mercoledì 31 agosto 2011

GRAZIE PERCHE'


Auguri a noi!!!Pereppèppèè Pereppèppèè!!

Come noi chi? Noi, noi!Io e voi! Oggi sono 2 anni di minchia-bloggggg!!!Olè!

Che poi, c'è da essere felici? Questo è il 282° post ed è segno che ho sparato tante di quelle cazzaaaaaaate. Perché qui mica si parla di cose serie. Due anni fa cominciavo in maniera un po' titubante (e se rileggo il post mi rendo conto che nel frattempo non sono migliorata affatto!)senza sapere dove mi avrebbe portato la blogosfera. E mi ha portato qui, con voi.

Che poi okay, sembrano frasi fatte, tante grazie e arrivederci. Invece no.

Sapete che qua non si sta a guardà il capello e manco la parrucchiera, non curo il blog per averlo più figo, ma curo il blog per curarmi di voi. Mi sto incartando?

Sono nate delle belle amicizie, con moltissimi di voi c'è un contatto che va al di là del blog, fatto di sms, telefonate e incontri.E poi consigli, premure, regali, affetto, auguri, vicinanza e chi più ne ha più ne metta. Ed è bellissimo vedervi presenti e partecipi, soprattutto perché non mi sento sola con le cazzate che faccio. Anche se sono passati due anni, son cambiate le mode e l'approccio al mondo dei blog, non credo di aver cambiato di una virgola il mio atteggiamento verso di esso. Probabilmente è perché non ne sono capace. Di essere una ganza, dico. Io, a dirla tutta, son proprio terra terra. Vivo questo blogghino con molta naturalezza e semplicità, senza affanno e senza pretese. Lo vivo come un salotto con la porta sempre aperta. A volte siamo di più, a volte siamo di meno. Ma la porta rimane comunque aperta. Dove io posso tranquillamente essere me stessa, proprio come in casa mia, perché con voi sono in confidenza. Tipo potrei poggiare i piedi scalzi sul tavolino anche se puzzano, scarruffarmi i capelli, scaccolarmi, ehm...soffiarmi il naso, roba così, e voi non fareste una piega, giusto? Mia casa, vostra casa. E vedervi in casa mia è meravigliosoooooo.

Ed è meraviglioso vedere quanto siete diversi. Ho sempre sostenuto di non avere un blog monotematico e voi mi date ragione. Qui ci sono mamme, fotografi, foodblogger, amiche del ricamo, fate delle perline, chi ha la passione per i viaggi, chi per i lavori manuali, chi dipinge, chi scrive articoli, chi cura template e chi semplicemente mi segue senza un blog. Una grande pazza famiglia di persone tutte diverse, e il bello è proprio questo.

Che ci siete e numerosi. E che mi ringraziate in privato per avervi alleggerito la giornata, quando a me non mi pare di aver fatto nulla di speciale. Vi ho solo offerto la mia compagnia. Sai che roba...

E poi sono felice delle amicizie nate tramite me.Dio, mi sento così Marta Flavi in Agenzia Matrimoniale!

Chi è Marta Flavi?

Okay, era una trasmissione che guardava mia nonna nel '93, va bene?

Io invece, rinco come sono, non riesco a essere presente come vorrei. Se qualcuno ha la formula per avere le giornate di 56 ore, me lo faccia sapere al più presto.

Grazie a tutti, agli 807 Lovers (ma me li merito? Mi viene da piangere, bhuaaaa!!!), alle bimbe del gruppo 'Meno male che c'è Simo' (eh lo so, ognuno ha le amicizie che si merita), alle mie bimbe senza blog (preziose come delle pietre rare) a chi commenta sempre, a chi non commenta ma mi legge, a chi non mi legge ma commenta (ah no, questa non torna...), alle mie comari della pagina Feisbuc (che son fuori di testa più della sottoscritta) e grazie a tutti quelli che si sono affacciati da poco alla finestra di casa mia e a chi deciderà di rimanere acciambellandosi sul divano. In inverno offro anche un plaid, sia chiaro.

GRAZIE DI CUORE.

A presto un Candy per festeggiare, ma adesso vi lascio con una canzone che sintetizza tutto 'sto ringrazià.

E a chi mi dice 'Grazie a te, Simo' io rispondo come la Cortellesi. Ma che scherziamo? Grazie de chè?Cliccare per credere.




domenica 28 agosto 2011

Vespa VS Simo

(Immagine tratta dal web)


Vi ricordate il film di Dario Argento, 'Phenomena'? Dove lei è attratta e amica di tutti gli insetti?Bene. Se lei è amica, io sono la nemica numero uno. Mi ha punto una vespa e sono di nuovo sotto cortisone. Dico di nuovo perché qui era già successo con un ragno.E anche qui di venerdì.Non è che sto giorno mi porta merda?

Ovviamente quando mi ha punto ho pensato “Stavolta sarà diverso, mica è detto che abbia sempre quelle reazioni allergiche della minchia!”

Come no.

Gufata a bestia.

E pensare che da piccola (ero una bestiolina selvatica e selvaggia che giocava con ogni sorta di animale, bruchi compresi) non ho mai avuto ste reazioni. Un po' di ghiaccio e via.

La prima volta che sono dovuta ricorrere a un'iniezione di cortisone è stato otto anni fa, quando in Austria (in ferie, ovvio) mi ha punto un tafano sul ginocchio. Ho aspettato il giorno dopo per andare in una clinica quando ormai non camminavo più e con 156 euro me la sono cavata. Una figata pazzesca:clinica privata in mezzo al verde con dottore a mia disposizione. Tipo...vi ricordate La clinica della Foresta Nera? Quel telefilm anni '80?Paro paro.Ma ne avrei fatto volentieri anche a meno. Con quelle 156 euro ci avrei comprato un paio di sci!

Non so sciare, ma è uguale.Per dire.

Insomma, venerdì mi ha punto una vespa, in piscina.Mentre avevo Alice sulle gambe per due coccole coccolose. La vespa si è insinuata tra il suo culo e la mia coscia, e ha scelto la seconda. Menomale. Quando mi sono sentita pungere ho alzato di scatto la gamba e ho rinviato Alice che manco un calcio di rigore. Come ER medici in prima linea, ho subito messo lo stick all'ammoniaca.

Poi sono andata bellina bellina al lavoro, avevo sì un po' di gonfiore, ma io sprezzante del pericolo, non c'ho badato. Una volta tornata a casa ho visto che la situazione era peggiorata, ma bellina bellina me ne sono andata a letto.

La mattina dopo avevo un collant tutto rosso e bruciante a metà coscia. Figa da paura.

Figa per figa decido di sfruttare questa mia situazione e armata di short inforco la bicicletta e vado alla farmacia più lontana. La più vicina era chiusa,naturale.

Mi avvicino al bancone un po' claudicante e loro si aspettano di vedermi con graffi ed escoriazioni. In effetti potrei sembrare una appena caduta dalla bicicletta.

“Salve. Posso farle vedere una cosa?” sussurro alla dottoressa guardandomi intorno.

Lei mi guarda come per dire “Deve consegnarmi un pacco bomba?”

Fa il giro del bancone e mi viene incontro.

“Ieri mi ha punto una vespa, ma non pensavo che mi facesse reazione. Invece guardi. Secondo lei c'è bisogno di qualcosa?Io sto bene eh? Nel senso, son pure venuta in bicicletta e quindi se si ferma qui va bene”

Riconosco che so spiegarmi come un bimbo di due anni, ma sto arrivando subito al sodo.

Lei mi guarda la gamba e mi fa “Ha già avuto queste reazioni allergiche?”

“Da piccola no, proprio per niente. In vecchiaia sono diventata allergica, uff!...”

“Guardi, non si tratta di vecchiaia...”

Non si tratta di vecchiaia?Che io abbia quasi quarant'anni non c'entra nulla?Ma vieniiiiiiii!!!

“...è che gli insetti, rispetto a decenni fa, sono molto più velenosi e aggressivi...”

Ha detto che la mia età non c'entra nulla!Ma non è fantastico?Magari capita anche alla bella gnocca ventenne con una quarta!

“...infatti vediamo molti più casi rispetto ad anni fa...”

Che poi, voglio dire, a vedermi mica me li dai trentotto anni.Cerco di tenermi in forma. Vè vè vado in bicicletta anche con l'allergia!

Che sta dicendo? Ah sì.

“...quindi io le prescriverei subito una pomata antibiotica e antistaminica. Se non dovesse bastare le consiglio di chiamare il medico per una terapia di pastiglie”

Seeeeeee figurati!Le pastiglie!So' giovane!Ora mi ci spalmo sta cremina poi vedi come mi ripiglio!

Tzè!

Tre ore dopo sono dalla guardia medica.

Tutto il pappiè è quasi il doppio.

Ma non aveva detto che sono giovane, porcaeva?

Il medico di turno (sintonizzato sulle prove del gran premio) aveva voglia di visitarmi come io di farmi una depilazione a secco. Mi visita con un occhio rivolto alla tivù, mi palpa la coscia rossa (sexy come un estintore) e sentenzia “Eh no. Qua ci vogliono gli antibiotici orali e il cortisone. Potrebbe esserci un'infezione in corso”

Ommioddioooooooooo!!!!Un'infezioneeeeeeee!!!Mi vedo già come Gambadilegno!Aiutoooo!!

Okay, stai calma Simo. Hanno detto che sei giovane, perdio!Vuoi che io non superi questa puntura del cazzo? Voglio dì, vespina di merda, ma vuoi la guerra?

Tutta tronfia e cantando “Vinceròòòòò!!” a mo' del povero Pavarotti, mi avvio alla macchina.

Destinazione farmacia nartra volta.

Ieri sera alle otto e mezzo ero già sul divano con gamba sollevata, pastiglie, ghiaccio e pomata. Sembravo Nonna Abelarda. Ci mancava il plaid ed ero a posto.

Visto che gli short mi facevano il solletico proprio lì, ho indossato la minigonna giropassera.L'unica cosa un po' larghina che non mi toccava il ponfo e la pomata. Sexy abbestia. Ho dovuto tenere lontano il Santo a colpi di frusta.

Come no.

Alle dieci e trenta (sarà il cortisone che mi mette tutta sta verve) ero già a letto.

Ho passato una notte a grattarmi manco avessi il circo delle pulci nel letto.Ergo:non ho mai dormito. Il ponfo è un po' più chiaro ed è sgonfiato un pochino, soprattutto da quando ho ripetuto la terapia. Penso che il peggio sia passato.E comunque entro le tre di questo pomeriggio deve passà perché devo dedicarmi allo shopping per il matrimonio imminente. Manca meno di un mese alle nozze di Veronica (una delle mie amiche del corazon) e ancora non c'ho una beata cippa da mettermi. Consigli? Suggerimenti? Che colore va quest'anno?

Chissà che scene oggi. Mezza zoppetta a provarmi vestiti nel camerino con una coscia rossa e calda.Ci sono tutti i presupposti per girare un filmetto hot di serie B con il Santo.

“Amò, oggi dovrai aiutarmi in camerino. Metti che non riesca a misurarmi bene i vestiti per via della coscia calda...” e parte l'occhiolino languido.

“Di caldo hai la fronte. Te la sei misurata la febbre?”

Quando mi resiste mi fa impazzì.


mercoledì 24 agosto 2011

HABEMUS VINCITORE DEL CANDYCOUNTRY!



















True Random Number Service

List Randomizer

There were 145 items in your list. Here they are in random order:

  1. Lara

  2. Le piccole creazioni di Paola

  3. Zuccherando

  4. La fata Giopi

  5. Betta Scrap

  6. Onde99

  7. Alessia (fabulosity)

  8. Michela (jorino)

  9. Sissi

  10. Tati








No, allora sia chiaro.Ho perso dieci anni di vita, okay?Ho voluto provare ma non mi è riuscita una beata fava.O meglio, abbiamo il vincitore del Candy, ma il procedimento è un filino sminchiato.Intanto vi dico che il vincitore è Laraaaaa!!!
(Mario, grazie di aver agevolato la diapositiva)
Complimenti cara!Chissà com'è contento il dottor Zivago!
Ah.E' una vecchia battuta.
Guardo troppi film.
Anche questa s'è già detta.
Comunque. Voi pensate che io possa comprovare l'effettiva estrazione? Tipo 'la lista è qui', e vi compare la lista coi nomi? Tipo farvi vedere la schermata di Random.org coi vostri nomi direttamente sul sito?

No, dico:MA SIETE IMPAZZITI?

Random è TUTTO scritto in inglese e sapete che io mastico l'inglese come potrei masticare un pezzo di truciolato:con estrema difficoltà. Volevo farlo santiddio!Come li vedo su altri blog, tutti precisi, bellini, chiari e limpidi come acqua di sorgente (che cazzo sto a dì?)

Invece no. Ho messo tutti i vostri nomini (vi adoro!) e ho pigiato 'il gira la ruota', (in pieno delirio mi è parso di sentire il pubblico della Zanicchi urlare CEN-TO!CEN-TO!CEN-TO!) sono apparsi tutti i vostri nomi alla rinfusa e la macchinetta infernale ha decretato la vincitrice.La numero 1. Yuppyyyy!!!

Sì. E ora? Come faccio a farlo vedere ai miei ragazzi?Semplice faccio un copia-incolla e salvo di qua.E poi tho!sul blog metto almeno i primi dieci. Ualà! Eccheccevò?

Ci vuole almeno un diploma, ci vuole!Non è quello che volevo. Ma comunque non lasciamo che la mia ignoranza sciupi questo bel momentino per Lara e per me. Per Lara perché ha vinto, per me perché vi ho visto numerosi e appassionati.GRAZIE DI CUORE per la partecipazione, tutte le volte mi sorprendo di come siete cari e preziosi per me, vi adoro e lo sapete (Mario fai partire i violini).

(E qualcuno liberi pure due colombe!)

A parte gli scherzi, mi scuso perché questo post dimostra per l'ennesima volta che gestisco un minchia-blog. Non riesco nemmeno a usare uno strumento che sanno usare tutti. E nonostante gli incoraggiamenti delle mie comari non sono riuscita a fare quello che volevo.Quando una è rinco, non ce n'è, ci sta poco da fare.Chiedo perdono.

Ma siccome ho intenzione di farne altri...chi si offre per farmi un corso accelerato per dimostrare il dimostrabile? Far girare la ruota mi riesce, a volte indovino anche il prezzo giusto, ma il notaio...ecco quello non mi riesce troppo bene.

In questa notte stellata (e appiccicosa) di un'estate quasi finita (nella quale mi sono data in pasto alle zanzare), vi ringrazio ancora per essere qui e di partecipare ai miei discorsi e post senza senso. Che pazienza c'avete.

(notte stellata di un'estate quasi finita?ma che me so' magnata stasera?)


lunedì 22 agosto 2011

LETTURE ESTIVE (uhauhuahuhahh!!)




Oggi parliamo di libri.

Uhuahuhauhuahhuhahhhhuhhauhhuhaa!!

No, sono seria.

Huahhhahhuhahhhahahhhuhahuhhhuaaa!!

Okay, parliamo di libri a modo mio. Sennò sai che palle. Avete presente,no?quando intervistano qualcuno e gli domandano “L'ultimo libro che hai letto?”, non rispondono mai chessò... “L'ultimo della Kinsella” “Quello sulle barzellette di Totti” o “Il manuale della giovane marmotta”.

No, c'hanno da fare bella figura e ti snocciolano titoli che io a volte non trovo manco su Google.

Ovvio che è tutto vero, mica lo metto in dubbio, ma mai che uno mi dica un titolo commerciale.

Ecco, lo ammetto. Io nelle letture sono commerciale abbestia.

Voi come scegliete i libri? No perché io ho una tecnica tutta mia intelligentemente maturata negli anni: a cazzo di cane.

Lo scelgo per la copertina accattivante (e poi scopro che c'ha solo quella, di buono).

Lo scelgo per la copertina accattivante (e poi scopro che sono le due di notte e che il libro è bello da morì)

Lo scelgo per la trama ma guardando la copertina ho un conato.Il libro si rivelerà bellissimo.

Lo scelgo per la trama ma guardando la copertina ho un conato. Vomiterò dopo aver letto il libro, segnando sull'agenda “Iscriversi a un corso 'Come interpretare una trama a trabocchetto' e tatuandomi sul braccio “Se la copertina faceva cagare un motivo ci sarà stato”.

Lo scelgo dopo aver letto le recensioni su Internet. Grande errore perché trovo sempre commenti che spaziano da 'Il libro più bello che abbia mai letto' a 'Libro ideale da portarsi al cesso quando finisce la carta igienica'.

Lo scelgo grazie a tutte le fascette che recitano Premio Strega, Bancarella, Milioni di copie vendute, Ventesima ristampa, Caso dell'anno, Non puoi vivere senza, Come hai fatto fino ad ora, Comprami subito che vinci una notte con Brad Pitt, e via dicendo. A volte questo criterio di scelta si rivela una gran cazzata. A volte no. E son contenta.

A volte non parto nemmeno per comprare un libro e poi mi lascio incantare.

A volte, e ultimamente grazie alle amiche feisbucchiane, mi lascio consigliare dagli altri. Chi mi conosce bene, sa cosa mi può piacere. E così, questa estate ho letto dei libri che vorrei condividere, tanto per chiaccherare un po'. Vi interessa? No? Evabbè.(Dirò poco della trama perché con una semplice Googlata vi levate lo sfizio di leggerla bene, perché io parlo come magno)

Il primo libro della mia estate è stato (sono cacofonica? E come vuoi che sia io, se non caco e qualcosa?) Topi di Gordon Reece.

Immaginatevi la scena:

Io, orba e rinco a mille che mi aggiro inutilmente in libreria, e non vedo una beata cippa.

“Mmh...mi scusi”

“Sì?Ha bisogno di aiuto?”

“Sì...ehm..cercavo un libro”

Evvai Simo!Che genio!Sono in una libreria, che cazzo dovrei cercare? E infatti la signorina annuisce gentile per farmi proseguire.Penserà “Questa è scema. Dove crede di essere, in gelateria?”

“Quale?” mi imbecca lei.

“Ehm...” eddai Simo dillo!Lo so è un titolo un po' particolare, ma diamine è un libro!E non fare caso alla coda di gente dietro di te!

“Mm..T...i”

“Prego?”

To...pi

“Mi scusi, deve essere il baccano del traffico...non ho capito”

“Topi”

“Ahhhh!!Topi!” Ma che grida? Che poi mi fossi ricordata l'autore l'avrei scampata. “Augusto?” grida a un ragazzo col tesserino appuntato sul petto, sull'altro lato del salone “Prendi Topi alla signora?”

Ecco. Come si fa? La gente mi immaginerà la pifferaia magica del duemila!

Insomma. Questo libro. Incuriosita dopo aver letto la trama al lavoro (lo aveva comprato una collega), ho fatto due ricerche e poi ho deciso di sì. E' un thiller, un po' giallino. Una vittima del sistema (diciamo così) che un giorno si incazza, e si incazza di brutto eh? che si ribella e medita vendetta.E' una situazione un po' improbabile, ma il ritmo ti tiene incollato lì. Durante la lettura delle prime pagine non riuscivo a capire dove l'autore volesse andare a parare. Era tutto come dire...regolare. Poi la svolta e da lì, entri nel vivo della storia ritrovandoti a fare il tifo per la protagonista. Il che sarebbe anche ovvio, succede spesso, no? Ma questa protagonista non la vorreste mai come vicina di casa e manco come amica. Non posso svelare di più, sennò che thriller è? Comunque. Non male, si legge bene, non riesco a dare giudizi letterari visto che scrivo e leggo a cazzo di cane, mi limito a dire se mi è piaciuto oppure no. Anche perché la scelta di un libro è come la scelta di un profumo:assolutamente soggettiva. Quello che piace o sta bene a me, può non piacerti e farti puzzare come una capra andina. E questo l'ho scelto perché ho letto la trama.


Di ritorno dal viaggio in Cornovaglia, vado all'iper (io compro spesso all'iper, i libri costano un po' meno) e vengo attratta da una copertina nostalgica e un po' triste. E' raffigurata una donna su una spiaggia in un giorno di maltempo. Io, che avevo sempre addosso tutte le emozioni del mio viaggio, mi lascio incantare, lo prendo tra le mani, leggo la trama e non ci penso un secondo. In questo caso è il libro che ha scelto me. Proprio così. Scoprirò durante la lettura che nel libro vengono citati alcuni luoghi del nostro viaggio. La lettera nella bottiglia di Karen Liebreich è una storia vera. Infatti non è nemmeno troppo romanzata. Potrebbe sembrare una copia di Le parole che non ti ho detto, ma questa è la realtà. Un'amica di Karen trova una bottiglia contenente una lettera di una madre a suo figlio. Dalle parole della donna si evince (evince?) che il bambino, Maurice, è morto. La lettera è una preghiera, una richiesta di aiuto e di comprensione che la madre getta tra le onde. In Karen scatta la voglia e la curiosità di scoprire di più su questa donna e su questo bambino e inizia una ricerca fatta di mille possibilità e nessuna certezza. Il lettore, ovviamente, viene coinvolto in tutto ciò, partecipando pagina dopo pagina alla ricerca, visto che la protagonista mette a disposizione certificati di morte, elenchi delle scuole e tutto quello da cui lei attinge. Riconosco che è un libro che può non piacere, però è indubbia la delicatezza dell'argomento e la curiosità di sapere se poi Karen ce la fa. Curiosità:il libro è stato scritto due volte. In due anni diversi e molto lontani. Potete capire perché. E questo libro non l'ho scelto. Mi ha scelto.

Poco tempo dopo, mi sono imbattuta in Cattive Compagnie di Ruth Newman. Copertina accattivante, trama avvincente e banda gialla pubblicitaria abbestia. Ci son cascata con tutte le scarpe. E poi è un thriller, ma vuoi che non lo compri? Dagli amanti del genere non può non essere acquistato: Kate, vedova da un anno (il marito è annegato e lei ha riconosciuto il corpo pure all'obitorio), sta guardando le foto dell'ultimo viaggio fatto da una coppia di amici. Niente di strano fino a quando, guardando la foto con la coppia seduta a un tavolino in un ristorante, scorge dietro di loro suo marito. La somiglianza è inquietante, a tal punto da farle dubitare che lui sia morto. Ovvio che la fanno passare da scema, non può certo essere vivo, l'ha visto pure che era su quel lettino d'acciaio dell'obitorio. Ma allora chi è quell'uomo?

Ecco. Le prime pagine partono col botto. Ganzo davvero. Poi a metà, il ritmo rallenta, la scrittura addirittura cambia, scivolando quasi sullo stile Harmony e poi riprende incalzante fino alla fine. Più che un libro pare una sceneggiatura. Uno di quei film d'azione, pieno zeppo di colpi di scena, che ti fanno magnà non solo le unghie ma anche le prime falangi. C'è da dire che è anche un'americanata, dove ci sono i protagonisti che si lanciano dall'ottavo piano, rimbalzano sulla tenda, fanno na giravolta, la fanno nartra volta e atterrano che manco Spiderman. Però gli si perdona. E i colpi di scena sono una vera chicca. Quando pensi ed esclami “Ho capito!” ti accorgerai di non aver capito una beata fava. E gli “Ho capito!” si sprecano. Chi lo legge lo dirà almeno venti volte. Ma. Ma, a un occhio più attento (lungi da me vantarmi, ma io mi ero accorta di un particolare alle prime pagine), non può sfuggire un particolare che l'autrice lascia scivolare con noncuranza. Chi bazzica sti libri può arrivarci ;-) E questo l'ho scelto per la banda gialla. Banda gialla di crimine.


E poi arriviamo all'ultimo, che ho finito ieri. Il linguaggio segreto dei fiori di Vanessa Diffenbaugh. .

Scoperto, credo su Internet, addirittura facebook se non sbaglio, ho fatto una cosa inusuale: ho chiesto direttamente ai miei amici se qualcuno lo avesse letto. Le risposte delle mie amatissime comari non sono tardate ed erano tutte entusiaste. M'hanno messo una curiosità addosso da paura e nello stesso pomeriggio sono andata a prenderlo. Ora. So che sarò una voce fuori dal coro ma...a me la protagonista, Victoria, mi è stata un filino sulle palle per quasi tutto il libro. All'inizio ho faticato per entrare nel vivo della storia, ma poi ci sono entrata con doppio carpiato. E' una bella storia, con dialoghi ridotti al minimo, le cose non è che te le spiega tanto, le devi capì. Ma le capisci eccome. Victoria, la protagonista, ha paura del contatto fisico e ha paura di amare. Dialoga con gli altri solo attraverso i fiori.Immaginate la bellezza. Invece è un romanzo ribelle, inquieto, a tratti ripetitivo, ma anche molto profondo. Mi ricordava un po' 'Pomodori verdi fritti', chissà perché. Dopo aver letto questo libro non potrete fare a meno di guardare i fiori con un occhio diverso. Questo libro l'ho scelto grazie a Raffaella, Roberta, Maria Grazia e Melissa.


Curiosità: esistono varie copertine, ognuna con un fiore diverso.Io ho voluto andare a istinto e scegliere quello che in quel momento il cuore mi suggeriva. Ho scelto il tulipano. Alla fine del libro, c'è il dizionario di Victoria con il significato dei fiori e il tulipano significa: Dichiarazione d'amore.

Dio come sono romantica!

Ehm...sì ho anche scoperto che il mio bouquet da sposa di 14 anni fa conteneva Regalità, La tua purezza è pari alla tua bellezza, Fedeltà.

Mi verrebbe da dire: sticazzi!

Evito di dirvi i significati che ho trovato guardando i fiori del mio giardino che ho scelto così, a gusto. Na roba che manco il miglior psicologo d'Italia, guardate.

Ecco. Ho finito. E' stato noioso sto post?

Ho due domandine per voi:

Con che criterio scegliete i vostri libri? No, tanto pè sapè.

E se vi è piaciuto il post ( e alle volte decidessi di farne altri simili) mi trovate un nome carino/divertente per l'etichetta qui a lato? Per ora lo metto solo su Summer.

Per finire: consigli belli belli su libri altrettanto belli belli. Via, ormai un po' mi conoscete, no?


giovedì 18 agosto 2011

I PROMESSI SPOSI


Oggi parliamo di Renzo e Lucia. E poi di Dante e Beatrice. Nomi originali, nevvero?Evabbè.Complice il sole che mi batte sulla capoccia e mi brucia i pochi neuroni sani che mi sono rimasti, son partita con delle considerazioni che vorrei condividere.Un post serio?Maddechè.

Allora.Partiamo da molto lontano, circa una decina d'anni fa, d'estate, quando ho conosciuto la famiglia felice, composta dal babbo gagliardo, una mamma mammosa, una figlia simpatica e il suo ragazzo per bene.Bellini da morì. Sta famiglia è proprio forte. Il babbo è un tipo giovanile, tonico, che invece di leggere il giornale sotto l'ombrellone fa gare di nuoto con la figlia ventitreenne. Un rapporto invidiabile, a mio parere. Lei,invece di prendere il sole con le amiche preferiva giocare a racchettoni col babbo. La mamma mammosa molto carina, gentile, di quelle che apparecchiano la tavola al mare con la tovaglia di stoffa e ripiegano con cura i tovaglioli.Di quelle che il panino mai, ma si alzano all'alba per preparare l'insalata di riso per la sua truppa. Quelle signore gentili, che ti domandi se siano state mai realmente giovani perché nel tuo immaginario sono nate mammose, non ce n'è. E poi il ragazzo della figlia, così integrato in quest'ultima da avermi fregato i primi tempi. Credevo fosse l'altro figlio. La classica famiglia che accoglie il fidanzato con l'espressione “E' come se avessi un altro figlio dal bene che gli voglio”. La giovane coppia è una coppia che predilige lo sport, che ha una grande affinità, secchiate di complicità, quelle coppie che è difficile che tu le veda sbaciucchiarsi, ma che basta un'occhiata per intendersi. Quelle coppie che si prendono per il culo ridendo, che si prendono a pallonate, che si tirano i gavettoni e che si fanno gli scherzi da spiaggia. Senza contare le serate passate loro quattro a giocare a scala quaranta, ramino o burraco. Belli. Veramente belli. Un affiatamento da paura, invidiabile.

Passa il tempo e tutto rimane così, anzi meglio. La complicità, la serenità e il bene che traspare da questo quartetto è stupenda.

Poi un anno la ragazza è incinta. Bellina!Non ci siamo nemmeno domandati se si fossero sposati, ma chi se ne fotte.Nel 2008 stiamo ancora a guardà ste cose?Ma anche no. E anche se le dita sono libere da fedi nuziali, quello che traspare da loro amore, basta a far zittire anche i più pettegoli. Poi insomma stanno insieme da quando andavano a scuola e hanno quasi trent'anni, se c'è rimasta, che problema c'è?

Il futuro nonno continua a essere gagliardo e tonico, la futura nonna gongola felice, Lucia sfoggia il pancione in bikini e gioca a racchettoni con la bandana. Renzo viene preso a pacche sulle spalle dagli altri ragazzi e deriso amorevolmente nel suo ruolo di futuro babbo. Anche stavolta l'aria è gioiosa, il quartetto si ama più che mai. Renzo e Lucia protetti da questi genitori moderni, auanti, ma allo stesso tempo solidi e affidabili.

Fino a che.

Fino a che non nasce il bambino.

La situazione ora è molto, molto cambiata. Ovviamente in peggio, visto che prima era idilliaca.

L'arrivo del bambino ha completamente scombussolato quella che era l'armonia del quartetto. E' stato come un sasso gettato nelle acque calme e ristagnanti (purché belle) di un lago.

Renzo e Lucia, adesso, un giorno sì e uno pure, si prendono a mazzate. C'è un disagio e una insoddisfazione di fondo che si percepisce a qualsiasi distanza. Il quartetto non si sorride più.

Lucia, gagliarda e simpatica, è diventata sì molto presente e premurosa col bambino, ma intollerante con il resto del mondo, soprattutto con Renzo, il quale viene trattato come una pezza da piedi. La mamma e Lucia adesso sono quasi coalizzate, complici e protagoniste di pensieri bambineschi nei quali Renzo non viene coinvolto. La mamma di Lucia probabilmente lo vede sempre troppo giovane, inesperto. Questo ragazzone dall'aria buona e dal viso infantile, secondo lei non trasmette troppa maturità e viene trattato come un bambino. Anche se non lo è. Eccome se non lo è. Qualsiasi cosa lui faccia col bambino (e credetemi fa delle cose normalissime) loro 'il duetto di signore', ha sempre qualcosa da ridire. Lucia lo rimbrotta, spesso davanti al bambino (orrore) e spesso davanti agli altri (doppio orrore), ma roba assurda, della serie “Tienilo più su il cucchiaino, non vedi che è storto?”

“Ma dove lo porti?Non senti che fa caldo?”

“Con te non mangia. Dammelo a me, faccio io che a te non riesce”

Lui naturalmente si incazza e partono i battibecchi al limite dell'assurdo.

“L'hai portato fuori senza giacchino?Ha il raffreddore!”

“Ma se ha fatto sì e no uno starnuto!E poi gliel'hai attaccato te!”

“Io???Ma cosa dici?”

“Gli starnutisci addosso perché l'hai sempre in braccio, poi ci credo che ha il raffreddore!”

“Io non gli ho starnutito addosso!”

Tutto per uno starnuto. Capite? Manco poco se le danno per uno stranuto. La mamma di Lucia e Renzo, adesso, non si possono vedere. Lui si sente completamente scavalcato in primis da sua moglie e poi dalla suocera, considerato meno di zero e totalmente incapace di gestire suo figlio. E non è così. E' chiaro come il giorno che non è così.E' un padre giocherellone, presente, simpatico e allegro. E' rimasto quello che era, solo più responsabile. Lei è cambiata. Non è rimasta quella che era. Ora vive solo per il figlio, il compagno viene dopo questo, la madre, il padre, e tutto il cucuzzaro.Ha dimenticato come si gioca a racchettoni, guarda male lui se solo si azzarda a proporre una partita a calcetto, della serie “Eccerto!Lui va a giocare a calcetto e col bambino ci sto io!Eh!” e ha perso il suo gruppetto di amici. Ora ha sua madre. Che dal canto suo agisce in sordina, non affronta mai Renzo in prima persona, ma usa Lucia come intermediario, magari anche con frasi carine “Ma se gli metteva il cappellino non era meglio?”

“Non andrà troppo forte in auto?”

“Guarda che ha intenzione di portarlo fuori ora. Secondo me è un po' troppo caldo, non credi?”

E puntualmente Lucia lo rimbrotta.Mica le dice “Mamma, ma una padellata di cazzi tuoi, no?”

Senza contare che se il pargolo viene sgridato da mamma e papà (soprattutto papà) la nonna non tiene la posizione ma allarga puntualmente le braccia “Ohpppovero amoreeee!Vieni dalla nonnaaaa!Cosa ti dice babbo, eh? Ti ha sgridato?Cattivo babbo, cattivo!”

E tutto questo è veramente brutto. Perché prima della coppia, della piccola nuova famiglia, c'è l'altra famiglia, quella di origine e Lucia non ci si stacca. Non c'è verso. Non si rende conto (o forse sì) dell'errore che sta commettendo. Lui sì, se n'è reso conto e ce ne siamo resi conto un po' tutti, visto che ha fatto una sceneggiata a bassa voce come Mario Merola con la raucedine. Si è incazzato di brutto, si è stufato di essere trattato come un bimbetto, ha rivendicato il suo sacrosanto diritto a fare il padre. Ma è solo. Solo contro due donne. Il padre di Lucia, continua a farsi il fisico, ma mica è scemo. Ha capito l'antifona e si tiene fuori, tanto hanno messo un po' in disparte pure lui.

Credo che quando uno decida per scelta o no, di farsi una famiglia, debba staccarsi. Con questo non voglio dire che i rapporti devono freddarsi, ma passare dallo stato 'sono solo figlia' a 'sono una donna con le mie responsabilità'. E dal momento che decidi di dividere la tua vita con un uomo, renderlo padre e offrirgli il tuo cuore, il rispetto che hai di lui deve essere così grande da zittire anche tua madre, qualora fosse inopportuna.

E ci sono molti casi così.

Chiudo con un aneddoto da brividi.

Dante e Beatrice in viaggio di nozze.Trentatrè anni lei, trentacinque lui.

Dopo sei giorni Beatrice chiama sua madre: “Mammmaaa!!”

“Come stai amore miooooo??”

“Mammaaa!!Io sto bene, qui è tutto bello, ma non vedo l'ora di tornare a casa...”

“Che è successo?” detto con tono compiacente di chi sa. Con un sorriso beffardo, della serie “Io lo sapevo.Può venire a letto con te, ma è mia. MIA”

“Mi manchi troppo mamma”

In viaggio di nozze. Col marito.Non vedi l'ora che finisca perché ti manca mamma.

E mamma t'aspetta.Eccome. E aspetta anche lui, per ribadire il concetto tante volte non fosse chiaro.

Ovvio che è un post della minchia, ma ci tenevo a dire che non esistono solo i mammoni.

Eh no.

venerdì 12 agosto 2011

AGOSTO, PICCI' MIO NON TI CONOSCO




Amiciiiiiiii!!!!

Sì, sono viva.E rinco, come sempre. Infatti oggi sento di darvi due numeri. Se li giocate e vincete, naturalmente facciamo a metà.Come no.Sì sì.

Allora:

0 tempo per scrivere un post decente (ma và?S'è capito?)

1 cazzata fatta in questi giorni (consolatemi, chi non ne fa?)

2 persone (una delle quali alta uno e quaranta) che aspettano in gloria il mio ritorno dal lavoro per sommergermi di progetti per questi pomeriggi d'estate (adoroooo!!)

3 i giorni di festa per questo ferragosto

4 i minuti che ci metto a preparare cena, visto che andiamo avanti a prosciutto, melone e mozzarella.

5 le settimane che mi separano dal matrimonio di una delle mie amiche del cuore (che bello!!)

6 i pensieri al secondo su cosa mettermi e come pettinarmi.MAYDAY!MAYDAY!

7 (moltiplicato per 10) gli oggetti che ieri avrei acquistato (per me) quando siamo andati a comprare il regalo agli sposi. Dio, avrei cambiato tutte le stoviglie!

8 le occhiate del Santo ogni volta che prendevo in mano un oggetto.Un oggetto inutile, ovvio.

9 i propositi per settembre. Ecco, se ve lo dico, poi devo mantenerlo, quindi se non lo mantengo vi autorizzo a prendermi a badilate: voglio prendere una macchina da cucire e imparare a usarla. L'ho detto? L'ho detto.

10 i baci che vi mando in questo afoso e soleggiato we di agosto con il 15 annesso.Le città sono deserte, il web pure, ma Simo vi pensa e vi augura un ferragosto gajardo, divertente, sminchiato, ridanciano, in compagnia ma anche da soli, al mare, in collina, in montagna ma anche a casa, col pic nic, il panino o la grigliata. Fate come volete, l'importante è che sia specialoso quanto voi.

Vi lovvo abbestia (Gesù, quanto so' fineeeeeee!!!)

Vostra turista per caso

Simo

p.s. A parte la premessa, ma voi che fate in questo weekendino ferragostiano?


venerdì 5 agosto 2011

SCACCO MATTO


Perché, dico io. Perché la gente deve saltare subito a delle conclusioni, sbagliate per altro. Ma che ne sai.E pensare che io, in genere, sono una che non abbocca alle provocazioni, sono per il vivi e lascia vivere, soprattutto senza rompere le palle. E sono una alla quale non piacciono i luoghi comuni e le frasi fatte.Così. Però se mi provochi quando sono stanchina, tipo quando ho appena finito di preparare un rinfresco per 100 persone, può darsi che la mia risposta sia questa:

Negozio.Io e lui.

“Buonasera signora Simona!”

“Ohhhh!!Ma buonasera signor C.!”

“Era da un po' che non la vedevo.Era in ferie?”

“Eh sì!” :-D

“E dov'è andata di bello stavolta?Dove?”

“In Cornovaglia”

“Uh, la Cornovaglia. Bella?”

“Eh direi!Da non tornare più via, guardi!Davvero bellissima!” :-D

“Lei, è proprio una girellona, eh? Anche l'anno scorso è stata all'estero, vero?Dov'è che andò?”

“Sempre in Inghilterra, ma un'altra zona, praticamente la valle del Tamigi”

“Ma pensa. In macchina, mi pare. Vero?”

Entra una persona. Poi due. Poi tre.

“Sì, in macchina.Vabbè a noi non pesa sennò non lo faremmo” :-D

“Certo” si gira un po' verso altri clienti, si impettisce giusto un filo e se ne esce con “Ma lei Simona, che gira così tanto all'estero, ma l'Italia la conosce?”

“Ma guardi che io fin da piccola ho viagg...”

“No, perché” e mi interrompe “voi giovani siete fissati con le vacanze all'estero ma qui in Italia abbiamo delle bellezze che in giro non si trovano. Parigi, Londra, la Spagna, e poi non conoscete nemmeno il paese in cui vivete. Prima di andare all'estero imparate a visitare l'Italia!”

Ho 8 occhi puntati addosso e lui mi fissa credendo di fare uno scacco matto.Lui.

“Ehm...mmh...”

“Visto?E' così”

“No, è che stavo pensando...allora: ho visitato Milano, Bologna, Parma, Ferrara, Mantova, Savona, Genova,Lerici e Portovenere, Roma, Perugia, Assisi, Orvieto, tre volte in Trentino Alto Adige, Lago di Garda, Trasimeno e di Bolsena, Isola del Giglio e l'Argentario, le cascate delle Marmore,e ovviamente tutta la Toscana, per ora. E temo di essermi scordata qualche posto. Può bastare?”

Dire che c'è rimasto di merda, è dire poco.

Eccheppalle.

mercoledì 3 agosto 2011

NA TAZZULELLA 'E CAFE'

(Immagine presa dal web)

Io e Malù dovevamo incontrarci un bel po' di tempo fa, quando lei, dopo avermi fatto una Carràmbata in negozio, propose il “Vediamoci con calma”. Io ovviamente risposi “Certo, a casa mia!”

E prima Pasqua, e poi il lavoro, e poi Nello, e poi le ferie non si trovava il verso (manco fossimo Obama con tutti 'sti impegni), fino all'altro giorno quando abbiamo deciso che l'incontro s'aveva da fare!Ora.Il fatto che di prima mattina c'era il sole e mano a mano che ci avvicinavamo all'ora x si rabbuiava e tuonava preannunciando un diluvio universale, doveva dirmi qualcosa. Ma noi, sprezzanti del pericolo ci mettiamo d'accordo.

Nel pomeriggio mi arriva un criptico sms “Parto ora!”

al quale io rispondo “Sì, di cervello!”

Dopo mezz'ora ancora non la vedo e pensare che ci dividono pochi km.Cosa è successo?

Mentre sono lì che mi mangio le unghie perché me la immagino sorpresa dal temporale che galleggia come una paperella in una vasca da bagno, mi squilla il telefono.

“Malù!Ma santoiddio, dove sei?”

“Eh!Al cimitero.”

Al cimiterooooo??? Ommioddioooooooo!!Lo sapevo!Ohhhhhpppoveraaaaa!!Un funerale proprio oggiiiiii!!Povera la mia tesoraaaaaaa, tutto così all'improvviso, magari è venuta a mancare la vicina centenaria, ommioddiooooooo!!!

Un attimo.

Al cimitero?

Realizzo in quel momento che io sto vicino al cimitero, non a caso tutti mi dicono che sto in una zona tranquilla, dove regna un silenzio di tomba.Evvoreivedè.

“Cimitero? Il mio cimitero? Che ci fai lì?”

“Che ne so, mi ci ha portato il navigatore!”

A questo punto ho capito che se il mio navigatore si fa le canne, il suo è in overdose di minchiate.

“Ok, ho capito sei sulla strada del cimitero.Allora...”

“No no, sono proprio dentro...tho!Che bel cimitero avete...quanti fiori...carino!”

“Malù, esci immediatamente dal cimitero!” Questa è pazza.

“Mmh...peccato.Dicevi?”

Fatto sta che mi sono dovuta improvvisare navigatore e guidarla, cellulare all'orecchio, fino a casa mia.Ma non è finita. Mi dice che ha capito e invece realizzo che non ha capito una cippa di minchia. Dopo dieci minuti di lei nessuna traccia. La chiamo e non mi risponde. Cosa diavolo mi è saltato in mente di chiamarla.Cosa?

Arriva la telefonata “Mi sono persa”. Dal cimitero a casa mia ci sono 500 metri e lei si è persa.Gnapossofà.

“Allora Simo, penso di aver azzeccato la via..vediamo vedo il numero 4...8...12...16...20...”

Che sta facendo? Sta ripetendo le tabelline?

“...24...28...”

CHE DIAVOLO STA DICENDO!!!

“Malù, ascoltami bene. Prosegui su quella strada, lascia stare i numeri, ti sto venendo incontro sulla strada”. La aspetto sul marciapiede come una mignotta indispettita da un cliente in ritardo e quando vedo che non arriva mi incammino nella sua direzione. E finalmente eccola, nella sua macchinina bianca a passo di lumaca, tutta protesa in avanti come una vecchietta orba. Mi metto a sbracciare e lei,era ora, si ferma.

“Madonnamia!Finalmente!Dio, come sei dura!” Apro lo sportello e mi catapulto in macchina non schiacciando per un pelo quello che poi si sarebbe rivelato un dono per me.

“E' un casino trovarti!”

“Ma chetati!Adesso vai!” Sembravamo Starsky e Hutch quando dovevano inseguire i malviventi.

Ehm.Sono con i piedi sulla sua borsa.Ops!Questo era un pacchetto?

Dopo aver parcheggiato sulle strisce (te pareva?) ed essere scese dall'auto, realizziamo che non ci siamo ancora salutate.

“Ammmoreeeeeeeee!!!”

“Tesoroooooooooo!!!” Urliamo lì sul marciapiede.

A questo punto sembriamo due signorineperbene contente di aver fatto fuori un cliente che puzzava.

Ci avviamo in casa dove lei esclama “Sono a casa di Simo, quella vera!”

“Malù accomodati, vuoi una bibita?Un pasticcino?Una fanta?Una coca?Un prosecco?”

“No, voglio il caffè. Avevi detto 'Vediamoci per un caffè a casa mia”

“Cioè...era per dire...si dice così no?”

“No no, io voglio il caffè, come avevamo prestabilito”

Ma è del KGB?Mi sta mandando un messaggio in codice? Cos'è questa precisione? Mi guardo intorno e temo di scorgere delle telecamere o delle cimici in casa mia. Questa qua me l'ha mandata qualcuno per spiarmi, me lo sento!

“Ma almeno mettiti seduta, fai come se tu fossi a casa tua!”

“Okay, certo” lei girottola con lo sguardo, sorride ad Alice e mi guarda mentre preparo il caffè.

“Prima avevo la Mokona...”

“Anch'io ho la Mokona!Viene buono il caffè” mi dice.

“Appunto, la mia si è schiantata, quindi te lo faccio con questa, va bene?”

Lei guarda la mia moka da tre tazzine con un' espressione che diceva “Era meglio se mi fermavo al bar”

“Non so come viene”

“Che intendi dire?”

“Diciamo che non sono proprio famosa per il mio caffè...chiedevo...non preferiresti un thè?”

“No, no. Voglio il caffè” Sprezzante del pericolo la ragazza!

Anche lei (come me del resto in case altrui) preferisce sedersi sulla cassapanca in cucina, invece che sul divano in salotto.Il caffè è pronto in pochi minuti e la sua espressione davanti alla tazzina colma sembrava quella di Biancaneve quando tiene la mela in mano.

“Anche se fa schifo sei obbligata a dirmi che è favoloso, chiaro?”

Ho temuto che me lo sputasse in faccia al primo sorso. Invece l'ha bevuto!E ha detto anche “E' buono,sai?” Come si vede che mi vuole bene!

Siamo state a chiaccherare nella mia cucina come delle vecchie comari. Abbiamo parlato delle mie vacanze, delle sue, dei figli, della globalizzazione, del mercato estero e del buco nell'ozono.

Scherzo. Le ultime tre sono bugie. A me piace tanto Malù, per un sacco di cose. Ci accomunano molti punti di vista riguardo alla gestione famiglia, il blog e il modo in cui ci approcciamo alla vita. Il nostro motto, che teniamo stretto in pugno, è Carpe Diem. Cogli l'attimo e vivi spensierato. Per un sacco di cose che non sto certo qui a descrivere, Malù, sa cogliere le cose belle della vita, facendone tesoro e donandole ad altri. E' una che ha capito al volo il mio modo di essere così spontanea, senza fronzoli e senza paletti. E' una alla quale piace non prendersi troppo sul serio, perché come me “le cose serie sai che palle”. Infatti abbiamo sminchiato parecchio, come due 'mbriache che non si vedono da un po'. Dopo un'oretta ci siamo spostate in giardino, dove abbiamo continuato a dire cazzate, dove ci siamo spintonate, dove abbiamo tentato di fare delle foto, dove ha scoperto alcuni miei segreti scribacchini che hanno suscitato in lei un “Apperòòòò!”, e dove ho scoperto che Malù è la mamma che tutte vorrebbero avere (allunga cento euro cocca). Per quanto riguarda la questione foto...ehm...cambiamo discorso. Io le avrei fatto un book che manco Oliviero Toscani.Lei mi avrebbe ucciso e seppellito in giardino come un osso da cani, solo se mi fossi permessa di scattarle una foto.Ne abbiamo fatte tre. TRE. Una ha gli occhi chiusi. Un'altra, visto che davanti alla digitale era a suo agio come sarei io nuda in un campo di nudisti, si vede solo il suo collo perché si divincolava come un'anguilla. Ma io volevo fare una foto, a costo di accopparla e farla insieme al medico legale!Riesco a convincerla dicendole che tengo Raoul Bova nell'armadio e che dopo glielo presento.Bhè...la terza ce l'ha scattata Alice e siamo prese così bene, che per non farvi venire un colpo apoplettico, ho deciso di non pubblicare. Potreste toglierci il saluto a tutte e due.

Poco prima delle otto rientra il Santo, dalla consueta partita di calcetto. Essendosi dimenticato che avevamo un ospite, si è presentato, diciamo...in maniera un po' casual:capello sconvolto mezzo bagnato e camicia grinzosa e aperta sul petto. Sembrava fosse ancora in campo.

Quando in casa c'ha trovato Malù sembrava la Carrà col tuca tuca. Ha cominciato a tastarsi per darsi un tono “Piacere Andrea.Abbi pazienza, ero a giocare” Pat pat,pat pat, fressshhh (mani nei capelli per sistemarli)

“Amò, almeno avete vinto?” Lui per tutta risposta si è attaccato alla cannella. Mi si disidrata e mi si sciupa sto ragazzo con tutto questo sport.

Malù, come se il Santo fosse stato una sveglia, ha emulato il Bianconiglio “E' tardiiii!!Devo andareeee!!!” Ora, capisco che lui, essendo anche vicino alla beatificazione, possa incutere una certa soggezione, ma noi l'avremmo tenuta anche a cena. Faccio per dirlo.

Comunque è stato un bellissimo incontro (l'adoro e lei lo sa.Eccome se lo sa), in certi momenti molto intimo e profondo, in altri sembravamo due idiote. Forse più la seconda. Ci siamo salutate con l'idea di rivedersi a casa sua.

Sì, vabbè, se lei si è persa, io per arrivare a Natale, parto ora.



lunedì 1 agosto 2011

E TRE!



Ed eccoci arrivati al martedì. Ci svegliamo che pioviggina (ma dai?), ma oggi abbiamo in mente di visitare St Michael Mount.

Arriviamo a destinazione armati di impermeabile che manco il tenente Sheridan e rimaniamo in macchina giusto il tempo di capire se la marea si sta alzando o si sta abbassando. In spiaggia le persone si contano sulle dita, qualcuno passeggia, altri sciolgono i cani. Nonostante fuori ci siano 14 gradi, l'aria sembra mite e la voglia di arrivare all'isolotto si fa forte. Scommettendo se si farebbe prima ad arrivare a nuoto, in barchetta o a piedi camminando sulle acque, ci avviamo all'imbarcadero (?), tanto per saperne un po' di più. Andrea vuole provare l'ebbrezza di arrivarci in barchetta, io non sono convinta perché vedo la mia cerata da capitan Findus prendere una ventata e sollevare la barchetta e tutto il cucuzzaro. E i titoli del telegiornale, ovvio.

L'omino al parcheggio ci avverte (contro il suo interesse) che se aspettiamo 30 minuti, lo possiamo raggiungere tranquillamente a piedi, perché il mare si ritira. Che bello! Decidiamo di attendere, non tanto per la spesa della barchetta (che a oggi non sappiamo ancora quanto costa), ma proprio per la curiosità di passeggiare sull'acciottolato che ora, in quel momento, se ne stava sotto il mare. Abbiamo atteso mezz'ora al parco giochi sulla spiaggia, dove mia figlia si lanciava dalle liane come una Tarzan qualsiasi. A volte mi fa paura 'sta figliola.

Piano piano, minuto dopo minuto, come per magia, il mare si ritira come un grande lenzuolo, lasciando scoperta una stradina che porta fino all'isolotto.Percorriamo l'acciottolato bagnato con il mare che lambisce i nostri piedi e devo dire che alla vista tutto questo è affascinante. Sembra davvero di camminare sulle acque. Parliamoci chiaro, avere il mare a destra e a sinistra ti fa sentire molto Mosè.Anche senza un lungo bastone.

Visitiamo il castello,e anche se non è Mont Saint Michel della Normandia, merita di essere visitato. Nel negozietto adiacente trovo un libriccino di cucina che sembra uscito dalle fiabe. Ricette su ricette di dolcetti e leccornie, stampate e colorate come se fosse destinato a una dodicenne. “E' fantastico!”

“Sì, mamma. E' troppo bellino!”

“Voglio dire, come abbiamo fatto fino ad ora senza?” Becky Bloomwood esci da questo corpo!

“Per sole quattro sterline e 99!Devo averlo!”

Okay, era in offerta, per quello ho approfittato.Ora è sulla mensola azzurra della mia cucina, ed è inutile dirlo, ci sta da dio. Mentre facciamo ritorno sulla terraferma, esce il sole e il mare si è ritirato lasciando alla vista la stradina come un nervo scoperto.Intorno a noi alghe, detriti e conchiglie per la gioia dei gabbiani.

Loro mangiano e noi...pure. Visto che è solo l'una passata, decidiamo di allungare un po' il nostro giro, destinazione: Minack Theatre. Avete presente, no? Il teatro a picco sulla scogliera, quello che fanno vedere spesso in tivù, quello che d'estate un giorno sì e uno no, ci recitano Shakespeare...quello lì.

Arriviamo e la giornata ormai si è sanata, ha smesso di piovigginare, è uscito il sole e ci tuffiamo letteralmente nel teatro. Bhè. Che dire. Ha un fascino tutto suo.Sulle sedioline di pietra sono incise tutte le rappresentazioni teatrali delle opere più famose e ci siamo aggirati tra le scenografie che sarebbero servite il giorno dopo.

Dal Minack Theatre si gode una vista magnifica della spiaggia di Porthcurno e le scogliere circostanti. Ecco, lì siamo rimasti un po' ammaliati da tanta bellezza, cullati dal silenzio, dal sole e dall'aria fattasi improvvisamente mite.


Dopo aver scattato foto pericolose (roba che basta che tu muova il piede di cinque centimetri e ti ritrovi spalmato a mo' di geco sulla scogliera sottostante), e fatto finta di recitare l'Amleto, e applaudito in punta di dita come delle damine, e essersi impossessati del palcoscenico sentendomi la bisbetica domata, abbiamo lasciato questo luogo d'incanto per proseguire verso Land's End, il punto più a sud ovest della Cornovaglia. Non so se a voi fa questo effetto un viaggio, ma a noi il tempo ci sembra dilatato. Ogni tanto guardavamo l'orologio ed esclamavamo “Solo le treeee??” quando in verità ci sembravano le sette di sera. Fatto sta che ci facciamo tutta la bella costa che ci porta a Land's End. Parcheggiamo vicino a Sennen Cove, la lunga e selvaggia spiaggia sottostante e decidiamo di intraprendere il sentiero che porta alle magnifiche scogliere.


Ecco, essere lì, in quel pomeriggio ventoso e sapere che quello che stai vedendo, sentendo e assaporando è l'Oceano Atlantico, bhè, a me ha lasciato senza fiato. Quando ho realizzato di essere sulla punta estrema della Cornovaglia, e al di là di quel manto ceruleo, l'America, vi giuro, avrei piantato una tenda e avrei dormito lì. Noi, l'Oceano e i gabbiani. Vuoi mettere?


Sulla via del ritorno (“Ma come, sono lo le cinque?”) ci siamo fermati a St Ives, una piccola cittadina di mare. Abbiamo passeggiato tra ripide e strette stradine, annusato i buoni sapori che uscivano dalle cucine dei numerosi pub, siamo scesi fino al piccolo porticciolo e fotografato la vita di mare che caratterizza questa città. St Ives è difficile descriverla. E' una moltitudine di colori, barche, funi e 'vita'. E' una panchina fatta di vecchi ricordi. E' una giostra di sapori contrastanti. E' una birra dimenticata sul molo. E' una corda azzurra che ha segnato troppe mani.


Siamo tornati alla dimora alle 20.30 passate.Alle 22.30 ronfavamo già sotto i piumoni.
Come avere 38 anni e dimostrarne 80.

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