venerdì 25 febbraio 2011

ORONZO


Siete mai stati vittima di un bullo?Chessò, di un tizio grande e grosso, un bullone, ecco.Io son stata vittima di uno mingherlino, un bulloncino. Io da piccola oltre a essere brutta e secca e sembrare Mario, ero anche parecchio timida.A scuola. E a scuola, alle elementari,in classe mia, c'era lui...come potremmo chiamarlo per la privacy?...lo chiameremo Oronzo, il bambino stronzo.

Oronzo era silenzioso come un petardo,discreto come un rutto ed elegante come un peto.

Quello che si suol dire la crème de la crème.

Prese a tartassarmi prima a parole (e volte rispondevo), poi mettendomi le mani addosso.

“Mamma, Oronzo mi picchia”

“Orpolà!Ma davvero?Povera piccola...RIDAGLIELE!”

Mia madre è sempre stata un tipo molto sintetico e pratico. Ti semplificava la vita.

“Mamma, ho fatto come hai detto”

“Bene, bisogna imparare a difendersi, capito?Vatti a lavare il viso che c'hai l'inchiostro sulla guancia. Ah.Non è inchiostro.E' un livido.”

Mamma,a quel punto decise di intervenire.

Ora. Una mamma qualsiasi avrebbe:

A :parlato con le maestre

B:affrontato la madre di Oronzo

C: continuato a istigare la propria figlia alla violenza.

Bene. Mia madre invece decise di affrontare a quattr'occhi Oronzo.

Per dovere di cronaca vi dico subito che mia madre è un bel donnone.Roba che se ti da una sberla ti ritrovano a bussare alle porte del paradiso. Quindi per me era la mia supermamma dall'abbraccio stritoloso, ma ai bimbi poteva incutere un po', giusto un filo, di terrore.Della serie: son rosa è pacioccolosa come il Tenerone di Drive in, ma se mi incazzo divento violenta e verde come Hulk.Potevi scegliere se tenerla buona o sfidarla a giocare a 'Strega comanda color'. Se poi ti faceva di tutti i colori erano cazzi tuoi.

E pensare che Oronzo conosceva bene la mì mamma, perché la sua famiglia stava davvero a pochi metri da noi e l'aveva visto crescere.Pensa che culo.

Un giorno il povero Oronzo passa con la sua bicicletta da cross e mia madre gli si piazza all'improvviso in mezzo alla strada. Roba che il bimbetto svirgola e manca poco si pianta nel muretto.

“Oronzo!”

“Eh!?”

“Vieni un po' qua? Vieni bellino”

“Che c'è?”

“Scendi dalla biciclettina, vai.”

“Che ho fatto?” Oronzo, a detta di mia madre, già un po' sbianca.Quanto ama raccontare sta cosa!Non avete idea.

“Senti un po'...Simona mi ha detto cosa succede a scuola...”

Oronzo fa per rimontare sulla bicicletta. Mia madre lo blocca dolcemente toccandogli il braccino.Ma non glielo spezza. “Oronzo, che fai, scappi?E' importante. Dicevo, a scuola Simona viene picchiata”

Sto povero bimbetto balbetta e aspetta.Invece di un bullone pare una vite. Si sta attorcigliando su se stesso.

“So che è uno cattivo, uno che le fa i dispetti...” Mamma mentre parla gesticola e le sue manone si muovono davanti al viso di Oronzo, muovendogli la frangia per lo spostamento d'aria.

“Io...”

“Aspè, fammi finire.Mi manca giusto così, lo vedi? Giusto così per sapere chi è”

Oronzo si rilassa. E parecchio anche.

“E quando lo scoprirò...tu mi conosci vero? Cosa pensi che potrei fargli?”

“Eh.Tanta roba, MammadiSimo.Tanta roba”

“Ma io non voglio intromettermi, perché di fatto a scuola non ci sono. Quindi mi affido a te”

“A...me???”

“Sì, Oronzo. So che sei un ganzo, uno forte, uno che se c'è da picchiare, picchia. Mica le bambine, eh?Perché son sicura che le bimbe non le picchi. Ma sei sveglio e Simona la conosci da tanto. Quindi (vieni più vicino che è un segreto tra noi due. Che hai paura?) tu controllerai per me chi è questo violento che da fastidio a Simona. Me la controlli, e poi me lo vieni a riferire. E farai di più:ti autorizzo a difenderla. Nessuno meglio di te saprebbe difendere mia figlia. Mi raccomando, è nelle tue mani.Lo vedi com'è, no? E' secchina, timidina, è facile prenderla in giro, ma da domani io son più tranquilla, perché ci sarai te a difenderla, perché sei il meglio, il più forte e il più responsabile!” ci stava bene anche un applauso ma Oronzo rimase a guardarla allibito. Immobile e stecchito come un filetto di baccalà.

“Oronzo ma hai capito?”

“Sì”

“Siamo d'accordo allora?”

“Sì, sì...ci penso io. Ci penso io”

“E ora va!Vai con la biciclettina...e vai Oronzo!”

Mia madre tornò in casa sfregandosi le mani al grembiule e Oronzo, da quel giorno, non mi toccò più.Avevo la mia personalissima guardia del corpo. Uno sgorbio che mi difendeva da tutto e da tutti. Bhè, quando passava davanti a casa mia manca poco fa l'inchino a mia madre, ma son dettagli. Il bello è che ha proseguito negli anni ad avere questa sorta di protezione nei miei confronti e ora a 30 anni di distanza ci ridiamo pure sopra.

A volte Oronzo si ferma se trova mia madre in cortile. E' affezionato.Voglio dì, son cose che segnano.

Ma mamma non perde occasione di ricordargli l'accaduto, e prima gli scarruffa i capelli e poi parte con uno scappellotto che manca poco gli fa partire le vertebre cervicali.Tutte le volte.

Gira che ti rigira, due sberle, ha trovato il verso di dargliele.


domenica 20 febbraio 2011

DI BIMBI, CASE E ASIA




Mittente:Princess

Destinatario:Simo

“Ciao Simo, ti scrivo perché mi farebbe piacere che tu partecipassi a un'iniziativa di solidarietà:organizzare un mercatino con le nostre creazioni”

“Ciao Princess!Temo che tu abbia sbagliato persona, io sono Simo, ricordi?La rinco,la pasticciona, quella che manco Pierino, non credo che tu voglia me per creare visto le cose bellissime che Voi creative tirate fuori”

“Non fare la furba.Sei molto più brava di quello che ci vuoi far credere”

Questa più o meno la mail di qualche giorno fa.A parte il fatto che ormai non vi frego più (Azz!), ma davvero son rimasta sorpresa.

Allora. L'idea (concreta) di Princess è raccogliere fondi per la piccola Asia e se ne sta occupando personalmente organizzando varie iniziative, contattando parrocchie ed enti benefici a Roma e dintorni per avere un po' di appoggio. Princess ha conosciuto la storia di Asia direttamente dai suoi genitori che hanno aperto una pagina su FB (il prossimo che mi dice che FB è na cagata lo prendo a badilate!)e ha offerto a Ylenia (la madre) il suo aiuto. E lei l'ha chiesto a me. E io lo chiedo a voi.

Come?Creando con le nostre manine tante belle cose. Queste verranno poi vendute a un mercatino, o a un'asta o usando Internet. Si può toccare con mano tutto il procedimento visto che qualcun altro si è messo pure in contatto con la mamma di Asia per seguire passo passo tutto il percorso di questa iniziativa. Le spese di spedizione (ovviamente) sono a carico del mittente e volendo potete aggiungere il vostro biglietto da visita se del creare ne avete fatto un'attività o un hobby importante.

Ecco, io no. A parte che non ho manco il biglietto da visita (devo procurarmelo al più presto, nevvero?).

Io creo per piacere (leggasi Per piacere!!), così, quando mi parte l'embolo. E questa volta oltre alla passione, c'era dietro il fare una bella cosa, il creare per far sì che la piccola Asia abbia un futuro migliore.E allora via alla creatività!

Sì.

Cioè, io c'ho provato. Non so se al mercatino sta roba può andare, magari rimane l'invenduto dell'iniziativa.Stai a vedè. Comunque sarebbe molto bello partecipare numerosi, con qualsiasi cosa fatta dalle nostre manine.

Per esempio tu, avevi fatto un centrino all'uncinetto da regalare a tua suocera? Ti è venuto un bell'oggetto nonostante tu abbia lavorato immaginandola in un cassonetto? Bene.Partecipa al mercatino e a tua suocera regalale un bollitore. Che fa sempre comodo.

Invece tu, sai creare sciarpe e cappellini di lana e l'ultimo l'hai regalato al nonno, che invece di metterselo in testa lo usa per poggiare le bocce? Bene. Fanne un altro e partecipa al mercatino.

Sai dipingere i sassi? Smetti di tirarli al cane del vicino che ti sveglia la domenica mattina e partecipa con noi.

Sai creare gioielli e sapresti venderli meglio di quei rinco di Media Shopping? Fai al caso nostro.

Crei animaletti e fatine stile bomboniere? Non aspettare che si sposi tua cugina per crearne delle belle, ma sìì fiera di dire “Dono un mio lavoro per una buona causa!”

Come dici? Andrebbe bene anche come slogan per il matrimonio di tua cugina?Ah. Okay.

Insomma bimbe, io so che voi ricamate, dipingete, create e impiastricciate. Riuniamoci tutte per questa cosa.Sarebbe fantastico avere sul banco di quel mercatino tutte le nostre creazioni, io so che siete creative in tutte quello che fate. E doniamo, doniamo due ore di tempo, una sana passione, un po' di pennellate e un gesto d'amore verso una bambina che tanto fortunata non è. Ma che magari grazie a noi riuscirà a sorridere un po' di più.Io non so quanto può valere la nostra merce, ma anche se fosse solo un centesimo, sarà un centesimo importante. Avremo fatto comunque qualcosa di molto concreto: donato qualcosa di nostro a qualcun'altro, che finirà nelle case di chi, come noi, crede nei piccoli grandi gesti.

Come dite? Che ho preparato? Ah sì. Niente in confronto a quel che ci sarà su quel banchetto, ma come mi ha detto Princess “Qualsiasi cosa Simo, purché fatto con passione”.

E io che ho fatto?



Un quadretto a punto croce con un rastrello. No, non l'ho fatto con il rastrello, l'ho fatto con ago e filo, ma dentro al quadro c'è un rastrellino mignon.

E poi una tegola un po' dipinta, un po' decoupage. Il soggetto non è a caso, racchiude secondo me il mio piccolo contributo: la Casa di Simo e bambini sorridenti e spensierati.

Che dite, poannà?

Per maggiori informazioni e chiarimenti potete contattare Princess princesse.lemiecreazioni@gmail.com

e anche me nel caso decideste di partecipare.Mi farebbe molto piacere.

p.s. Io non sono molto brava in questo genere di cose, non so usare parole forbite o termini tecnici adeguati, mi sento un incapace e un ignorante stratosferica, ma spero che questo mio modo semplice e leggero di mostrarvelo abbia colto comunque nel segno.



martedì 15 febbraio 2011

SONO UNA DONNA NON SONO UNA SANTA






Ora. Anche volendo non ne possiamo non parlare visto che la Belen e la Canalis manca poco ce le ritroviamo pure sulla scatola del kinder insieme al koala Ciuffo.

Mai una volta che a Sanremo ci mettono due donne normali, e poi gli articoli recitano “Siamo due classiche ragazze della porta accanto”

Quale porta, scusa? Della SPA. Delle terme. Del chirurgo plastico. Non certo di un miniappartamento in affitto, o di un monolocale in periferia.

Cioè, ma noi donne che vi guardiamo, siamo tutte sceme?

Se volete essere credibili cantate almeno il contrario di quello che cantava Rosanna Fratello “Non sono una donna sono una Santa”, perché non c'è niente di terreno in voi.

Vogliamo fare un'analisi approfondita? Confrontiamo voi a una comune mortale, me per esempio?

Dai.

Partiamo dai capelli.

I vostri capelli, oltre a essere lucenti e bellissimi, rimangono al loro posto anche dopo un balletto dove il ballerino forzuto vi fa fare il giro della morte sui suoi avambracci. Sareste in ordine anche dopo dieci giri di calcio in culo al luna park.

Io? A parte che lucenti non sono nemmemo se mi metto sotto la palla stroboscopica delle discoteche anni '80, ma basta che muova la testa per dire NO che mi scarruffo tutta che paro un'insalata ricciolina dopo la centrifuga.

Le rughe.

Da voi non sono pervenute. Non ci stanno.Che fate, ve le stirate con la Stirella? Usate stira e ammira?L'amido? Vi riempite gli zigomi coi trucioli di compensato per averli così duri?

Io non solo non c'ho gli zigomi, ma vado oltre anche con le rughe. Non ho le classiche zampe di gallina. Io c'ho tutto il pollaio. Na stenderia di polli che farebbe invidia a Francesco Amadori.

La bocca.

Evabbè. Son sempre i soliti discorsi del canotto gonfiato e bla bla bla, quindi non infierisco, vi dico solo che una volta ho provato il rossetto al peperoncino e non mi riusciva nemmeno parlare. Fate voi.

Per non parlare delle vostre sopracciglia ad ali di gabbiano (le mie sono ad ali di poiana estinta),

delle ciglia così lunghe che ci potete spazzolare il tappeto stando sedute comodamente sul divano, e di quel neo magistralmente evidenziato che vi dona un fascino irresistibile (quel posto lì, sul mio viso è spesso occupato da un herpes)

Vogliamo scendere? Scendiamo.

Le tette.

Voi le avete.

Io no.

Andiamo avanti.

Pancino piatto.

Graziealcà, può dire qualcuno, non hanno avuto figli!Okay, non hanno figli e quindi la loro pancia è talmente piatta che ci puoi apparecchiare per due, ma ci sono donne che hanno avuto figli e ora sfoggiano una pancia tonica di tutto rispetto. Ma non ditemi per favore “Per tornare come prima, non ho fatto nulla, mangio di tutto e non faccio ginnastica”.

Cara la mia bellasenzanima, cara la mia Pinocchia, non solo dici un mare di cazzate, ma mi vuoi far credere che se mangi una tegamata di fagioli come nei film di Sergio Leone, dopo tre ore sei piatta come un tagliere e non gonfia come un culo? Ndo ti vanno a te i fagioli? Escono da soli senza passare dal via? A me basta mezzo piatto di spinaci per dare il via a un concerto che manco alla Scala e faccio la permanente a tutto il quartiere. Ti faccio dei boccoli da far invidia a Shirley Temple.

E poi, dopo la gravidanza? Ne vogliamo parlare di come la tua pancia sembri un canotto sgonfio?

Una pallone forato? Uno zaino Invicta vuoto?Ti avanza un metro di pelle che la potresti usare per insaccare le salsicce. Un po' molle qua, un po' molle là, e solo noi sappiamo quanta fatica ci vuole per ridarle un tono, per tirare fuori una tartaruga da quella che sembra una medusa. Infatti se bastasse metterla sotto la sabbia calda per farla sparire, sai che spiagge affollate.

Il lato B. e chiuderei.

Il perizoma l'hanno inventato per voi. Per forza. A voi, quel filino interdentale, quel laccetto semitrasparente, quel filo di bava che sembra stoffa, vi sta da dio. Vi dona. Merito delle vostre chiappe toniche e dure. Io quando lo metto, sparisce. Perizomi e perizomi rovinati. O è fatto di nylon e surriscaldandolo lo struggo, o il deretano se lo mangia. Ah no, ecco, ci sono. Me lo tolgo appena posso. Perché parliamoci chiaro: è sexy, okay, piace anche a noi ogni tanto dare una botta di vita al rapporto presentandoci a letto col perizoma leopardato, ma non ditemi “E' comodissimo!”, perché avete provato con quelli di pizzo? Pare di avere mezzo metro di carta vetrata tra le chiappe. Diciamolo. Diciamolo alle case produttrici di intimo. Non mi ci mettete pure gli Swarovsky, le paillettes e i brillantini. Che poi rischi che rimangono impigliati su di lui durante un amplesso.E quando gli dici “Dammi il gioiello” vagli a spiegare che non parli del suo Ernestosparalesto, ma di uno Swarovsky che gli è rimasto appiccicato proprio lì, sull'ammennicolo, a mo' di unico occhio. Bello il mio Polifemo.

Che poi sto filino, questi due millimetri quadrati di stoffa, devono stare in un pertugio, nel nostro angolino delle vanità, nel bosco incantato.Già trovare un Principe azzurro è un casino, se poi una volta trovato, me lo distrai coi brillantini è un casino doppio.

Fate una cosa invece, voi inventori di mutanda. Fatemi il perizoma di pasta di pane, di mollica come il cappellino di Pinocchio. Metti che il Principe sia quello giusto, fa come Pollicino:

lascia le bricioline e la prossima volta torna.


giovedì 10 febbraio 2011

E ALLORA MAMBO!!






Dimmi come balli e ti dirò chi sei. Rispondi alle domande di questo semplicissimo test:



Che rapporto hai con il ballo?


A Ballo da dio che manco la Titova

B Quando ballo paro Nureyev

C Io ballo da sola alla faccia di Liv Tayler

D Io non ballo, mi muovo

La mia è la D.

Non so cosa darei per sculettare a tempo come le ballerine di 'Ballando con le stelle' (trasmissione che peraltro seguo). Vorrei far volare tutti quei peneri al vento e far sbrilluccicare centinaia di paillettes, ma se quel vestito me lo mettessi io sembrerebbe un film 'Calma piatta'.

Adoro ballare, mi piace proprio e ad essere sincera qualche passo di ballo liscio lo so pure fare, ma io adoro i latini e lì casca l'asino. Anzi, casco io. E non so perché succedono delle cose strane, tipo:

-con la mente sto ballando, ma se mi guardo allo specchio sto muovendo solo il mignolo.

-guardo le altre in pista e mi dico “E che ci vuole?Lo so fare anch'io”, ma quando ci provo manca poco mi gioco le rotule.

-ammiro la vecchietta che si dimena e “Mannaggia!Figurati se a me non riesce!” e lei fa tutti i movimenti con due protesi al ginocchio, a me sembra che le protesi al titanio le abbiano messe davanti agli occhi tanto vado a cazzo di cane.

Ho passione. Tanta. Ma poca attitudine. Poca.

Che poi so fare quei tre o quattro passi e, chevvelodicoaffà, li adatto a qualsiasi musica.

Parte il mambo? Perfetto. Fò il mambo.

Parte la salsa? Perfetto. Fò il mambo.

Parte il cha cha cha? Perfetto. Fò il mambo.

Sempre quello. Lasciamo stare che mi gira anche subito la testa. Ci sono donne che fanno piroette su piroette. Una volta ho provato anch'io a farle ballando con zio, tempo due giravolte, lo zio ha lasciato la presa e mi son piantata in una colonna.

Con babbo durante la mazurka, gira che ti rigira, mi son trovata seduta al tavolino con una coppia di gay “Buonasera” ho detto. Perché io son pure educata.

Vi parlo di questo perché l'altra sera ho avuto l'ennesima prova che dovrei lasciar perdere. Eravamo in un locale a festeggiare il compleanno della zia.

E la sento. Parte la musica. Incomincio a muovere il piedino e faccio la solita domanda da vent'anni anche se son vent'anni che ricevo la medesima risposta “Amò, balliamo?”

Andrea non mi ha risposto ma il suo volto ha assunto un'espressione. Indovinate quale:

-Certo amore, non desidererei altro in vita mia.

-Ovvio, non aspettavo altro.

-Piuttosto mi impicco proprio lì, a quel trave con l'edera finta.

Che guardate è un gran peccato. Il Santo, oltre ad avere un senso della musica allucinante, saprebbe anche muoversi bene. Ma ve lo immaginate l'amore mio, un metro e ottantasette di fisico prestante, che mi si muove tutto a tempo di danza, che mi fa fare le piroette, che mi si avvinghia tutto in una bachata, in una sensuale lambada...ve lo immaginate? No? E fate bene!Me lo devo immaginà solo io perché vi spezzo le gambine, intesi?

Dicevamo? Ah sì. Il Santo che non balla, perché non gli piace. Che gran peccato. E io invece che mi butto in pista sprezzante del pericolo, ma più che altro del ridicolo. Non potete capì. Sembro in preda al ballo di san vito, mi muovo che pare mi manchi un pezzo di femore, mi dimeno che sembra che abbia la diarrea ma non un cesso in cui farla, sudo come Galeazzi durante una telecronaca di canottaggio e ansimo che sembra c'abbia l'enfisema polmonare.

Ma mi diverto. Eccome se mi diverto. Ovvio che quelli che mi guardano si divertono ancora di più. Vuoi mettere veder ballare una cretina che sembra la Carrà a 135 anni? Con tanto di mossa del caschetto che quando l'ho fatta io m'è partita la forcina e ho preso in pieno il barman?

In questi casi Andrea mi guarda da lontano e sorride.

Per non piangere.

Poi a volte ballo con Alice e qui è straganzo, anche perché Ali è troppo leggera e mi va via che è una meraviglia. Potrei lanciarla a mo' di aeroplanino, piegandole il colletto della camicina per questioni di aerodinamicità e lei, dopo il giro della pista, mi tornerebbe anche indietro.

Potrei lanciarla in aria come uno sbandieratore, va là che numero!

Una volta durante il rock and roll me la son fatta passare da sotto le gambe e non l'ho più vista. Ho temuto di averla ributtata nel pertugio dal quale è nata. Uno spavento.

Invece l'avevo frullata sotto al palco. Son soddisfazioni.E infatti non mi dice “Mamma, balliamo?”

ma “Mamma, mi strapazzi?”

Non vi dico dopo in che condizioni siamo. Capelli sconvolti e una sete da paura. Il Santo raccoglie i miei menischi e vari organi (come i polmoni ad esempio) sparsi sulla pista, rassetta sua figlia (che nel frattempo ha assunto le sembianze di un Gremlins con gli occhi in fuori come chi soffre di iper tiroidismo) e ce ne andiamo a casa.

“Amò, ma ballo bene?”

“Come no”

“La verità”

“Ti amo troppo per dirti la verità”

“Ma io voglio al mio fianco un uomo sincero!”

“Simo”

“Amò”

“Hai presente quando uno va a pesca al laghetto?”

“Ma che c'entra la pesca adesso? Stiamo parlando di me, di come ballo!”

“Ti muovi come un bacherozzo appeso all'amo”

Quando mi spara ste similitudini all'una passata, lo adoro.

martedì 8 febbraio 2011

L'AMICIZIA TRA UOMO E DONNA (si raccolgono testimonianze)



“Caro, ma quella non è Patrizia?”

“Quella lì al reparto biancheria? Sì, è Patrizia. Infatti nell'altra corsia ho incrociato Fausto, il suo amico, quello che studia insieme a lei.Non vedo Marco, però. Son sempre insieme quei tre”

“Davvero. Patrizia e Marco sono fortunati ad avere Fausto come amico”

“Già. Guarda per esempio come...ma...sono mutande quelle che ha Patrizia in mano?”

“Sembrerebbe di più un tanga. Di pizzo”

“E le fa vedere a Fausto”

“E lui fa l'occhiolino”

“E lei va in camerino”

“Oh, ma è anche questo il bello dell'amicizia tra uomo e donna, no?”

Sette mesi dopo Patrizia è incinta di Fausto.

Quando si dice essere perspicaci.

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Notte-Strada di periferia-Interno Twingo blu-

“Mario!Ohhhhh Marioooo!Sììì!!!”

“Luisa!Oh Luisa!”

“LUISA?!”

“Ho detto Luisa?”

“Chi.Cazzo. è.Luisa”

“Ehm...un mio amico”

“Un amico che si chiama Luisa?”

“No, cioè sì, è un po' maschiaccio.”

STRIDDDDDD!!!!!! (rumore tipico di arrampicata sugli specchi)

Se il tuo uomo ti chiama Luisa quando in verità ti chiami Nadia, assicurati almeno che Luisa somigli vagamente a Gattuso. Al ringhio poi ci pensi te.

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“Tu sei sposata?”

“Sì, anche felicemente”

“Ma davvero?”

“Sì. Anche tu sei sposato, vero?”

“Sì, ma con mia moglie siamo come fratello e sorella. Stiamo insieme solo per i figli.Io e te possiamo essere buoni amici, però”

Maiday Maiday Maiday!ALLARME ROSSO!

Se tu uomo, vuoi provarci, almeno abbi l'accortezza di cambiare copione ogni tanto, che queste frasi qua ormai son scadute.

********************

“Mamma stasera a cena c'è anche Paola”

“Paola Paola?”

“Sì mamma, Paola”

“Ma dì la verità a mammatua.Paola...eh?”

“Non è la mia ragazza. Paola è solo una mia amica. Che non posso avere una migliore amica?”

“Come no. Ma secondo me gli piaci”

“Ma a chi, a Paola?Macchèèèè!!!Siamo amici!”

Sei mesi dopo:

“Mamma, stasera vi presento Katia”

“ E chi è Katia?”

“La mia ragazza”

“Ohhhh!!Finalmente ti sei sistemato!Chissà come è contenta Paola!Sarà felice per te!”

“Paola da quando mi sono fidanzato non mi parla più. L'ultima cosa che mi ha detto è che Katia è pure brutta”

Se la tua migliore amica è disposta a conoscere tua madre e arriva a dire che la tua nuova fidanzata è una chiavica bensì sia la copia sputata Aida Yespica, bhè...magari mamma c'aveva visto lungo.

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DRIN!

“Ciao Alberto!Vieni, accomodati”

“Ciao Laura.Fabrizio c'è?”

“No, lo sai che fino a tardi non rientra.Vuoi un caffè?”

“Grazie.Quanti anni sono che siamo amici, Laura?”

“Oh tanti. Quanto zucchero?”

“Uno. Sono venuto per dirti una cosa molto importante. Mi sono innamorato”

“Oh che bello!Finalmente!E chi sarebbe la fortunata?”

“Tu”

Se ti vantavi di avere un amico fidato, okay. Se ti vantavi di avere un amico fidato single, okay. Se ti vantavi di avere un amico fidato single nonostante non gli mancassero le occasioni, bhè, so' cazzi.

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Se anche tu, per tua esperienza pensi che l'amicizia tra uomo e donna possa esistere, ti chiedo di lasciare una tua testimonianza per chi, come me, ci credeva.

Se anche tu, per tua esperienza, pensi che l'amicizia tra uomo e donna non possa esistere perché l'unico posto dove ti immagina il tuo amico non è un cinema, bensì un letto, ti chiedo di lasciare una testimonianza per chi, come il Santo, l'ha sempre sostenuto.

Qualsiasi riferimento a fatti o persone è puramente casuale.

A voi la parola.



sabato 5 febbraio 2011

MI HANNO DATO UN BIDONE



“Latte”
“Blu!”
“Acqua”
“Grigio!”
“No!Blu”
“Ritenta”
“Piatto”
“Blu!”
“No!Grigio!”
Chi sono sti due? Due daltonici? Due pazzi che giocano alla morra casalinga? Due ciechi che tirano a indovinare?
No, siamo io e il Santo alle prese con la raccolta differenziata.
Ora. L'ambiente è importante e anche noi vorremmo lasciare a nostra figlia un futuro migliore, ma lo sapete cosa vuol dire fare la raccolta in casa della Top-family? Un gran casino.
Abbiamo accolto l'iniziativa del comune con molto entusiasmo fino a che non si sono presentati gli addetti a riempirci la casa di bussolotti colorati.
Uno grande blu, uno grande e uno piccolo marrone, sacchi di carta così grandi che se Alice si piega c'entra dentro tutta intera e poi sacchi, tanti sacchi, un mondo di sacchi. E quello blu, e quello grigio, e quello trasparente...
I quesiti che il mio povero cervello ha elaborato sono questi:
Ndo li metti sti bidoni?
Riuscirò a imparare cosa va qui e cosa va là?
Se non ci riesco mi arrestano?
Quindi, in preda da un'ansia da prestazione allucinante mi son fatta interrogare. E all'inizio non ne ho beccata manco una.
“Via Simona, ci hanno dato pure il prontuario, stai tranquilla e guarda quello!”
“Ma ti pare che io sparecchi la tavola col papiro in mano per sapere dove va questo e dove va quest'altro?”
L'ho fatto. Sembravo un cameriere che sparecchia la tavola leggendo allo stesso tempo il menù.
“Ma poi ti viene naturale. Basta prenderci la mano”
“Devo. Sapere. Interrogami”
All'inizio pensavamo che fosse molto difficile poi abbiamo scoperto che nel blu ci vanno un sacco di cose. Se bevi il latte in bottiglia,per esempio, la bottiglia la metti lì.
Se invece fai il vicino di casa a pezzi con l'accetta, per quella storia del confine, quello va nell'organico.
Se invece hai strozzato tua cognata con una gomma per innaffiare, quella va nell'indifferenziata. Faccio per dì.
Quelli del comune oltre a munirti di bussoli ti dovrebbero munire di un permesso istantaneo per allargarti giusto quei due o tre metri quadri che ti servono per mettere queste scatole colorate, anche a mo' di costruzioni. Noi li abbiamo ficcati dentro a dei mobiletti, fuori in verandina, ma non vi dico il sottoacquaio. C'ho un puzzle colorato, un incastro di bussoletti colorati che manco tetris, che come mangi una mela e già pieno.
E poi eravamo impauriti dalle multe, perché se non ti attieni alle regole, scatta la multa, giustamente.
“Oddio, l'avrò chiuso bene? Ci faccio anche un fiocchettino?”
“Simo, è un sacchetto dell'immondizia!”
“Ma metti che così legato non gli piace. Aspè...ecco. Guarda bellino”
“Posso andare?”
“Sì...NO!”
“Che c'è?”
“C'abbiamo messo il polistiroloooooo!!!Oddiooooooooooo!!!Ci fanno la multaaaaaa!!Buhhahhahhahah!!”
Ciaf! Ciaf! Il Santo che mi prende a schiaffi per placare il mio attacco di panico.
“Simo, ti prego, stai calmaaaaa!!Il polistirolo ci DEVE andare”
“Ah sì?”
“Posso?” Andrea si incammina in fondo al vialetto. E io dietro.
“Ma dove vai?”
“A vedere dove lo metti”
“E dove lo metterò? In cima, no?”
Lo posiziona. “E lo lasci lì?”
“Eccerto!”
“Secondo me va messo un po' più in qua”
“Simo, lì va benissimo”
“Dici?Aspè...” e mi son messa a smanettare, spostando il bussolo azzurro, manco stessi creando un'opera astratta intitolata “Rifiuto urbanistino on the city”.
Mi sembrava troppo fuori “Ci fanno la multa perché intralciamo il marciapiede”
Troppo in dentro “Se l'operatore è un po' stanco fin qui non ci arriva e non lo ritira”
Troppo nascosto “Non lo vedono e il rifiuto organico rimane qui in giacenza e al nostro ritorno troviamo un rave di vermi col birrozzo in mano”
“Se lo mettessimo qui?Lo vedono di sicuro, no? Và che bello”
“Simo.Togli immediatamente il bussolotto da sopra il muretto. Ma ti pare che un bidone della spazzatura possa stare sul muretto di recinzione?”
Mi spegne qualsiasi iniziativa il Santo.
Però, devo dire che pensavamo che fosse molto difficile e noioso, invece una volta imparati gli scarti, è molto ma molto semplice e veloce. E anche bello, perché ti sembra davvero di fare qualcosa per l'ambiente. E non hai l'accumulo di spazzatura perché ritirano un po' tutto a giorni alterni. Ora non ricorro nemmeno più al menù, salvo casi eccezionali come quando rompo le palle ad Andrea: quelle ho letto che vanno nell'organico.
Se invece vuoi sbarazzarti della suocera devi chiamare il numero verde: Ritiro rifiuti ingombranti.

Poi non dite che non vi sono utile.

mercoledì 2 febbraio 2011

OCCHIO PER OCCHIO




Alzi la mano chi porta gli occhiali. Su, forza, non fate i furbi, che vi vedo,sa? Che andate in giro a fare i guappi vantando una vista da falco e invece siete orbi come talpe.

Ecco, io sono una di quelle.

Come l'ho scoperto?

Aneddoto (anche romantico se vogliamo.Come no)

Irlanda 1997-viaggio di nozze-

“Simo cosa dice quella scritta sul cartello stradale?”

“Quale scritta?”

“Quella là!Andata.Devo tornare indietro”


Ritorno a casa.

“Simo che c'è scritto su quel cartello?”

“Quale cartello?”

“Simo, vatti a fa vedè la vista”


Io orba? Ma scherziamo?

Sì, io orba.

Ma poco poco.

Fatto sta che appena tornati a casa vado dall'oculista.Che poi il cecato della coppia era Andrea.

Apro parentesi (Il Santo da un occhio è quasi orbo, infatti pare, e dico pare, che quando esclamò “Orpolà che gnocchetta è la Simo, quasi quasi mi dichiaro”, avesse una forte infiammazione all'occhio sano con conseguente abbassamento di diottrie. Quando fu guarito, ormai era troppo tardi. Io gli avevo già messo il collare)chiusa parentesi.

Però non si spiega come mai con l'occhio sano veda più di me con tutte e due, dev'essere la santità.

Mi faccio la mia bella visitina, tirando anche un po' a caso. Alla domanda del medico “Perché è qui? Quando si è accorta di vederci poco?”

Volevo rispondere “Ero in viaggio di nozze”, ma ho mentito, perché la paura che lui replicasse “Lo sa che fare tanto sesso fa abbassare la vista?” stile minacce della nonna, era tanta.

Quindi ho scazzato un “Mah...vedo le scritte un po' sfuocate...” restando sul vago.

Certa che Andrea si sbagliasse (non posso essere orba, perdio!), mi intronfisco tutta e mi vanto pure che so infilare un filo in un ago senza prendere la lente come faceva la prozia.

Risultato della visita?Sono miope. Ma poco poco.Davvero. Il dottor House mi consiglia un paio di occhiali, da mettere alla guida per leggere i cartelli, o quando sono particolarmente stanca (?).

Al che per scegliere la montatura mi parte una giornata.Anche perché mica è facile. A me gli altri con gli occhiali mi sembrano tutti belli, per esempio il Santo con gli occhiali è più affascinante, mentre io mi immagino già stile nonna Abelarda.

“Simo è un paio di occhiali. Ti prego”

“E' importante!Metti che mi stanno male”

“Ma non ti stanno male. Sei carina con gli occhiali. Tho!Guarda come sei caruccia!”

“Amò, c'hai la sciarpa sull'occhio sano.Ecco, guardami ora”

“Ah. Sembri Sandra Mondaini”

“Vedi?”

“Hai il viso piccolo, prendi una montatura piccola”

“Così?”

“Sembri una topa...”

“Tesoro regolati, siamo in un negozio!Comunque grazie manzone mio!”

“...da biblioteca.Troppo tondi”

“Questi?”

“Sembri Elton John. Potresti evitare i brillantini, per esempio”

“Oh bhè...questi qua?

“A punta?Audaci. Poi fai te. Se ti piacciono...”

Mi guardo. Sembro la moglie di Spock.

“Questi qua?va che belli rosa!”

“Signorina? Mi scusi, quello è il reparto bimbi”

“Ah”

“Amò aiutami!Io non ho mai messo gli occhiali!Che poi mi hanno detto che possono davvero cambiare il volto di una persona. Deve far parte della mia personalità!”

“No, ci devi vedere.E ci devi stare bene”

“Ma io scelgo quelli che stanno più bene a te, e te ricambia, no? Dimmi quali mi stanno meglio”

“Te non hai qualche idea?”

“Sì, vediamo...piccoli, non vistosi, fini, che non si vedono, che non facciano parte dell'arredamento della mia persona, resistenti che tanto lo so che poi mi ci siedo sopra,che non costino quanto una jeep, non firmati, leggeri ma che mi stiano a posto, che valorizzino i miei occhi e che facciano pendant coi jeans che è la cosa che porto più spesso, con la custodia azzurra e il pannino rosa, perché me la danno la custodia e pure il pannino, vero? Magari tondi, no tondi no che fa troppo segretaria, allora un po' ovali, cioè tondi ma schiacciati in mezzo, hai presente...”

Il Santo si è appisolato nell'angolo dei prodotti per lenti a contatto.

Idea!

“Amò!E se mi mettessi le lenti?”

“Ma per cosa?” Tho, si è svegliato “Per un po' di miopia?Ma da quanto siamo qui dentro? Non hai fame?”

“Ma che fame!Ho deciso, voglio le lenti!Viola. Te l'ho immagini? La Liz Taylor de noattri!Sìììì!!Sarei divina!”

“Simo”

“Aspè aspè, sennò verdi. Che figata!Castana con gli occhi verdi, eh? E tutti mi chiameranno 'La ragazza con gli occhi verdi”

“Ma...”

“Azzurri. Azzurri son più belli. Castana con gli occhi azzurri. Come il mare”

“Macchè azzurri..”

“Allora grigi? Dici che son più belli? Castana con gli occhi grigi.No. Poi sembro un huscky.Marroni. Castana con gli occhi marroni.E' un colore caldo il marrone. Sarei più che altro congrua.Cioè. Voglio dire, sarei coerente.”

“Simo, tu ce l'hai marroni”

“Ah sì? Allora mi servono gli occhiali”

Morale: dopo lunghe ed estenuanti prove che manco un indeciso cronico in un camerino, ho scelto l'occhiale che fa per me.Quando me li metto non mi riconosce manco mia madre.

Quando me li metto Alice fa “Sembri una maestra”

Quando me li metto Andrea mi fa “Giochiamo alla segretaria?”

Ovvio, che il più delle volte mi dimentico (leggasi: non li metto quasi mai), perché sono convinta che io ci vedo meglio senza. A parte quando provo a leggere i cartelli:

un divieto di caccia mi diventa un divieto di cacca, tanto per dirne una.Ma son dettagli.

Tempo fa ho fatto fare la visita anche ad Alice. Manco a dirlo ci vede meglio di un'aquila. Anche se, dopo le gocce di atropina, un'ora dopo in macchina mi pareva di averci una civetta.Due occhi così.

Comunque, cari miei, a me gli occhiali non servono. Quando prendo le tranvate, tipo una craniata nello stipite della porta, è perché prendo le curve troppo strette, non tengo l'asfalto come le gomme vecchie.

Dev'essere il femore.

“Pronto?Per le gite a Lourdes?...”


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