una volta tornati a casa abbiamo voluto provarlo. C’ha tutta la grafica sminchiata rispetto a quello vecchio, c’ho da farci l’occhio e la mano. Andrea ha collegato tutto e ha messo pure Scaip.

Manca poco muoio a vedermi nella telecamerina e vi suggerisco di contattarmi quando avete il singhiozzo. Vi passa di sicuro perché faccio spavento. Na roba allucinante. Poi per vedere se andava tutto ci siamo collegati a FB e abbiamo chattato per vedere se andava. Io e Alice al tavolo di cucina con Andrea a 50 cm di distanza. Sembrava giocassimo a battaglia navale.

“CI SEI?”

“Colpita affondata!”

Vi dico solo che i nostri monitor quasi si toccavano. Una famiglia di rincoglioniti.

Quindi, il computer è arrivato, il mio ammmore è felice, io sono al settimo cielo (quando saprò usarlo sarò tre metri sopra), Alice sta facendo la corte a quello vecchio (sembra il gabbiano di Nemo: MIO!MIO!MIO!MIO!) e mi impegnerò per usarlo al meglio (vi farò vedere cose che voi umani…)

Ed è ovvio che non è finita qui.

Sarebbe troppo bello.

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