giovedì 31 marzo 2011

E' QUI LA FESTA?



Pereppèppèpeppè! Pereppèppèpeppè! E vai col treninooooo!!! Oggi è il mio compleannoooo!!!

Musicaaaaaaaa!!!!Cantata da Aretha Franklin chiamata con un sms per l'occasione.Accendete se volete immergervi nella festa.


Dai immaginatevi a una festa vera!Io vi accolgo col mio abito da cocktail, nella mia casa a Malibù, tipo questa:

(se dobbiamo sognare facciamolo alla grande) e voi vi accomodate sul divano, io vi offro un drink, il mio ammmore è splendido nel suo smoking, Alice è favolosa nel suo abitino di chiffon, i camerieri passano tra di voi con il vassoio delle tartine, l'aria è allegra, ma allo stesso tempo fine, elegante, sublime.Io mi muovo leggiadra tra di voi, abbracciandovi con tutto il mio calore. Qualcuno si accomoda fuori, in piscina, con i calici in mano brindando in mio onore al chiaro di luna...Dio che festa!!!

Wow!

Wow.

Wo.

W.

STRRRRWWWWWW!!! REWIND.

Okay basta così.Torniamo alla realtà.

Che cosa ci sarà da festeggiare, visto che non faccio 18 anni ma venti di più, lo so solo io.

Ho seriamente pensato che il Santo mi regalasse un deambulatore e Alice un bastone con la testa di un' anatra in ottone, e invece a vedere le confezioni regalo (troppo piccole) mi sa che l'ho scampata.

Dentro allora ci saranno una dentiera e il SalvavitaBeghelli.

Come mi sento a 38 anni? Ho la sciatica. L'inizio di un'herpes.I capelli in autogestione.Devo continuare? Ma più tardi mi farò bella (un miracolo può sempre accadere), per festeggiare al meglio il mio compleanno. Perché io di fatto mi sento ggggiovane. Ma parecchio eh? Infatti a mia madre ho chiesto il ciddì dei Tokio Hotel.

Il festeggiamento durerà come sempre qualche giorno:

oggi qui con voi, che vi amo, vi stimo e vi ammiro che non potete capì.Grazie di essere qui con me, di supportarmi, ma soprattutto di sopportarmi e ho una sorpresa per voi (capirai, che sorpresa).No, non è un candy, ma lo facciamo presto.E mi viene da ridere, perché vorrei fare una cosa un po' particolare. Fossi in voi mi preoccuperei. E poi di là, su FB dove c'è un gruppo di ascolto fantastico, dove ci sono le mie comari, senza le quali, mi sentirei persa. E sono sempre pronte a consolarmi, tipo “Bimbe oggi mi sente un po' un dente” “Simo, vai dal dentista perché sicuramente c'hai una carie, un ascesso e ti opereranno”Va là.

Stasera da mammà perché, da che sono nata, io e babbo festeggiamo insieme il compleanno. Sono la figlia di un uomo che è nato per il pesce d'Aprile. Come dovevo venire su?Ditemelo voi.Farò una torta a forma di orata, tanto per restare in tema.

E poi sabato festa a casa di Simo, quella vera, col tavolo, il divano ecc ecc, e se non foste così lontani vi inviterei tutti quanti.

Come?La sorpresa? Ah sì, ma mi sa tanto che sorpresa non è, visto che è da ieri che gira su FB (la mia capa l'ha spiattellato così.Zan zan!)

E' uscito il mio primo articolo.

Ieri.Un giorno prima del mio compleanno. Come regalo non è male,rischiavo solo di rimanerci secca e di non godermelo, faccio per dì. Devo dire che c'è stata una pressione non indifferente da parte di alcune (specialissime) persone.

“Oh!Ma quando esce?”

“Allora?L'hai fatto?”

“Ma non dovevi già averlo fatto?”

Manco dovessi partorì. Infatti una mi ha guardato e mi ha detto “Non sapevo nemmeno che fossi incinta”

Oddio, è stato quasi un parto, na roba facile come giocare a briscola con uno strabico.Miravo qui e coglievo là.

Non la stesura dell'articolo, ma proprio metterlo dove sta. La caporedattrice mi dice “Vedrai come è semplice!”

Come no. C'ho messo due ore e mezzo. Già il fatto che metà del pappiè è in inglese, e io a parte House,Boy e Girl non so capire altro, e poi me la dovevo proprio gestire.

Dopo aver dato i miei dati personali, manco dovessi entrare a far parte del KGB, dovevo entrare nel sistema. Mi è stato chiesto di fare un riassunto, di scegliere una foto, e di scrivere di me per il redazionale, e ho temuto che mi chiedesse le impronte digitali o di sottopormi allo scanner della retina. Dopo averlo spedito sono rimasta davanti al piccì stile sindrome di Stendhal. Andrea quando è arrivato mi ha chiesto “Amò? Uh uh!Ci sei?”

“Ho mandato il primo articolo” fissavo il monitor credo con la stessa espressione che farei se mi trovassi una betoniera in salotto.

Quindi tante cose in questi giorni, il vostro affetto straordinario l'ho sentito abbestia (come so' fine) e GRAZIE INFINITE per l'entusiasmo e l'incitamento per questa nuova avventura. Vi ho proprio sentito qui, in questo muscolo chiamato cuore.

GRAZIE a chi mi sta tempestando di sms di auguri (il mio cellulare vibra così tanto che se lo vede Cicciolina me lo sequestra)

GRAZIE a tutti i messaggi di auguri su FB (mi sono affacciata e temo che mi si svampi il piccì)

GRAZIE a chi me li farà più tardi (se fate battute sulla mia età, vi scovo, prelevo una foto di voi quindicenni coi brufoli e l'apparecchio, vi ci taggo e la spedisco a tutti!Capo e nuovo fidanzato compresi)

Minchia, a rileggermi sembra un testamento.

Però son troppo felice di essere qui con voiiiiiii!!! Voglio dì, è o non è un bel compleanno? Okay, non ne faccio 18, ma c'è bisogno di ribardirlo?

Ah sì, il link, eccolo QUI.

Ditemi se vi piace la rubrica, l'articolo, commentate se volete eh? qui, di là, dove ve pare, ma ci terrei a sapere cosa ne pensate, visto che è la prima volta che affronto una cosa del genere. Come quando fai un figlio, hai presente? Che non vedi l'ora che ti dicano “Ma quanto è belloooo!”

poi arriva una che ti fa “Sembra Cita” .

Ecco, roba così.

Le prossime date di uscita dovrebbero essere il 12 e il 27 Aprile, ve le devo ricordare? Vi attacco un post it a sputo in fronte?Okay.

Ovviamente non finisce qui perché ci sarà il dopo-festa e le premesse già sono allucinanti. A partire dal fatto che stasera, figa o non figa, indosserò il nostro cappello dei compleanni:


Non è fantastico?

Vi lovvoooooooooo!!!!!!

E grazie ancora.



lunedì 28 marzo 2011

IL MINCHIA-TOUR


Non sono morta, sono viva. No, sennò uno pensa “Ecco, ora questa scrive pure gli articoli e non aggiorna il blog”. Invece no, mi si stanno accavallando giusto un po' di cose, sapete quei periodini belli pregni di cose nuove, cose da sistemare...quella roba lì. E poi, anche se la maggior parte delle persone che non mi conosce, non mi darebbe in gestione manco un criceto, io tengo famiglia. Un po' strana ma la tengo. Che con la primavera si risveglia ringalluzzita, diventa frù frù e ha una voglia di stare fuori che non potete immaginà. Settimana scorsa qui ha fatto dei giorni che pareva di essere a Luglio e me ne sono stata a zonzo in centro a fare vasche, manco avessi quindici anni. A tal proposito mi si è aperto un mondo del quale vi parlerò in un prossimo post. E avrò bisogno di voi, sappiatelo, quindi tenetevi pronti.

Dicevo: ho avuto un po' da fare. Tipo cene con amici (adoro), visite mediche (ma anche no), lezioni di cucina dopo la richiesta di Alice “Mamma, ma ti ricordi le KinderParadiso come erano buone?”

E che non gliele vuoi fare?

E poi altre amenità che rendono comunque viva la vita. Ma c'è chi mi ricorda i miei doveri (ma soprattutto piaceri) apostrofandomi giusto un filo:

“Ma lo sai che è dal 23 che non aggiorni il blog?Eh?” (sottotitolo: eccheccazzo!)

“Sono dal dentista”

Ecco. Tanto per farvi capì. E, visto che siamo a fine Marzo, con somma gioia vi annuncio che per la Top-family è iniziato il periodo GFP (Gite Fuori Porta). Bon.

Settimana scorsa in casa:

“Simo, tra poco scatterà pure l'ora legale, cominciamo?”

“Okay, lavo gli zainetti!” Le giovani marmotte ce fanno na pippa.

“Ho saputo di un posticino...”

“Ma mette pioggia?”

“Speriamo di no!”

A quel punto una folgorazione. “Quanto ti amo!”

“...?....”

“Perché io ti amo”

“Lo spero bene, Simo, ma...che c'entra?”

“Ma tanto, eh?”

“Lo so, lo avverto.Vieni qua”

“No no, ma di più”

“Amore che c'è? Che è successo?”

“Dicevo:se domenica piove...Ikea?”

Ha piovuto? No, ma c'è mancato poco.

Ci svegliamo la mattina convinti che siano quasi le dieci e di colpo veniamo proiettati come in un film di fantascienza,alle 11.Quindi ci spariamo una sorta di brunch che comprendeva latte, succo d'arancia, le KinderParadiso hand made, biscotti secchi, toast e frutta. Manca poco vomitiamo.

Ma l'idea era quella di partire presto per la gitarella. Non ho fatto la danza della pioggia per andare per forza da Ikea perché sapevo che il Santo (in quanto ha gli aiuti da lassù) ci avrebbe portato in un bel posticino. Partiamo armati di macchina fotografica, giacca a vento e zaini che sembriamo i nipoti di Messner.

“Andrea, ma sto posto dove l'hai visto? In una trasmissione?”

“No, su una guida.”

“E ndo l'hai presa la guida?”

“Non me lo ricordo”

Ottimo. Nsisà nemmeno dove minchia andiamo. Ma noi siamo così. Si parte e non si sa dove si va, si mangia dove capita e via.

“Vè vè non piove nemmeno!Va che bello!” esulto come una gallina eccitata, bensì andassimo incontro a dei nuvoloni neri come lividi. Quando si dice che l'ottimismo è il profumo della vita. Tonino Guerra mi dovevo chiamà.

I dialoghi in macchina sono stati:

“Ma dov'è sto posto, babbo?”

“Per di qua”

“Sarà...ma qui vedo dei nomi strani che non trovo nemmeno su Topolino”

“Fidati”

“Se lo sapevo lasciavo le mollichine”

Prima tappa del minchia-tour è uno spiazzo nel verde. Cioè doveva essere verde, perché siamo quasi ad Aprile, ma era un freddo porco e l'aria era gelida e triste come un Novembre qualsiasi. Ergo: di verde c'era solo una panchina. Ma era tutto molto romantico, con la chiesetta, la cascata e un mare di foglie secche dove facevano capolino dei fiori sbottando con un “Aò!Noi ci siamo, ma che è, abbiamo sbagliato stagione?” Giuro che i fiori spuntati sulle foglie secche erano troppo surreali.

“Ti piace, amore?”

“Sì, peccato che sembra Natale”

“Infatti, baciamoci sotto il vischio!” e manca poco ci infrattiamo dietro un abete, perché si sa la primavera risveglia tutto e fa crescere l'ammmore. Mai una volta e dico MAI che mi facesse crescere le tette.

“Bello qui, babbo! C'è anche la cascatina!”

Perfetto, se ci mettevo un pastore sembravamo un presepe vivente e al grido di “Qualcuno c'ha una stufa?” abbiamo proseguito per andare a visitare il famoso paesino della foto della guida.

Effettivamente il posticino è molto suggestivo, è che...cioè son davvero cento metri quadri. Anzi, pare un quadro.C'era anche un po' di gente. Una decina di persone, tutte del luogo probabilmente e facendo finta di fare le foto ho cercato di capire i discorsi saggi delle vecchie comari. Dio quanto abbiamo da imparare dagli anziani!

“Qua ci stava mia sorella. Ora è morta, poverina. Si affacciava sempre da questa finestra. Ma ora è morta. Quello era il suo campo. Si sposò giovane con Gaudenzio. E' morto pure lui”

Che è, na casa o un cimitero?

“Che l'hai visto dalla Filippi (De Filippi n.d.r.) che popò di gente c'è?”

“Ma a te i panni ti asciugano?”

“Ieri sera ho mangiato i fagioli ma non li ho mica digeriti”

Se le foto sono mosse c'è da dire che c'era una spostamento d'aria nella zona non indifferente.

“Venite che visitiamo pure il paesino” ci suggerisce il nostro Cicerone.

Allora: immaginate la scena. Nuvoloni neri all'orizzonte, paesino deserto da sembrare disabitato, un silenzio innaturale, due gatti neri, un corvo e se c'era Robert Pattinson pareva di essere in Twilight. Se lo sapevo mi vestivo da Morticia, tanto per essere a tema. Molto molto carino e se c'era il sole era anche meglio, ma non si può avere tutto dalla vita. Ovviamente ho rischiato di:

-essere denunciata “Simo, per fare la foto sei appena entrata in una proprietà privata”

“Ah sì?”

-essere investita “Simooooooo, una macchinaaaaaaaa, togliti di lì!”

-essere denunciata nartra volta per atti osceni in luogo pubblico (ma disabitato) in quanto per fa na foto mi sotto arzigogolata mezza e mi si è visto il mutandone della nonna.

-essere ricoverata in ortopedia (sono inciampata in un masso e manca poco finisco a pelle di leopardo)

-essere lasciata lì perché, visto che non c'era nessuno, al Santo la voglia gli era presa. Ma tanta.

Che bello, abbiamo inaugurato la stagione in maniera magari un po' malinconica vista la scenografia, ma siamo partiti. Ovvio che ci sarà qualcuno che dirà. “Allora era meglio Ikea!”

Eh sì, il problema è che la libreria Billy l'ho già fotografata un sacco di volte.


p.s. Mentre sto scrivendo il post c'è Andrea che mi sta dicendo “Amò, che l'hai chiamato l'imbianchino?”

Perché avremmo intenzione anche di imbiancare tutta casa. Ndo lo troviamo il tempo non lo so manco io.

HELP.

p.p.s. visto le numerose richieste QUI il link del posto.

mercoledì 23 marzo 2011

CHIEDETEMI SE SONO FELICE E NOVITA' (stai a vedè)







Ecco, sto scrivendo il post che molti di voi (ma davvero?) attendevano.

E' iniziato tutto qualche giorno fa quando, sapendo che avrei incontrato una persona, ho messo su FB la seguente frase “Chiedetemi se sono felice. Pappappero!”.

Che poteva dire tante cose, ma tante. Tipo che avevo trovato George Clooney in un tombino, per dire. Ma non dilunghiamoci, vi sparo subito la notizia poi ne parliamo, okay?

A breve scriverò articoli per il portale tutto al femminile www.Tentazionemakeup.it

Ma non è finita.

Avrò una rubrica tutta mia.

Ecco, ora potete dire “Ahhhh!!Tutto qua???”

Sì, tutto qua.

Volete sapere come è andata?Va bene.

Un po' di tempo fa leggo che Laura Portomeo (la capo redattrice del portale) cerca articoliste.

Le scrivo una mail per avere maggiori informazioni, poi dopo due vodka mi lancio in un “Sarei interessata”, poi l'unico neurone sobrio mi prende a badilate il cervelletto, mi fa rinvenire e chiudo con un “Ma che dico, scusa se ti ho disturbato, scrivo in maniera talmente ridicola che non penso proprio che io faccia al caso tuo”.

Laura (che ha avuto modo di leggermi grazie a questo post) mi risponde “Sono fuori sede per diversi giorni, mandami una mail all'altro indirizzo che quando torno da Pisa ne parliamo”

ALT.

Cioè, lei sarà qui tra qualche giorno? Ma che...STRATOSFERICA BOTTA DI CULO! Scusate il francesismo.

Ne parliamo? Non mi ha cestinato all'istante? Altra stratosferica botta di culo.Avevo la pelle d'oca, come sempre quando capitano quelle due o tre cose tutte insieme, incastrate perfettamente l'un con l'altra.Un annuncio, una mail, un incontro di persona. Succederà tra altri 20 anni, come vedere la luna più grossa (è stata sta cosa, me lo sento), o non succederà mai più.

Quindi ieri era il C-Day dove C sta per...okay, avete capito. Invece di scambiarci mail al suo ritorno decidiamo di parlarne di persona, visto che è qui. Lei mi lascia il suo numero e mi propone “Pranziamo insieme?”

Pranzare?

Non vi dico l'eccitazione, la contentezza, l'euforia di questo incontro (come ogni volta che incontro qualcuno conosciuto solo sul web)

Giuro mi sentivo come Anne Hathaway, manco avessi appuntamento con Miranda Priestly!Ho pensato: Ecco, lei mi guarderà e mi dirà "Mia cara, visto il tuo curriculum, sei assunta.Per pulire il cesso”

Anche perché, parliamoci chiaro, io di make up non ne capisco una beata mazza. Nel senso: sono una donna, quindi ovvio che uso creme, che mi trucco e a volte mi pettino anche, ma non sono un'esperta del settore.Potrei scambiare uno scovolino da water con quello per il mascara, uso le dita per stendere l'ombretto visto che nove volte su dieci la paletta mi va a finire nello scarico del lavandino, intasandolo, e non so riconoscere una cipria da un fondotinta compatto.

Ecco, con queste premesse, quante possibilità avevo? Voglio dì: sono l'opposto di tutte le professioniste che scrivono sul portale. Vi dico solo una cosa:

Laura mi scrive un criptico “Ci vediamo a mezzogiorno da Kiko”

Kiko?

Chi è Kiko?

Un buttafuori?

Un locale, tipo 'Da Kiko, cucina tipica toscana?”

Una beauty farm gestita dalla sorella di Yoko Ono, Kiko?

Kik'azzo è?

Iniziamo proprio male. Non so chi sia questo Kiko, ma non posso assolutamente fare la figura da idiota e chiedere chi è, quindi lo digito su Google.Sì, l'ho fatto.Pensate come stavo messa. E cosa salta fuori?Che è una catena di negozi di make up. Ma certo!Potevo arrivarci santoiddio!Dove vuoi che mi dia appuntamento? Da 'Gaetano il porchettaro?' Eannamo!

Dopo aver spippolato alla rinfusa per cercare il punto vendita della mia città, parto convinta, arrivo in centro, dono un rene alla ditta che gestisce il parcheggio (alimortè), mi incammino all'appuntamento, la vedo e...e...potrebbe essere mia figlia! Minchia quanto è giovane.

Ci salutiamo con baci e abbracci, mi presenta Elena, la sua amica e se ne esce con un “Vi dispiace se facciamo un giro dentro?”

Laura,circondata dai cosmetici sembra abbia l'apparizione della Madonna, si vede che è nel suo mondo e mentre lei spiega a Elena la differenza tra il kajal e il khol (giuro pensavo parlasse di due giocatori della Roma), io mi rendo conto che compro i trucchi con la stessa accortezza con la quale un orbo comprerebbe un maglione da accostare ai pantaloni.Così, a cazzo. Io vado a sensazioni, a profumo e realizzo che non saprei usare nemmeno la metà di quello che è esposto.Evvai. Mi faccio avanti “Guarda Laura, è un piacerissimo stare con te, ma riguardo a quella cosa...voglio dirti la verità, ho un modo molto casereccio di approcciarmi ai cosmetici, potrebbe battermi anche una bambina di tre anni coi trucchi delle Winx, non credo che...”

“Sshh sshh sshh” Lei mi zittisce con un' espressione amorevole che io ho interpretato come un “Amore, ma che dici”

Speriamo bene. Mentalmente cerco di buttare giù un articolo, così a braccio...ehm...allora...sì...potrei parlare...mmh...vediamo... 'la differenza tra una matita per gli occhi e una per le labbra è data dal... dal...'no via non ce la faccio.

Laura nel frattempo ha comprato il comprabile con la scusa di Becky “Ma è un affare!” ma soprattutto “Ma è per lavoro!”, con Elena, che, conoscendola bene, cerca di distoglierla da mille vetrine fatte di rossetti e trousse.

Decidiamo di parlare della miacosa davanti a una pizza. Invito Elena a mettersi nel mezzo dicendole “Se svengo, parami e fammi sniffare il sale da cucina”

Davanti a una margherita, Laura snocciola termini come 'Redazione', 'Scadenze', 'Articoli' 'Collaborazione' e 'Uscite'. Io non ci sto a capì una benemerita cippa. Ma parla con me?

“Ehm...io che ci faccio in tutto questo? Cioè sarei felice, ma mi rendo conto che sarei inopportuna come un petardo in chiesa”.So essere obiettiva.E' inutile partire con 'Sono la persona che cercavi', 'so tutto di bellezza femminile' e 'scrivo articoli da quando avevo cinque anni'.Ma de che???? E' già tanto se tengo un blog.

“Tu sarai la voce fuori dal coro” e già mi immagino sull'altare vestita da chierichetta diretta da Whoopi Goldberg vestita da suora.

“Davvero?”

“Sì, mi piace come scrivi, con quel post m'hai fatto morì, ironica, frizzante.Abbiamo un portale scritto da donne che si intendono di make up?Tu scriverai questo mondo visto dalla parte opposta, il tuo punto di vista, le tue esperienze e le tue idee in proposito”

“Da chi non ci capisce niente, praticamente”

“Infatti.C'è bisogno di ironia, di sdrammatizzare, perché le donne sono anche questo”

“Ehm...e gli argomenti?”

“Quello che vuoi. Hai carta bianca”

“Ecco”

“Che disponibilità mi dai per i pezzi?”

I pezzi? “Oh...non so,su che linea siete?Nel senso, quanti articoli metti in linea?Due, tre, a settimana?”

“Una ventina al giorno”

Cof Cof! (colpo di tosse) Voglio morire.Subito. “Oh...certo.E...dicevo:quanti siete in redazione?Nove,dieci?”

“Cinquantatrè”

Manca poco sputo un pezzo di pizza nel suo piatto.

“L'idea sarebbe di darti una rubrica tutta tua.L'argomento lo scegli tu, puoi spaziare su argomenti femminili, diciamo la donna a 360°. Io ti faccio avere di mese in mese le date di uscita dei tuoi articoli, e tu tre giorni prima della pubblicazione me li fai trovare sulla mia scrivania. Verranno visionati da un editor e poi messi in linea. Farai parte della squadra a tutti gli effetti.Anzi mi serve una tua foto e una breve descrizione per registrarti in redazione. Okay?”

Eh? Ma sta dicendo a me? Articoli? Redazione? Scadenze?

Ma soprattutto:IO???

No, capiamoci.Chi mi dice che ce la faccio? Avevo un'ansia da prestazione a mille.Laura percepisce il mio scetticismo “Simo, tranquilla, davvero. Ma ti pare?Vedi come sono serena?E' tutto sotto controllo”

Guardo questa ragazza che ha una determinazione e una sicurezza che io alla sua età non possedevo, cioè la possedevo ma non la buttavo certo sul lavoro. E' una che quando apre bocca sa quel che dice, che ti sa fare l'analisi degli ingredienti di una crema manco fosse una dei RIS, che si muove tra termini tecnici da web-master, e parole che pensi che facciano parte di un altro pianeta. Invece ho scoperto che sono termini del settore. Più volte ho chiesto: “Prego? Parla potabile”.

Ma dall'altra, Laura ha un atteggiamento molto materno, ci tiene al suo gruppo, all'armonia e, conoscendo anche il suo lato personale davanti a un caffè, devo dire che è troppo in gamba.

Quindi. Per l'inizio di Aprile devo preparare il mio primo articolo, più che altro di presentazione, di cosa parlerà la mia rubrica (che non ha ancora un titolo, ma Laura ha sentenziato “Ho già qualche idea, mandami il pezzo poi decido”)tutto scritto in perfetto Simo-Style. Infatti non saprei scrivere diversamente.

“Mi piaci appunto perché scrivi così, se cambi non va bene” Adoro questa donna!E la ringrazio immensamente per questa opportunità.

Che sollievo. Posso essere me stessa. L'idea mi stuzzica non poco, è la prima volta che mi confronto con qualcosa di diverso dal mio blog, che esco fuori diciamo. La stesura di un articolo non è confidenziale e personale come un post, quindi chissà.Stai a vedè che casino.

Ora, ho un compito per voi:

Ho un minchia-blog, mi vedo coi food-blogger e scriverò per un portale di make up.

Trovatemi un nesso tra queste cose, perché io onestamente ho difficoltà a collegare il tutto.

E che Dio me le mandi buone.

Le idee.

p.s. Contenti che ve l'ho detto?



lunedì 21 marzo 2011

A come APPARECCHIO




(Immagine tratta dal web)



Avete mai portato vostro figlio dal dentista?Sta buono?Sì? Ecco, mi dite come fate?

“Mamma, guarda sto dente, tra poco parte eh?” Sì, chissà dove va.

Circa due anni fa prima visita dal dentista perché mi pareva (mi pareva) che i denti inferiori non fossero troppo dritti ma piuttosto parcheggiati a lisca di pesce.

Il mio dentista mi fa andare nel giorno in cui c'è il dentista dei bambini, lo specialista del sorriso infantile, il nostro Mr Mentadent P (P sta per Portate Pazienza). “Vedrai, ti piacerà” mi dicono, manco mi dovessero regalare un' auto.

Quel giorno veniamo accolte dall'assistente (una fior fiore di ragazza dalla battuta pronta) vestita color zuppa di fagiolini e piselli della Valle degli Orti. Un verde strano. Sembrava avesse scuoiato un tavolo da biliardo.A fine serata son sicure che c'ha anche due palle.

All'ora dell'appuntamento veniamo chiamate e quasi quasi accendo un petardo e festeggio, perché entrare puntuali quando hai di queste visite, è raro come vedere un tronista entrare in una biblioteca. E’ raro, ma può succedere.

Fatto sta che quando entro conosco finalmente Mr Mentadent P.

Ecco. E' un omino garbato, gentile, forse un filino inquietante perché ci accoglie con la maschera antisputo che lo fa somigliare vagamente ad Hannibal Lecter. L'ideale per Alice.Però dicono che ci sa fare con i bambini. Speriamo. Perché è più facile far fare alla mì mamma un triplo salto carpiato bendata, che far aprire bocca a mia figlia.

Lui fa domande di rito alla bimba ma come sempre mi devo improvvisare Luis Moreno e fare la ventriloqua. Lei apre la bocca come Rockfeller e io parlo per lei.

“Quanti anni hai Alice?”

“……………………………….”

“Ne ha 8 tra dieci giorni” rispondo.

“Uh che bello! Lo sai che anch’io ho una bimba che ne ha 6…?”

“Ah! Quasi coetanea!”

“…..di mesi.”

Perfetto. Battezzata alla grande, ma non con l’acqua santa. Con una figura di merda.

Parlando sempre ventriloquamente guardo Mentadent di sbieco e sussurro “Ti hanno avvertito?”

“Di cosa?”

“Che Alice non è proprio collaborativa”

Lui alza la mano come un vigile e fa “Per me non c’è nessun problema. Stai tranquilla, ci penso io”

Da dove è uscito? Dov’era nascosto fino ad ora? Sarà perché io sono abituata ad altri dentisti che avrebbero risposto. “Non collabora? Senta, ma proprio da me la doveva portare?”

Mentadent invita Alice a sdraiarsi sulla poltroncina. Se Alice si sdraia giuro che accendo un cero a Sant'Annibale. Infatti Alice non si muove e mi tocca mettercela a me, non prima di averle fatto prendere una craniata sulla lucina del lettino. Ma non forte. Ho temuto di averle sfracassato la testa.

Alice si mette a piangere, mi tira la maglia, scuote la testa,vuole me accanto, io non c’entro manco se m’incastrano come un pezzettino di Tetris, la luce viene rimessa a posto, Mentadent P prende la posizione ma sul più bello suona il telefono, il dentista mi guarda come dire “Chi cazzo è”, io lo guardo come per dire “Cazzo ne so”, poi scopro che è il mio, “Lo lascio suonare, smetterà” Lui mi sorride ma il suo sguardo recita “Se fa un altro trillo lo butto dalla finestra”

“Alice apri bocca”

“Mettiti dritta”

“Stendi le gambe”

“Driiiinnn!!!”

Se facevo 24 vasche in piscina con la Pellegrini attaccata al costume facevo meno fatica.

Però devo dire che Mentadent è stato bravo. Non ho capito un'emerita cippa, ma è stato bravo. “Ha il morso incrociato(?), i denti ci sono ma sono bassi (?), sotto è un po' affollato (?). “Deve fare una panoramica” è l’unica cosa che ho capito. Mi sento sgusciare tra un mese o l’altro un apparecchio per i denti, ma è solo una percezione. Proprio piccola.

In effetti l'apparecchio volendo lo poteva mettere. Per mettere le mani avanti diciamo. Ha provato prima con un apparecchietto che sembrava pongo modellato coi piedi, una sorta di dentiera di gomma per pugilato, una cosa che la faceva sbavare. Se le mettevo una botte attaccata al collo sembrava un San Bernardo.

DRINN!!!

“Come va?”

“Male, sbava da far paura”

“Non va bene, riportala”

Altro giro, altra corsa e altro copione, perché io, Luis Moreno, non posso certo ripetere lo stesso spettacolo.

Mentre cerchiamo di far quadrare tutto, Alice continua a cambiare denti. Temo che se li prenda a martellate di nascosto da quando ha sentito il dentista pronunciare “A meno che...a meno che, avendo un po' di fortuna, una volta cambiati, la situazione si assesta. Potrebbe mettere l'apparecchio fisso più avanti. Ora sarebbe stato meglio, ma è ancora piccola e la situazione non è per niente grave”

Quindi, tornando al discorso iniziale, Alice è contenta quando un dente dondola e barcolla come Amy Winehouse all'entrata di una clinica.

A distanza di due anni, però, devo dire che il dentista aveva ragione. Le si sono assestati, ha un bel sorriso e per ora l'apparecchio è scongiurato.Per ora. Per metterlo è sempre in tempo, come del resto ho fatto io, che l'ho messo a 21 anni. Ventuno. Avevo talmente tanta ferraglia in bocca che mi suonava anche la porta della banca.

Se mi dite che l'avete portato anche voi, poi vi racconto la mia. Vediamo chi è stato più sfigato.

giovedì 17 marzo 2011

NON APRITE QUELLA VETRINETTA








Quello che sto per fare è un codice Miranda,'qualsiasi cosa dirò potrà essere usata contro di me', in poche parole:mi sto a sputtanà.

Diciamo che ci sono due cose che io amo particolarmente (come si può amare una cistite) ed è lo stirare e lo spolverare. Tra ieri sera e stamattina presto ho fatto entrambe le cose. Mi son premiata diciamo. Sulla seconda opzione mi sono soffermata qualche minuto in più e ho deciso di spolverare la parte vetrata del mobile del salotto, quella che guardandola, ci potrebbero rifare il remake di 'Non aprite quella porta'.

Quella che nacque come Vetrinetta fine per cose belle, in breve tempo è diventata un ricettacolo di souvenir da tutto il mondo, oggetti strani e improbabili regalati da amici strambi e sede stabile di oggetti che vanno dal natalizio al pasquale. Na roba che manco al mercatino delle pulci a Petticoat Lane.

E stamattina più guardavo queste cose e più mi chiedevo “Che ce stanno a fa? “E questo cosa è?” ma più che altro “Ma questo, chi minchia me l'ha regalato?”

Vorrei illustrarvi cosa ho in questa vetrina.

Arrivati a questo punto potete benissimo abbandonare il blog.Mi rendo conto che quello che scriverò di seguito potrà interessarvi come sapere se il Presidente degli Stati Uniti ha una o più carie.

Allora.

Una Matrioska. Ma vera, eh? Arrivata direttamente dalla Russia ( e da dove sennò). Chi me l'ha regalata? Una modella? L'amico astrofisico di ritorno da un viaggio? No. Una badante.

Prima che facciate di sì col capo, come per dire “Eh, lo sappiamo che prima o poi te l'avrebbero appioppata” , vi dico che NON era la mia badante. Questo è un regalo di riconoscimento visto che la signora in questione è stata vittima di un incidente automobilistico e io sono stata la prima a soccorrerla.

“Qvesta pettè!”

“Oh grazie Olga!”

“Tu agvere aiutato me quando macchina buttata in terra”

“Olga, t'ha preso in pieno la macchina...”

“Sì, preso pieno, ma tu gentile, subito corso da me”

“Figurati!E che dovevo fare?”

“Tu avevi okkhi spaventati, povera pampina, io ricordo te”

“Olga, avevi un sopracciglio spaccato che manco Rocky.Una tranvata, diciamo”

“Sì, tu aiutato, questo regalo da casa mia. Tu non avere già”

“Ma ti pare?”

“Kvesto mio pensiero.Grazie ankora di aver asciukato mio sangue”

A' Olghetta, la smettiamo che sennò mi vomito sulle scarpe?Essù.

Sveglia della dimensione di un mattone traforato con raffigurante il Vaticano. L'hanno portata mamma e babbo dalla gita a Roma (Qui l'aneddoto e non chiedetemi a chi somiglio), insieme a un sacco di altra roba bellissima.Alice appena l'ha vista ha avuto una folgorazione (te pareva?)e mamma gliel'ha ceduta volentierissimo.Cosa non si fa per i nipoti (1° puntata) Ma questa sveglia ...è...è semplicemente...non funzionante. Non va. Si rifiuta. A dire il vero non c'ho provato poi molto e non so nemmeno quanto mamma volesse acquistarla.Temo che sia stata vittima dell'ennesimo ragazzo di colore. E al grido di “Gli prendo anche i fazzolettini, servono sempre dei fazzolettini.” se ne è tornata a casa con questo pezzo di...di...ho difficoltà anche a parlarne vista la bellezza.

Un gatto nero fatto di torba.Irlandese. Questo è un ricordo bellissimo del mio viaggio di nozze.

Lo amo particolarmente e quindi mi fa piacere averlo lì. Il problema che visto da lontano pare una cagata di vacca. E' tutto scuro e attorcigliato e quello che a me sembra un ricordo meraviglioso, agli occhi degli altri è un coso nero e pure puzzolente.L'avete mai annusato un gatto fatto con la torba?Parliamone.

Sabbia del deserto. E qui voglio la ola. Messa pure in un tegamino. Cioè, in un cosino di terracotta tipico del deserto. Dentro c'è una manciata di sabbia, preziosissima perché appunto viene da lontano. Anche qua mica si sta tranquilli. Ho dovuto metterla nella vetrinetta perché chiunque entrasse in casa mia era attratto da questo bel ciotolino e ogni volta che veniva preso in mano gridavamo “Attentoooo!!” e la sabbia nove volte su dieci cadeva.

Uno c'è rimasto parecchio male.Ha pensato di aver fatto cadere le ceneri di nonna.Che schifo.

Vi risparmio la descrizione dei trulli in miniatura e degli zoccoli olandesi grandi quanto una noce, ma se siete amanti di queste cose vi consiglio una gita a casa di mamma che sarebbe ben felice di farvi da cicerone nelle sue quattro vetrinette. Lì potreste trovare:

-nacchere di plastica con raffigurato un torero nella posizione "Vieqquà toro che te infilzo come uno spiedino". Fatto così bene che sembra Joaquin Cortes con l'ernia al disco.

-Piattini da ogni dove:Positano, Assisi, Roma, e dite un'altra città? Pure quella.

-La gondolina di Venezia. E che non vuoi avere la gondolina di Venezia? Mica di cinque centimetri.No.Il suo peso oscilla dai tre kg ai tre kg e mezzo. La puoi usare come fermaporta o come antifurto. Se la metti fuori anche il più impavido dei ladri non ce la fa a entrare. Sicuro. E ti dice pure se piove o no, perché come qualsiasi souvenir anni '80, quella cambia colore a seconda del tempo.

-La torre Eiffel in miniatura. Quella gliel'ha voluta portare Alice. Non solo ho rischiato che mia madre non mi parlasse per una settimana, ma l'ha regalata di nuovo ad Alice (Cosa non si fa per i nipoti- 2°puntata) dicendo “Almeno tu ci sei stata!” Quando dice sta frase guarda mio padre con risentimento. Apro parentesi (Due giorni prima di partire per Parigi mio padre si fa cascare un termosifone sui piedi.Alluce rotto.Lui sostiene che sia stato un incidente. Lei che l'ha fatto apposta pur di non portarla a Parigi.Mia madre sogna questa città come posso sognare io di svegliarmi una mattina e trovare Brad Pitt nel letto)Chiusa parentesi.

-Bomboniere varie.Alcune son così recenti che c'è scritto 'Prima comunione di Franco'

Franco adesso ha 54 anni.

Ovvio che la mia e quella di mio fratello sono in pole position. Capisci che non sono tanto recenti dai materiali con le quali sono state fatte. E' roba in via di estinzione come la foca monaca.

E poi varie e eventuali come statuette giapponesi bensì in giappone non c'è mai stato nessuno, tranne nella mente di un parente che durante un ultimo dell'anno si scolò mezza bottiglia di Rhum, vasi, vasini, vasetti che di Murano c'hanno solo la M di Made in China, oggettini di argento che una volta erano incollati alle bomboniere e che mia madre lascia perché “Se un giorno ho voglia mi ci faccio fare una spilla”. Ecco, speriamo non abbia mai voglia perché vedergli appuntare sul petto una spilla con un mazzo di fiori argentato grosso come un citofono, non è che sta bene.

Detto ciò, io amo questa donna che difficilmente butta via qualcosa. E se mai dovesse accadere, il mì babbo sarebbe già con un piede fuori. Anzi, con un piede nel bidone.

Come farei senza di loro.


domenica 13 marzo 2011

SEI LIDIA? (racconto tragicomico al Taste di Firenze)







Mio nonno diceva sempre “Chi si fa i cazzi propri campa cent'anni”.Da quello che è successo qualche giorno fa presumo che io camperò molto ma molto meno.

Ero su FB (visto che spesso Blogger parte di testa e non mi si connette manco a morì) e leggo uno scambio di battute tra Simona di Pellegrine Artusi e Aurelia (due food-blogger). Ovvio che se volevano farne un segreto non se lo scrivevano in bacheca ed è altrettanto ovvio che io son curiosa come una scimmia alla quale fai degli indovinelli.Tutto è partito con un “Ci vediamo sabato a Firenze?”.

Ed è finito con un “Simo, se non vieni ti prendiamo a badilate”

Che faccio, non vado? Devo dire che all'inizio non c'ho capito molto, poi mi hanno spiegato che si ritrovavano al Taste, un salone enogastronomico (è un salone enogastronomico?), meta ideale e magnifica per delle food-blogger.

Infatti.

Io che ci faccio?

Ma quello che mi ha spinto ad andare è stata l'immensa voglia di conoscere di persona queste stupende donne con le quali scambio due battute (leggasi minchiate) su FB e sui loro bellissimi blog.Sarei andata anche se mi avessero invitato a un raduno di alpini o a un ritrovo di boscaioli della Val Gardena.

Quando arrivo in stazione sono lì che mi attendono come delle zie premurose, le tre grazie. Tre perché c'è anche Cristina con la quale scatta subita un'empatia riassumibile in “Non prendiamoci troppo sul serio, che quando Dio ha distribuito il dono della tecnologia noi eravamo assenti”.

Io le trovo magnifiche:Aurelia mi accoglie come se fosse mia madre “Ti sei messa i tacchi?Male!Avrai mal di piedi fija mia, dovevi fare come me, che ti devo insegnare tutto?” La guardo e ai piedi ha delle comodissime scarpe da ginnastica che pare sia pronta a scattare per la maratona di New York insieme a Gianni Morandi. Dopo due ore l'avrei accoppata per fregargliele e mettermele ai piedi.

Cristina che è già alta quasi un metro e ottanta svettava pure lei su degli stivaletti, portati con molta disinvoltura,la stessa con la quale mi ha confidato di avere tre figli. Per il tacco e la numerosa prole le ho consegnato un Oscar come 'Mamma dell'anno'.

Simona invece era la superfashion del gruppo, sembrava fosse appena rientrata dalla notte di San Silvestro da quanto era messa bene. Con un vestitino corto e il décolleté 'vedononvedo' sembrava appena uscita da una copertina.Che trio, le ho amate da subito.

Io?Io come ero messa? Lasciamo stare.

La prima cosa che abbiamo fatto è stato prenderci un caffè insieme? Macchè.Siamo andate al cesso.Abbiamo inaugurato la nostra conoscenza dentro a un bagno pubblico. Che poesia.

Poi ci siamo dirette al Taste fidandoci del nostro TomTomAurelia che oltre a una borsa, che da quanto era pesa sembrava che dentro ci fosse un cammello morto, aveva un'altra borsettina dove dentro c'era una palla di pasta. Ora, si può andare in giro per la città con un sacchetto di pasta per pizza lievitante in mano? Sennò non era amica mia. Quello che a me pareva in tutto e per tutto un Blob color pelo di criceto, era in verità la pasta madre. Le mie cuoche mi hanno spiegato che lo devi curare, impastare, nutrire, rigirare e rinnovare almeno una volta a settimana, sennò muore.

Un tamagotchi. Paro paro.

Arrivate al taste, tre di noi hanno pagato e una no:Aurelia.Lei dice che gli hanno dato il pass, secondo me li ha minacciati di lasciare lì la pasta madre che li avrebbe divorati e fagocitati nelle prossime 24 ore.Infatti il 'figliolino' , come lo hanno soprannominato loro, è stato messo in giacenza nel guardaroba. Le persone normali ci mettono il cappotto, Aurelia la pasta per pizza.Va là.

Devo dire che i mie dubbi se essere lì o meno fosse la cosa giusta, sono svaniti una volta entrate dentro. Anche a chi è diversamente abile in cucina come me e scambia un porro per un cardo, quello che ho visto mi è piaciuto tanto tanto. Un tripudio di gusti, colori e sapori.

Per immortalare tutto sto pappiè abbiamo sguainato le macchine fotografiche. Per farlo ci abbiamo impiegato tre quarti d'ora e ce le siamo misurate manco fossimo dei tredicenni nel bagno della scuola.

“La mia è più grossa”

“Ma la mia è più lunga”

“La mia c'ha uno zoom che non ti dico”

“E' vero che farsi tante foto fa diventare ciechi?”

Al grido di “Visitiamo tutto ma intanto pensiamo dove si va a pranzare” ci siamo incamminate tra i vari stand. Cristina si è improvvisata vigile urbano e si è messa a smanettare “State sulla destraaaa!!Prima visitiamo a destraaaa!!” Roba che se ti trovava a sbirciare a sinistra venivi malamente cazziata e presa a sberle. Abbiamo cominciato a scattare foto alla rinfusa e dal casino che c'era son venute fuori un collage di facce, braccia, baffi e teste pelate. Se le vede Oliviero Toscani ci denuncia.

Abbiamo incontrato pure altri food-blogger che io non essendo del settore non conoscevo (ahimè!).

“Ciao sono Aurelia di Profumi in cucina!”

“Ma ciao!Che piacereeee!!”

“Io sono Simona di Pellegrine Artusi!”

“Piacere!Ti leggo spesso!”

“Ciao!Io sono Cristina di Le chicche di Chicca, anch'io un food blog!”

“Sì, ho presente, molto bello!”

“Piacere, sono Simo.Io invece ho un minchia-blog”

“Prego?”

Quando una è perfettamente integrata nel contesto non ce n'è.

Più tardi un'altra food-blogger (alla quale ho giustificato la definizione di minchia-blog in “Perché ci scrivo due cazzate”) mi ha rassicurato dicendo “Stai tranquilla che abbiamo bisogno anche di quella roba lì”. Mi sono sentita un genio. Senza contare che le mie preziosissime Tre Grazie mi hanno fatto pubblicità nemmeno le avessi pagate. Mi raccomandavano a chiunque capitasse nei paraggi e parlavano di me anche con gli esperti del settore, i quali ricambiavano con un sorriso di cortesia che diceva tre cose:

“Mai sentita nominare”

“Dice più parolacce di uno scaricatore di porto”

“Se cucina come parla, qua ci avvelena tutti”

Ma io le mie donne le amo, perché avevano trovato pure uno slogan “Se vuoi stare meglio e risollevarti da una giornata di merda, vai da Simo che ti passa”. Sembravano delle rappresentanti di medicinali che sponsorizzano un antidiarroico.

Non felici di cotanta allegria (vi giuro sembravamo quattro adolescenti in gita e abbiamo riso come non mai) Simona e Cristina si vanno a prendere il bicchiere per improvvisarsi sommelier.

“Ma lo reggete il vino?”

La risposta è stata “No.Ma tanto non dobbiamo guidare, siamo in treno”.

Evvai. Tempo mezz'ora e sembravano uscite dall'Oktoberfest. Si fermavano a ogni banchetto che serviva del liquido e si facevano riempire il bicchiere.Simona, grazie all'alcol ha avuto delle vampate che manco una cinquantenne in menopausa, che ha fatto sì che si sbottonasse i primi due bottoni del vestitino, per la gioia di un fotografo ventenne che con la scusa “Posso fotografarle il logo che ha appuntato sul petto?” le ha fatto un Book tettonico da riempirci 18 calendari.

Aurelia l'abbiamo persa più volte per strada visto che di secondo lavoro fa la PR e crede di conoscere tutti della blogosfera. Dico crede perché ha fatto delle figure di merda che non mi sogno manco io. “Oh ma ciaooooo!!!!” e per poco non parte in un abbraccio “Sei Lidia?”

“No”

Sta tizia a momenti impugna un crocefisso e grida “Vade retro!”

Inutile dire che è stato lo slogan di tutto il giorno. Immaginatevi la scena:due 'mbriache, una rinco e una PR per caso a chiedere a tutti “Sei Lidia?”. In fondo al salone ho visto dei carabinieri e temo siano stati chiamati per noi. Vista la capacità di riconoscere le persone di Aurelia, Simona le ha dato retta e ha chiesto a una ragazza “Ciao, scusa, sei Sara?”

La poveretta risponde “No”

“Sei sicura?Mi pari proprio Sara”. Io dico che una volta arrivate a casa non riconoscevano manco i loro mariti. Ovviamente non siamo andate a pranzo, visto che abbiamo letteralmente spolverato tutto ciò che era commestibile e anche di più. Sono arrivata ad addentare un biscotto pescato a caso per poi risputarlo quasi in capo a un vecchietto a mo' di lama. Roba che se lo becco lo stendo.

Però con le mie bimbe siamo entrate talmente in confidenza che siamo arrivate a sputarci in mano, come fanno le mamme coi bimbi piccoli “Non ti piace?Sputa qui a mamma, sputa!”. C'è mancato poco che non ci reggessimo la fronte a vicenda chine sul bidone della spazzatura, visto che la roba era tutta ottima ma abbiamo fatto una mescolanza di dolce, salato, piccante, alcolico, amaro, zuccherato, candito e fruttato che penso il mio organismo oggi debba essere resettato se non voglio che si ribelli. Sulla sera, stanche dalla camminata gastronomica,verdi in viso come Shrek dalle mille pietanze ingerite e leggermente claudicanti come giraffe zoppe per via dei tacchi, a malincuore lasciamo tutto questo splendido spettacolo. Anche per una profana come me è stato magnifico e veramente una gioia per gli occhi e per il palato.Na roba che non mi sarei mai immaginata.Bellissimo.

Di questa stupenda giornata ricorderò particolarmente:

-la lezione di cioccolato tenutaci dai Fratelli Gardini (che con la pazienza di Giobbe ci hanno tenuto a bada, facendoci assaggiare i loro fantastici cioccolatini.Agli occhi degli altri sembrava ci dessero un calmante visto che eravamo un filino su di giri, ma son dettagli)

-La compagnia e l'intrattenimento dei ragazzi della Friultrota che ci hanno deliziato con assaggini di pesce stratosferici. Giuro non saremmo più venute via. Io, che col pesce ho litigato da piccina, dopo i loro assaggi avrei chiesto di sposare Sampei. Hanno dei prodotti che sono la fine del mondo e una grandissima disponibilità. Ci siamo allontanate a malincuore (je stavamo a finì tutta la merce sul banchetto) dandoci pacche sulle spalle e dandogli il cinque. Quando si dice la confidenza.

-Cristina che assaggia qualcosa, assume le sembianze di Hulk, ruota gli occhi come un camaleonte , manca poco mi vomita addosso e sussurra “Secondo te se n'è accorta che non mi piace?”. Fantastica. C'è da dire che con Cristina, benché non ci conoscessimo proprio bene c'è stato un feeling allucinante, suggellato da un suo gesto (del quale lei probabilmente non si è nemmeno accorta).

Ho assaggiato un pezzetto di nonsochè e ho esclamato “E' al caffè.Non mi piace”, lei me l'ha tolto di mano e se l'è messo in bocca. Ecco. Io non mangio nemmeno un boccone assaggiato da mia madre. Faccio per dì.Donna stupenda.

-Simona che prende un dolce particolare, lo assaggia con classe, fa la stessa smorfia disgustata di Carla Bruni quando guarda Sarkosì nudo (“Ho sbagliatò uomò!Dio che schifezzà!), mi guarda come dire “Hai un sacchetto tipo quelli dell'Alitalia?” e con nonchalance lo lascia cadere in terra. Dopo inscena un dramma che manco Mario Merola “Nooooo!!!Mi è cadutoooo!!!Che peccatoooo!!!”

Simona, è una gran gnocca (sipoddì?), ha un sorriso che ti avvolge e ha una prontezza di battuta che nemmeno una spalla di un comico. E' come se fossimo amiche da una vita. Spesso infatti è bastato uno sguardo per esprimere lo stesso concetto, tipo: “Hai visto che capelli di merda c'ha quella là?”

-Aurelia, carica di roba come un mulo, che non si perde d'animo e intrattiene le persone come se fosse al Maurizio Costanzo Show. Ha una capacità di entrare in contatto con la gente davvero invidiabile e a parte tre o quattro sbagli (Mi pare di averla sentita esclamare “Tho!C'è anche Luca Cordero di Montezemolo!” per poi accorgersi che con quest'ultimo la persona da lei additata aveva in comune solo il naso), ha riconosciuto proprio tutti.Starebbe bene in una centrale di polizia a disegnare identikit.

-Le nostre tremila pazze foto e le nostre smorfie assurde. Roba che i nostri figli potrebbero ricattarci a vita.

Chiudo con una pirla di saggezza detta da Simona alla cassa.

“Aurelia?Mentre paghi vado a ritirare il figliolino al guardaroba!”

La cassiera l'ha guardate un po' così e mi pare di aver visto che premesse un bottone.

Simona non ha battuto ciglio e ha esclamato “Sa com'è, piangeva troppo!”

Fuori ad aspettarci c'erano i carabinieri e un'assistente sociale.

Grazie ragazze, grazie di cuore per la splendida giornata, siete megastupende e per dirla alla Eosvaldo:

VI LOVVO L'HO GIA' DETTOOOO???


mercoledì 9 marzo 2011

CASA VIANELLO


“Amò, senti un po': 'la donna ariete e l'uomo cancro non vanno.No no'”

“Chi lo dice?”

“Sta scritto qua, ed è scritto nelle stelle”

“Simo chiudi quel giornale..”

“No, davvero.Dice che è proprio una coppia improbabile.Com'è che io e te andiamo d'accordo?”

“Da quando in qua credi all'oroscopo?”

“Infatti non ci credo...aspè...ariete ascendente leone...cancro ascendente toro...noooo, proprio no.Amò sei sicuro che sei nato in luglio?Magari sei capricorno.Tua madre ha scambiato un giorno di sole per una giornata di luglio.Poesse”

“Simo, via gira pagina, o prendi un altro giornale”

Flat flat. “Mmh...senti qua...le coppie che non litigano mai o quasi, si annoiano e l'amore finisce”

“Annoiarsi?Con te? Ogni volta che torno a casa ho i brividi...”

“Grazie amoooore!”

“...perché ho paura di sapere cosa hai combinato”

“Amò, domani litighiamo?”

“Ma perché?”

“Lo dice qui. Bisogna litigare. Ti dispiace se stasera ti accuso che esci troppo spesso per comprare le sigarette e mi lasci sola?Eh?”

“Non fumo”

“Già, allora ti tiro direttamente una piattata a mo' di frisbee nei denti, okay?Bisogna litigare. Amò, ma perché non litighiamo mai?”

“Perché mi sfinisci prima”

“Vè vè senti qua 'La differenza perfetta tra uomo e donna è di due anni. Massimo quattro'. Noi abbiamo raddoppiato. Perché noi otto? Eh?”

“Perché io son del '65 e te del '73...”

“Mamma mia che impressione.Se penso che quando avevo 10 anni giocavo col dolce forno Harbert, tu ne avevi 18 e magari ti facevi la panettiera.Per dire.”

“Per dire”

Ora. Non credo all'oroscopo, non credo che una coppia che si prende a mali parole un giorno sì e uno pure sia più innamorata di altre, e non credo che l'età sia così importante (Sì, okay la venticinquenne che sta con nonno mira alla pensione, ma questo è un altro discorso).

Che bel post.

Perfetto per un minchia-blog.

domenica 6 marzo 2011

LA SCERIFFA e POCAHONTAS




Ecco, io ve lo dico, a me non piace il carnevale. E dove ero oggi? Al carnevale. No, perché quando una è coerente è coerente. Il problema (ma non è un problema) è che mia figlia si è messa d'accordo con l'amichetta per andare al carnevale, e che fai, ce la mandi da sola?

“Mamma, visto che mi ci porti, perché non ti vesti anche te?”

“Ehm”

“Dai, visto che io son vestita da indianina, tu vestiti da cowboy!”

Ora, devo essere onesta. Io a fare la mammina vestita per bene quando la cosa più delicata che ti possono tirare è una manciata di coriandoli mista a sassi, o quando ti possono riempire di schiuma anche l'ombelico, io non mi ci vedo. Poi metti che uno mi fa uno scherzo, che faccio, mi metto a correre col tacco dodici? Anche no. Allora ho accettato con entusiasmo l'idea di travestirmi.

“Allora...questa no, questa nemmeno...amooooreeeeeeeee!!!!”

“Dimmiiiiiii!”

“Che ce l'hai una camicia a quadri?”

“Ho mai avuto una camicia a quadri?”

“No, ma magari mi è sfuggita”

“Non ce l'ho”

“Uff, a quadri era perfetta.Hai presente no, quelle di pile (visto che siamo a Marzo), un po' pesanti, a quadri!Tipo quella che ha indossato la prima sera a Sanremo Max Pezzali, quella roba lì”

“Ciccina, non ce l'ho mai avuta una camicia a quadri”

“Una camicia di jeans?Un cowboy può avere una camicia di jeans”

“L'abbiamo buttata poco tempo fa, ricordi?”

“Azz!E' vero.”

“Mettiti un'altra camicia...”

“Sì, ora un cowboy ha la camicia bianca!Tzè!”

“Mettila nera”

Rimedio: camicia nera, quella con cui il Santo va in ufficio. Quando si dice essere un cowboy di classe.

“Amoooooooreeeeeeeeeeee!!!”

“Che c'è?”

“Che ce l'hai un gilet?”

“Ma ti pare che abbia un gilet?”

“No”

“E allora!”

“Vè vè guarda cosa ti ho trovato...”

Rimedio:gilet grigio del completo indossato per il battesimo di Alice. Quando si dice essere un cowboy elegante. Stavo facendo un'accozzaglia di roba che manco un orbo rinchiuso in un guardaroba.

“Amooooooreeeeeeeeeee!!!!!!!”

“Ehhhhhhhhhh????”

“Che ce l'hai una stella da sceriffo?”

“Senti mia madre”

Già, perché lei non butta via mai niente. Vuoi che non abbia la stellina da sceriffo che Andreuccio suo si piantava sul petto da piccolo? Eh? Vuoi che non ce l'abbia?

Non ce l'ha.

Insomma per farvela breve mi sono fatta cowboy (cowboa...cowboessa...cowgirl...insomma colui che sta a cavallo e ogni tanto spara nei film di Sergio Leone)con quello che avevo in casa. Sotto la camicia ho messo un pile, perché solo con quella sarei morta assiderata dopo trenta secondi netti. I jeans, gli stivali (Chi non ha un paio di stivali?Voglio dire), il cappello preso a Disneyland Paris, la bandana è quella che uso d'estate in testa (tipo quelle che usa Silvio, per intenderci) e la stella da sceriffo l'abbiamo fatta io e Alice col cartoncino. Giovanni Muciaccia e Neil ci fanno una pippa. Ero splendida!!

Parevo Woody di Toy Story de noattri, a dirla tutta.Na ciofeca fatta e finita.Però cosa non si fa per i figli.

“Simo, ma dicevi sul serio? Esci così?”

“Eccerto!E' carnevale!Vieni anche te?”

“Devo mantenere una certa figura (possibilmente non di merda) ma voi andate pure.Vi stimo sorelle!”

“AUGH!”

Così io e Pocahontas siamo uscite e ci siamo dirette al Carnevale.

In bicicletta.

Ci ha riso dietro perfino il gelataio. Si è mai visto un cowboy in bicicletta con una pellerossa dietro aggrappata?Non vi dico.Sembrava ci inseguisse una tribù armata di ascia perché avevamo rubato una tenda dall'accampamento Apache.

E mentre pedalavo, e se avevo una pistola vera avrei sparato all'omino che mi ha tagliato la strada, pensavo “Mica sarò l'unica mamma che si è vestita?”

Questo dubbio mi ha attanagliato per soli cento metri perché poi ho visto una famiglia di Apone (Mamma ape, babbo ape, figliola ape e pargoletto apino), roba che se li vedeva la Piaggio li avrebbe presi per la prossima campagna pubblicitaria, e la famiglia Adams. Stupendi. Arriviamo al carnevale e c'è già un casino che la metà basta e avanza. Lego il cavallo al palo...ehm, la bicicletta al palo (Dio come mi sono sentita Jhon Wayne!), e ci avviciniamo all'amichetta con la sua mamma.

“Ciao!”

“HUHUHHAAAHUHHAAHUHHAAHHHUHAAHA!!!!!!!!!!”

Okay, forse non è stata una bella idea.Quando hanno finito di rotolarsi dal ridere mi hanno salutato.

“Dai entriamo a vedere le maschere!”

Delle altre?Abbiamo passeggiato tra stelle filanti, coriandoli e carri.Un bimbetto di circa dieci anni, ma che pesava come un ragazzo di diciotto, nell'enfasi del lancio del coriandolo mi ha pestato un piede. Ho visto non solo le stelle ma tutto il firmamento e avrei voluto una rivoltella per davvero. BENG BENG!

Poi vedi come tiri i coriandolini.

Durante tutto il corteo ho incontrato un sacco di persone (vestite in borghese, ovvio) che mi hanno guardato come si può guardare un pesce agonizzante fuori dalla boccia.Con compassione misto a pena.

Qualcuno ha detto:

“Guarda caro, c'è JR di Dallas!”

“Ma cara, quella è una donna!”

“Ah”


“Guarda mamma, c'è lo sceriffo!”

“Mi scusi...Pierfilippo è una sceriffa semmai, è una signora.”

“Ma mamma, non ha le tette!”


“Te chi sei?”

“Uno sceriffo!Beng beng!”

“Di Nottingham?”

L'unica fiera di me era mia figlia che continuava a dire “Mamma, sei troppo una ganza, la prossima volta noleggiamo un cavallo!” Quando una si fa prendere dagli eventi è un casino.

Quando pensavo che ormai mi ero sputtanata quella piccola parvenza di normalità, e la stavo prendendo piuttosto bene visto che io e le figure di merda andiamo a braccetto, ecco che lo vedo. Il mio dentista. Con un improbabile cappello a faccia di panda. E ho subito pensato “Lui sta peggio di me”.

“Ti saluto ma fai finta di non avermi visto”

“Certo anche te vestita così.Spero tu sia almeno con Alice”

“Se ti vedessero i tuoi pazienti cambierebbero studio”

“Se ti vedessero i tuoi clienti cambierebbero negozio”

“Ecco, questo è il punto.Ognuno ha il paziente che si merita.Potevo io scegliere un dentista normale?”

“E potevo io avere come paziente l'unico essere normale della famiglia?Vale a dire colui che 'giustamente' è a casa?”

“Giuro non ti posso vedè con sto cappello. Sei troppo ridicolo!”

“Ma ti sei vista?”

Due anime e una carie.

Ho visto delle maschere di adulti e bambini molto belle, tipo:

-Da morte (che quando ho visto sto bimbetto con la falce che mi guardava male mi son detta “Vai, è giunta la mia ora”)

-Da cuoca ( avrà avuto sì e no tre anni ed era alta come Anna Moroni de 'La prova del cuoco',infatti)

-Da Winx strafatta (aveva un trucco che nemmeno Moira Orfei in preda a una crisi isterica)

-Da bella addormentata nel bosco (infatti si è persa davvero nel bosco e hanno dovuto sciogliere i cani per ritrovarla)

-Da suora (quando l'ho incrociata mi son fatta istintivamente il segno della croce e ho sussurrato “Badessa...”, ma poi mi sono accorta che aveva 12 anni. Era una novizia)

-Da prete (qua ci scappa un uccelli di rovo che Richard Chamberlain se lo sogna)

-Da chirurgo (con tanto di macchie di sangue sul camice verde, che sembravano vere da quanto erano fatte bene!) Come? Mi dicono...ah era un chirurgo vero appena uscito dalla sala operatoria...venuto a recuperare la bambina perché la moglie faceva tardi al lavoro. Ah. Okay.

Insomma per una che non ci voleva manco andà, direi che è stato molto divertente.

Sì.

Sì sì.

E mi son lasciata prendere la mano.

Ho ribattezzato la bicicletta 'Furia'. Fate voi.



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