domenica 30 ottobre 2011

MODELLE PER CASO (la sfilata)



E' andata.Andatissima.E ci siamo divertite una cifraaaaaaa!!Procediamo con ordine.

Venerdì era il grande giorno e c'era un fermento manco dovessimo sfilà per Valentino a Milano.

Passiamo la mattina tra ordinazioni di pane, paste e telefonate isteriche di chi doveva sfilare. In poche parole:mattinata da delirio. Alle 16 io e Alice avevamo trucco e parrucco dall'estetista/parrucchiera. Mi viene fatto un trucco così leggero che Lady Gaga in confronto è acqua e sapone:sull'azzurro cangiante color tortora con sfumature turchesi tendenti al celeste. Na roba che se mi avesse visto Giorgia mi avrebbe dedicato lì per lì 'Di sole e d'azzurro'. Io, quando l'estetista ha preso pure il mascara blu elettrico, ho cercato con parole gentili a dirle che non mi sarei sentita molto a mio agio con sto trucco, ma lei mi ha guardato come per dire “Ma allora?Chi è l'estetista qua?Mi lasci lavorare?” Mi sono lasciata truccare e infardare alla grande, ma quando mi sono vista allo specchio manca poco muoio. Ero in perfetto stile Halloween: DA PAURA.

Per niente convinta e truccata da punkabbestia, sono andata al parrucco.

La parrucchiera mi ha chiesto “Che vestiti indossi?Di che anni?”

“70 e 90”

“Ah okay, facciamo una pettinatura che puoi sfruttare per tutti e due gli anni. Partiamo col settanta!” Era così entusiasta che mi son detta: e andiamooooooo!!!vedi che pettinatura chic!

Si è messa a ravanare tra i miei capelli e mi ha fatto quello che lei ha chiamato 'crocchia anni '70.

Mi son guardata. In testa avevo tre cannoli alla siciliana.Paro paro. Na cosa che se prendevo una ventata ci sentivo anche l'eco. A quel punto volevo scappare.

“Ma no!Sei perfetta!Aspè che diamo il tocco chic!”

Che vuol fare ora? Non sono già abbastanza ridicola?

“Ecco qua, và che bella!”

Mi ha messo una treccia posticcia del mio stesso colore di capelli, tutta intorno alla testa.

Ora sembro Lucia Mondella.

Vi prego uccidetemi.

Più mi guardavo e più non mi piacevo, forse perché agghindata così in pantaloni con tascone, felpa e Nike ero un po' fuori tema.

Poi è stata la volta di Alice. Che bellina, era il suo primo trucco e parrucco della sua vita. Trucco superleggero quasi invisibile sui toni del rosina con brillantini e la pettinatura strepitosa fatta di due trecce 'intrecciate' tra loro. Molto fashion, molto chic.

Non può essere figlia mia.

Avevo deciso di starmene in disparte, vista la mia condizione, ma una telefonata dal lavoro mi manda nel panico “Simo corri, devi rientrare in negozio, c'è un casino di gente e ordinazioni”

Lì per lì ho pensato di affogarmi nella tazza del cesso. Come potevo andare dietro al bancone così conciata? Come?

Sono andata. Una figura di merda mondiale. Truccata e pettinata da sfilata con indosso il grembiulino a smistare il pane e i prosciutti. Le persone entravano, mi guardavano, giravano lo sguardo sicuri di trovare una telecamera ed essere su scherzi a parte, e poi ridevano. Ridevano. Ho trovato scuse tipo:

“Sono appena tornata da un matrimonio”

“Sono la cugina di Simona, sì lo so ci somigliamo”

“Sono vestita da Halloween. Interpreto una morta anni '70”

Alle 20 scappiamo tutte alla sfilata. Io e Alice appena arriviamo veniamo letteralmente risucchiate dalla magia. E lì è cominciato il divertimento. Una frenesia e un' eccitazione che nemmeno il dietro le quinte a Parigi. Era bellissimo. Quaranta vestiti dal 1947 a oggi appesi alle crucce, veli, tulle e coroncine in ogni dove. Tre sarte, due vestitrici, due organizzatori, e un cameramen. Che sì, stava girando il filmato del dietro le quinte. Sì, sarà mio appena verrà montato. No, non lo vedrete mai.

E poi noi, le modelle di paese, isteriche e ansiose come delle vere modelle.

“Dov'è il mio velo?? Il mio veloooooooo!!!Non trovo il mio veloooooo!!!”

“In questo vestito non è previsto il velo”

“Ah no? Ah, non è il mio vestito. Dov'è il mio vestitooooooooo????”

“Come sto?Oddio che capelli!”

“Mi tiri su la cerniera?”

“Mi passi le scarpe?”

“Chi è la primaaaaaaa???La prima, anno 1947 si prepariiiiiiii!!!”


Delirio. E caos. Non capivamo più un cazzo. Anche perché ci vestivamo a vicenda. Eravamo tantissime e le sarte non riuscivano a star dietro a tutte. Qualcuna ha avuto un attacco isterico e manca poco le do due schiaffi per calmarla.

Un'altra ha cominciato a dire “Non ce la faccio...” e mi si mette a fare il labbrino. E per poco non la spediamo sul palco a calci in culo. Ecchediamine siamo qui per divertirci! E divertiamoci!

“Mamma!”

“Amore!”

Queste siamo io e mia figlia che ci ritroviamo nel marasma. Lei è stata fantastica, dopo averla vestita si è affidata alle mani delle sarte e della parrucchiera per mettere il velino, poi ha intrattenuto i bimbi più piccoli, ha passato le scarpe a chi ne aveva bisogno, sistemava lo strascico a chi l'aveva lungo, senza fare una piega, senza avere isterismi, come se per lei, sfilare, fosse la cosa più naturale del mondo. Non ho dovuto starle dietro, lei non ha avuto bisogno di me, è stata complice e amica, na roba che non mi sarei mai aspettata. Ogni tanto nel casino generale, ci cercavamo con lo sguardo, come per dire “Uè, ci sono!” e collaboravamo a vestire le altre canticchiando canzoni anni '60 che la cantante sul palco proponeva agli spettatori. Poco prima dell'apertura arrivano cinque stragnocche. Noi lo sapevamo che sarebbero arrivate. La serata prevedeva che un artista/stilista portasse con sè delle modelle vere per creargli addosso degli abiti fermati solo con le spille. Quelle cose creative e ganzissime.

E a noi è caduta la mascella. Quel poco di sicurezza che ero riuscita a infondere alle più giovani sono state completamente spazzate via dalla vista delle vere modelle. Belle da fare schifo.E simpatiche come una cistite.

L'artista stilista ne ha fatta sfilare una per farci vedere come si fa. Siamo impazziti?

A parte il fatto che se io incrocio i piedi come fa lei, tempo due secondi sono sdraiata a tappeto d'orso e per districarmi ci vogliono i pompieri e poi, ma dico, vogliamo parlare del fisico?

Noattre ci siamo guardate e abbiamo sentenziato “Loro saranno gnocchissime, ma noi siamo più simpatiche.E andiamooooooo!!”

Ci siamo. L'ora X è arrivata. Cominciano a sfilare le prime ragazze, io sono la numero 17 (te pareva?), Alice la 22, poco dopo di me. Mentre sto per salire sulla scaletta, vengo fermata dalla capomodella che in modo nemmeno troppo cortese mi dice “Non tenerti il vestito!Rilassata!” Manca poco le do una testata “Senti, il vestito non l'ho scelto io, me l'hanno dato, okay?”

“E poi tho!” mi mette in mano una bimbina, figlia di un'altra, tutta incartata nel tulle (porella) “Vai sul palco con una bimba!”

Sta bambina guarda all'insù e nei suoi occhi leggo chiaramente “chi cazzo sei?”, “dov'è mia madre?” e “cosa ci faccio qui?”

A quel punto, sovrastando il casino, ho fatto un fischio che manco un pastore quando richiama il cane. Alice, che aveva seguito tutto da lontano, in un batter d'occhio era già a mio fianco e due secondi prima di salire sul palco ho riconsegnato la bimbina alla simpaticamodella dicendo “Se devo sfilare con una bambina, sfilo con la mia!Permetti?”

Lei ci ha guardato e ha detto “Oh. Okay” con la sigaretta che le tremolava nella mano guantata di rosso.

Ma vaffanculo.

Siamo salite. Ci hanno bloccato dietro dandoci i tempi giusti e al Via dell'organizzatore abbiamo finalmente calcato la passerella. Il red carpet.


E' stato ganzissimo. Non vedevamo un cazzo, ma è stato troppo bello. Siamo state accecate dai fari, sentivamo chiaramente frasi tipo “E' la Simona!Ah ah ah!” Sì, ridevano.

“Ma quella bimba...è la sua bimba?”

“Belleeeeeee!!” Questa è mia madre.

Fotoflash!Fotoflash!Fotoflash! Questo è il Santo.

“Quella tipa lì è mia nuora?” Questa è mia suocera.

Abbiamo passeggiato lentamente, fatto la mossa a fine percorso per le foto (temo di aver assunto la posa di Marisa Laurito quando faceva la mossa negli anni novanta) e tornate indietro tra gli applausi. Dio, che ganzata!


Alice mi ha detto “Ma lo rifacciamo??Dai mamma è stato troppo forte!”

Una volta tornata dietro dovevo spogliarmi velocemente per poi rivestirmi con l'abito del 1997.

Il mio. Sì, ho sfilato con il mio vestito da sposa (me l'avevano chiesto) e (gridate al miracolo!) ci sono rientrata dopo 14 anni.

Essendo un filino ingombrante ho quasi travolto dieci persone e non passavo quasi dalla scaletta, ma quando è stato il mio turno ho sfoggiato tutto stobendiddio. Nel frattempo la parrucchiera mi aveva tolto la treccia e fonato la frangia. C'è stato un “Ohhhhhhh” generale, mica perché ero figa, perché manca poco travolgo pure il ficus benjamin della scenografia.


Ho cercato con lo sguardo il Santo, ci tenevo, ma non l'ho visto, dannazione!Poi ho cercato mamma, perché il vestito l'ho disegnato io ma me l'ha cucito lei, perlina per perlina, tutto a mano. E non ho visto nemmeno mamma, accidenti!Ma le ho riportato i complimenti che mi hanno fatto tutti per il mio abito. Addirittura l'artista/stilista voleva conoscerla. La mì mamma!


E' stato bellissimo, entusiasmante e l'avrei rifatto tremila volte.Infatti una volta rientrata dietro le quinte non me lo sono tolto e sono uscita tra il pubblico e la folla agguantandolo sotto e portandomelo pesantemente dietro. Sembravo Julia Roberts de noattri che scappava da chissà cosa.

“Mamma, ma babbo dov'è, lo vedi?”

“No, non lo vedo. Di qua!Scusi eh?” ho travolto un signore “Permesso...mi scusi...non lo vedo, ma dov'è?”

“E le nonne? Le vedi?”

“No, proviamo qui!”

Sgomitando nel mio vestitone ho fatto il giro della piazzetta invano. Niente. Con sto casino non trovavamo nessuno. Uff! Ho riagguantato tutto il tulle e son tornata indietro, dietro le quinte. Tempo di voltarmi e lui era lì. Il mio ammmore che viene da noi e ci trova senza nemmeno il TomTom.Ci cercavamo a vicenda come due amanti senza un domani.

Secondo me ha avuto uno schoc. E manca poco mi muore. Mica per l'emozione, oh no. Per il fatto che in tre secondi gli è venuta in mente la cazzata che ha fatto 14 anni fa. Di sicuro.


E' stata una serata bellissima, emozionante, anche perché a vedermi c'era quella popò di Fabrizia Corona della Malù che mi ha scattato delle foto a tradimento veramente inquietanti, e la Adry, che si è sciroppata un casino di km solo per vedermi. Ma non sono fantastiche? La Adry è arrivata con la famiglia al seguito: il marito che si chiedeva mentalmente 'Cosa ci faccio qui?', la Giulia che mi guardava con curiosità mista a pena e l'Aurora che giustamente se la dormiva nella carrozzina.

“Grazie Adry di essere venuta!Che amore che sei!Ti sono piaciuti i vestiti?”

“Mica ti ho visto”

“Prego?”

“Sono arrivata in ritardo. Avevi già sfilato”

Ottimo. Io attiro queste persone qua. Lei e Malù:due anime e una cazzata.Abbiamo fatto un casino che la metà basta e avanza, ridendo e scherzando come tre quindicenni. I nostri mariti dalla vergogna hanno fatto finta di essere sposati ad altre donne.

Insomma, io non lo volevo fa', e invece ci siamo divertite una cifrissima, e ci siamo prenotate anche per l'anno prossimo.

“Amò, ma eri emozionato?”

“Ma chi, io?Maddai...”

“Tua madre ha detto che ti ha visto emozionato”

“Ma lo sai com'è mia madre”

“Bugiarda?”

“No, orba”

Che amore il mio principe blu cobalto.Perché ad avercelo azzurro son brave tutte.

Finisco con una foto che la dice lunga sulla riuscita della serata. E sulla mia serietà a sfilare. Ndo la trovate una modella che fa il pollice alto ai fotografi?No, dico.





mercoledì 26 ottobre 2011

Tema:L'autunno.Svolgimento: fodero l'armadio.




E'autunno, cadono le foglie.
A me cadono le braccia. Vorrei fare un casino di cose, ma tante eh? e invece mi tocca aspettare che almeno qualche impegno scemi un po'.
Poi a me l'autunno mi garba solo per i colori degli alberi (ma quanto sono belli?) e per il fatto che la mia mente bacata è tutta un fermento di creatività, che si ripercuote pure sulla casa.
Vi ricordate il lavoro di Nello? Come chi è Nello? Con quello che mi è costato ve lo dovete ricordare per forza!Insomma lui, vi volevo mostrare (come mi avevate chiesto) quello che ha creato.
Visto che mi ha fatto tutta casa, io farei una stanza alla volta, sennò qua facciamo notte.E a proposito di notte inizierei dalla camera da letto.
Ehm...io e il Santo ci sentiamo un Re e una Regina, perché come a quei tempi abbiamo la stanza blu. Non proprio blu. Azzurrina.Celeste. Oh insomma se ci mettiamo due nuvole bianche ci aspettiamo di veder comparire da un momento all'altro Bonolis e Laurenti con il caffè. Diciamo che è il nostro angolo di paradiso.Dalle foto forse non si noterà ma le pareti sono celestine cielo, mentre invece la cornice sopra la testata del letto è azzurro mare.Na roba che manco capitan Findus. Ma a noi piace un sacco.Il faro che troneggia al centro è un acquisto fatto in Cornovaglia, in uno dei tanti paesini di pescatori che abbiamo visitato.E comunque su tutto il ponte ci sono ricordi e oggetti inerenti il mare.E tutti con un significato, sennò sarebbe troppo facile.

Visto che le pareti avevano preso nuova vita ho deciso di cambiare un po' anche la biancheria. Biancheria normale? Seeeeeeee!!Avevo in mente delle federe a righe, da accompagnare con federe a fiorellini, e secondo voi l'ho trovate? Macché. Ma io e Giovanni Muciaccia siamo stati separati alla nascita e quindi acquistata la stoffa mi son messa a tagliuzzare e cucire le federe nuove. I cuscini piccoli (a puro scopo decorativo) l'ho presi da Santa Ikea a 1 euro e 90 centesimi l'uno. Sì, l'ho dovuti sfoderare visto che la fantasia proposta non sarebbe piaciuta manco a un orbo, ma a me interessava il ripieno.
In dettaglio potete vedere il fiocco di chiusura del poggia testa fatto tutto hand made. Precisamente sono fatti con:
-Rete grezza da fiorai
-Nastrino rosa trasparente avanzato dalle bomboniere della comunione di Alice
-Conchiglie raccolte da Alice durante i nostri viaggi accuratamente conservate e incollate al nastro con una puntina di colla a caldo.
Altri dettagli sparsi qua e là a tema marino ci sono: un cappellino estivo fatto ricamare appositamente da una maga dell'uncinetto da una persona...diciamo un filino improbabile: mio fratello. Che un giorno ha preso le misure della testa di Alice col metro da carpentiere e l'ha commissionato ad un'amica. Quando c'ha queste botte di Zietudine lo amo. Il risultato è eccellente. Peccato che non mi stia.
un pesciolino piccino picciò e una stella marina presa in Bretagna in una bottega di un pescatore (adoroooooo!!!)
E poi ci sono i quadri di mamma (a sx), che mi si alza una mattina con l'intento di mettersi a dipingere. Mai preso un pennello in mano in vita sua.Già solo per il coraggio l'avrei appesi, ma visto il 'tema' gliel'ho sgraffignati volentieri. Mentre la stampa (che credo abbiano altre 7668 persone.Scommettiamo?) è stato il nostro primo acquisto natalizio in una romantica sera di dicembre.
Il mare. In tempesta. Che poesia.Romantico una cifra.



Però...c'è sempre un però, visto che quando inizio non smetto più, ho deciso di cambiare anche la disposizione dell'armadio e mi son regalata della carta profumata alla lavanda che ho sniffato fino a farmi venire il mal di testa (ho cercato il profumo di conchiglia ma non l'ho trovato. L'alternativa è dimenticarsi quattro bastoncini di pesce nel terzo cassetto poi vedi come ti profuma di mare la stanza). Dicevo. Con un triangolino di biadesivo ho fissato ai quattro angoli delle mensole i fogli profumati e ualà, ora quando ti asciughi con un asciugamano profumi più di un campo di lavanda.

Okay, è probabile che sia velenoso, ma se muoio, muoio profumata.
A parte gli scherzi, aprire l'armadio e vedere tutto in ordine, caruccio e profumato a me fa iniziare bene la giornata. Sì, per farmi contenta ci vuole poco, sono una donna semplice.
Questa è un po' della camera da letto che non è shabby chic, che non ha uno stile, se non quello marino. Ma più che altro ci sono un sacco di cose a noi care e come canta Celentano "C'è sempre un motivo..."
Comunque c'è chi, dopo aver visto il bagno, mi ha detto "Wow!Anche il cesso è shabby chic!"
E si sbagliava. Indovinate chi è.
p.s. Interessato sto post? Volete vedere i dettagli anche delle altre stanze? No? Evabbè, abbiate pazienza, ma ogni tanto devo fà la donna di casa. La casa di Simo.

giovedì 20 ottobre 2011

GRACE KELLY? OUI, JE SUIS







(Immagine tratta dal web)


“NOOOOOO!!!!!”

“Simo, via ti prego!”

“NOOOO NO NO E NO!”

“Mapperfavoreeeeeee!Smetti di fare l'idiota, okay lo sei, ma davvero stai esagerando!”

“Ma vi rendete conto cosa mi state chiedendo voi altre?No, voglio dì, pensateci!”

“E a chi dobbiamo chiedere?Non puoi dirci di no.Guardati”

“E più mi guardo e più capisco che non solo siete orbe, ma siete pazze!”

Le bimbe del lavoro mi squadrano e guardano col sopracciglio alzato la mia Capa, come per dire “Pensaci te”. Infatti lei mi si avvicina, mi prende il viso tra le mani e mi sussurra con amore “Se rifiuti, ti licenzio”

“Stai scherzando!”

“Ovvio, era per metterti paura. Non rompere le palle Simo, eddai!”

“Non puoi dirci di no!E' per beneficenza!Pensa ai bimbi, a come saranno contenti dei nuovi giochi, tutto grazie anche a te!Ma non ci pensi ai bimbi?Quelli che ti piacciono taaaaanto, che vengono quiiiii, ovviaaaaaa!!”

E me li sono immaginati sti marmocchi, magari tutti contenti per lo scivolo nuovo della scuola, per gli attrezzi nuovi della palestra, per i tappeti colorati e profumati dove si stenderanno...

E mi son ritrovata a mormorare “Okay.Lo faccio.Mi vergogno come una ladra, farò mille figure di merda e mi sento appropriata in questa cosa come una bestemmia in chiesa, ma se è per beneficenza la farò.Cazzooooooooo!!”

Ehm...sì...cioè mi vergogno anche a scriverlo.

Sf...

Sfil...

Sfilerò.

Nel senso che sfilerò come una modella a una sfilata.

Una sfilata di abiti da sposa.

….....

….....

….....

Avete smesso di ridere? Posso andare avanti? No, perché qua son già agitata io, quindi vi prego di mantenere un certo contegno e non ridermi in faccia, che la situazione è già critica.Chiaro?

Questa cosa me l'avevano accennata un paio di settimane fa e io allora gli risi in faccia. Ma una bella risata eh? Rafforzata anche da un 'Colcazzo!'. Che poi all'epoca era tutto ancora campato in aria, e le ragazze per sfilare erano sufficienti per ricoprire tutti i vestiti. Adesso no, mancano. Ci sono più abiti che modelle e quindi urgono rattoppamenti. Un rattoppo sono io.

Bella e fatta bene come può esserlo una banana marcia, che inciampa pure nel tacco 3 e che ha un portamento peggio di un'ottantenne con l'ernia al disco. Ah già l'ernia al disco ce l'ho pure io.

Ho cercato di farle ragionare “Bimbe.Davvero. Pensiamoci un attimo. Ma posso io sfilare?Cioè, ma mi vedete?Ma ndo cazzo vado???”

“Ma tesoro!...” e quando iniziano così, scansati che è un casino “...ci saranno le truccatrici e le pettinatrici tutte per voi!Voi modelle dovete prepararvi in maniera professionale!”

In maniera professionale? Cosa sta dicendo?

“...e poi voi modelle col trucco sai che meraviglia...”

Della serie: un miracolo può sempre accadere.

“E poi con l'acconciatura voi model...”

“EBBASTA!Ma che modelle?che siamo tutte mezze sgangherate!”

“Sgangherate ma giovani”

“Sì, loro!”

“Ma anche te!”

“Ma quando mai?Posso licenziarmi e scappare in Brasile?Grazie”

“Guarda sarete troppo belline”

Sono pazze, c'è poco da fare. Quelle che loro chiamano modelle non sono altro che ragazze e ragazzine di paese (hanno scelto le più carucce e le più magre per dei motivi che dopo capirete), che indosseranno gli abiti in questa sfilata in pompa magna, intitolata “Le spose di ieri e di oggi”. Infatti sfileranno sfileremo (ARGH!) negli abiti da sposa dal 1957 a oggi. Una sorta di sfilata nuziale con gli abiti di una volta fino ad arrivare ai giorni nostri.Che detta così è 'na ganzata. Bello bello. Se non c'avessi da farlo io. Verrà allestita anche una mostra fotografica di tutte le foto delle spose di paese (ce ne sono alcune che sono delle chicche) e verrà realizzato un calendario con le più belle ed espressive. Il ricavato della seratona e di tutto sto pappiè, calendario compreso, andrà a finanziare i progetti e i materiali della scuola d'infanzia. Una cosa bella, per la quale si sta mobilitando il paesello, e per la quale siamo tutti (io compresa) coinvolti.

Ecco.

Ma mica è finita. Ennò. Sarebbe stato troppo bello.

In settimana arriva un vestito, il primo, quello del 1957. A vederlo ci siamo domandate se era da matrimonio o da comunione. Un vestitino bianco panna, con un vitino da vespa , spalle piccoline, impreziosito da tanti bottoncini sul davanti. La proprietaria molto carinamente ci fa notare quanto fosse magra a quel tempo “Arrivavo a malapena a 48 kg!” Si sa, a quell'epoca tutte si sposavano che manco arrivavano a 50 kg. Il problema è che l'organizzatrice l'ha guardato e ha detto “Sì. E chi minchia ci metto dentro?Qua non ci sta nemmeno un braccio”

“Effettivamente...”

“Sembra più un vestito da comunione, starebbe a tua figlia!Come si fa a...aspetta n' attimo...” e mi guarda.

“Ennò!”

“Tua figlia!Alice qui ci entrerebbe!”

“NOOOOOOO!!!”

“Essìììì!!Mi immagino già, madre e figlia!Eddaiiiii!!!Bellineeeeeeee!!!Sì dai!!!!!!”

Morale: Alice aprirà la sfilata col vestito del '57.

Per niente convinta gliel'ho proposto. IO. Che non sopporto nemmeno lo Zecchino d'Oro. IO. Che non sopporto manco le trasmissioni dove cantano i bimbi. IO. Che non ho mai mandato una sua foto ai concorsi dei pannolini, che non la metto su Feisbuc, che non mi vanto di quantoèbbellammammasua, e IO che le ho insegnato che non bisogna apparire ma essere.Pecchè?Pecchè tutto ciò???

Lei, ovviamente, l'ha presa con più leggerezza e mi ha chiesto “Scusa eh?! Ma te? Te sfili?”

“Ehm..sì. Ma mi hanno incastrato!”

“Allora lo faccio anch'io!Dai ganzo, io e te mamma. Ma quanta gente c'è? Ti immagini che figurette? Ma davvero mi devo mettere quel vestito senza velo? Ma è brutto, perché dhè! Già mi vergogno, poi un vestito che sembra della mì nonna...vabbè via, se è per i bimbi...”

“Sì, per i bimbi. Le parrucchiere pettinano gratis, le truccatrici truccano gratis, io e te faremo figure di cacca gratis. Ma dobbiamo raccogliere i soldi. E'...per un'opera di bene”

“Vabbè mamma, dai ce la facciamo”

Io e lei. Che domani abbiamo la prova degli abiti. Roba che se non entro almeno in uno, la sfilata per me ovviamente salta. Che loro fanno presto a dire “Sei magra, ti sta tutto”, ma mica lo so se davvero mi stanno quegli abitini d'epoca. Sarei tentata di ingrassare giusto una decina di kg in 8 ore per dare forfait, ma poi sono sicura che mi pentirei, perché alla fine credo che sia una bella cosa. E che mi divertirò. Oh sì, mi divertirò.

Credo.

Spero.

E se con le mia figura di merda, la mia inadeguatezza, la mia bruttezza e il mio fisico sbilenco, strappo qualche soldino per i bimbi, oh bhè, figure di merda tutta la vita.

L'importante è essere convinti.

Dicevo:domani ho le prove e non potete capì la curiosità di sapere che vestito mi si adatta. Ne ho intravisto uno che pare quello di Grace Kelly...

Stai a vedè cosa mi tocca. Sembrerò nonna Abelarda di ritorno dall'aldilà.Me lo sento.

P.s. Ma poi volete sapè come va a finire? No, perché temo che qua ci sarà da scrivere parecchio.




venerdì 14 ottobre 2011

DIVANO CHE PASSIONE!

(Immagine tratta dal web)


Ma quanto sarà comodo il divano di casa propria? Non riesco a immaginare un posto più comodo di quello.

“Ahhhh che bellezza!Amò, passami un po' il cuscino?Bravo. Quanti anni ha questo divano?Cinque?”

“No Simo... saranno almeno sei, sette anni, no?”

“Mmh...sì, mi pare di sì. Tiene sempre botta eh?Vè vè, pare nuovo!”

“Sì, davvero...mi passi l'altro cuscino?”

“Guarda lo ricomprerei”

“Anch'io, troppo comodo”

“A proposito di comodità...”

“Sì?”

“Mi farebbe comodo che tu domattina andassi alla posta, sai per la bolletta della spazzatura. Mi passi il plaid? Che poi guarda, già che sei in giro, passa anche dalla farmacia vai. Ah e ricordati che domani oltre a prendere Alice, devi accompagnare a casa anche le altre due bimbe. A pranzo c'è già il sugo pronto, quello che è avanzato stasera.Ma che film é questo?Non l'abbiamo già visto?...Sì dai, è quello con Fabio De Luigi. No? Non era con lui? Oh ma lo scambio sempre con un altro, con quell'altro coi capelli neri...com'è che si chiama? Coso lì...vabbè ora non mi viene in mente, ma io comunque sto film l'ho già visto.E poi che palle, ultimamente alla tele non c'è nulla, che una aspetta di vedersi un bel film e trac!Fanno una cagatina di pellicola. Vabbè, ma la sera è bella anche per parlare, vero amò?...Amò? Andrea?”

ZZZZZZzzzzzzzzzz...

ZZZZZZzzzzzzzzzz...

ZZZZZZzzzzzzzzzz...


Se rivedo la Ferilli che mi dice “Felice chi seofà er sofà”, giuro entro nella tele e le do una sberla sulla collottola talmente forte da chiuderla come un passeggino.



mercoledì 12 ottobre 2011

PERCHE' TI SEI INNAMORATA DI LUI?





(immagine presa dal web)


“E' che mi ha lasciato”

“Un'altra volta”

“Uh uh. Un'altra volta”

Il brutto è che di G. è pieno il mondo. E quando succedono ste cose e vedo come ci si sente, mi rendo conto che ho un gran culo più di Cenerentola (tanto per citare un film a caso:Pretty woman).

Non solo il culo perché il Santo non è ancora fuggito in calzamaglia azzurra alla ricerca di una principessa meno rincoglionita (ed è questione di tempo, eh?fai che se ne accorga poi vedi) ma il culo che i tipi a rischio non mi sono mai piaciuti. Quali sono i tipi a rischio?

Allora, nel caso di G. il tipo era 'Il ganzo', quello sempre vestito bene, quello in, quello dell'aperitivo nel locale giusto, quello che sì, si da' le arie, ma vuoi mettere essere la sua donna?Ma era anche quello che dopo che ti sei presentata ti si rivolge con “Scusa??” Flat flat e schiocca le dita.

Schiocca le dita.Roba che manco a un cameriere.

Prima di lui c'era stato il tipo “Marò, quanto so' bello. So' così bello che se mi guardo allo specchio svengo dalla commozione”. Quello che si specchia nelle vetrine e che colleziona donne come un bambino di 7 anni colleziona i Gormiti. Bello era bello. Narciso era Narciso. Era arrivato a 'ordinare' a G. cosa mettersi per uscire con lui. Non ci si può credere. Il Naomo denoattri.

Ed è stata mollata da entrambi. E lei ha sofferto a bestia, ovvio. Perché quando sei innamorata mica le vedi ste cose. Senza considerare che poi, in genere, i pregi che ti fanno innamorare diventano i difetti per i quali tu li lasci, o per i quali vieni lasciata.

Esempio:

Clotilde (nome di fantasia. Carino, vero?) si vantava di come fosse grande la sua passione e il suo amore per Mario. Lui, che a un passo da metter su casa con un'altra donna, avesse lasciato quest'ultima dopo aver conosciuto lei. Quindi uno che ama con passione, che supera tutti gli ostacoli, che non guarda in faccia a nessuno e sa riconoscere l'amore vero!E quindi vai di corteggiamento e di piede in due staffe per i primi tempi e poi, olè, decisione di mollare la fidanzata storica per Clotilde. Oh che gioia! “Lui che doveva sposarsi, lascia lei per me!Te ne rendi conto?!Hai capito quanto mi ama?”

Sono stata felice per lei, certo, ma mi son sempre chiesta “Un uomo che non si fa scrupoli di questo genere, che ti corteggia quando il giorno prima era a scegliere la tazza del bagno da mettere in casa nuova con l'altra, un dubbio non te lo fa venire?” A lei non è venuto. A me sì. Infatti Clotilde si è sorpresa quando lui, dopo qualche anno di matrimonio, ha fatto lo stesso con lei, piantandola in asso. Sì, mentre sceglievano i mobili per la cameretta del bambino, lui aveva iniziato un'altra relazione. Mica però è sempre così. Ci sono storie che vanno a finire bene. E menomale. Sono esempi.

Prendiamo Ermenegilda “Ho conosciuto Ludovico al Bar, dove stava sempre con gli amici. Io andavo lì a prendere il gelato...sai com'è. Sono quasi ingrassata dieci kg a furia di mangiare i gelati per vederlo. Andare al Bar era l'unico modo, tanto lui era fisso lì.M'è piaciuto subito, troppo ganzo!Sai, il classico ragazzo-pagliaccio, no? Guarda, come racconta le barzellette lui, non ce n'è. S'è fatto un gruppo d'ascolto che non ti dico!Non so che lavoro faccia, macchissenefrega, tanto lo vedo lì.”

Bene, sono passati 13 anni e ci sono due figli, ma Ludovico, ogni sera, va al Bar da tredici anni a questa parte. Lascia la moglie e i bambini e va a fare lo spaccone e bersi due cose al Bar del paese. E non ci sono cazzi che tengano “Che mi vuoi levare anche quest'ora d'aria?” E che gliela vuoi levare?Deve raccontà le barzellette, lui. Oh! Ed Ermenegilda gonfia gonfia e tra poco scoppia. E si incazza, perché lei dopo cena è sempre sola, deve mettere a letto il più piccolo, far finire i compiti al più grande e guardarsi il secondo tempo dei film da sola sul divano. E dispiace. Dispiace a bestia.

Ci vorrebbe una sorta di sfera di cristallo da interrogare tipo “Senti un po' pallina mia, lui adesso è così, ma come sarà tra dieci anni?” Sarebbe più facile.

Io parlo bene, certo, è facile, sono fortunata. In un periodo nel quale le mie amiche sapevano cosa volevano e si buttavano a corpo morto...

*“Ah l'amore!La passione!Fuggire con lui in moto per poi dormire sulla spiaggia!Sìììì!!!”

“E' fidanzato con un'altra”

“Uffa, mi rovini sempre tutto”


*“Guarda quanto è bello, Simo!”

“Mi pare che ieri ti abbia dato un ceffone”

“Ma sì, ma poi abbiamo fatto pace. E che pace. E' un po' manesco, ma non è bellissimo?”

...io ero spaventata a bestia, e anche parecchio pretenziosa. Io solo con la bellezza, mi ci pulisco al cesso, per dire.

Ripeto, io sono stata molto fortunata, sennò non starei nemmeno a scrivere sto post, me ne rendo conto. Ad aiutarmi, vent'anni fa, c'è stata una sottile consapevolezza di fare la cosa giusta. Sottile, eh? Perché per come ero fatta io, il Santo incarnava la perfezione (ed è ovvio che non è così, sennò questo mi si monta la testa). Credo che tutto stia nel fatto che alle donne piace un po' soffrì. Se non soffri sai che palle. Tutto liscio, tutto a posto...ennò!Vuoi mettere l'adrenalina che ti circola in corpo quando hai a che fare col bello e dannato? Col bellissimo ma manesco? Con il ganzo ma traditore? Con quello che non ti porta rispetto ma è bravo a letto? (e t'ho fatto pure la rima) Uè, roba forte!

Io al solo pensiero mi sento male. Come tutte, da giovane, (ah ah ah!), sono stata attratta da questi tipi, ma l'ho anche scansati come la peste. Sono stata intelligente? Superficiale? No, credo sia stata soprattutto l' esperienza a insegnarmi questo perché, soprattutto negli anni '80, non è che la vita mi abbia regalato tutto questo granché. E impari a volerti bene, a maturare prima, a non accontentarti delle briciole, a riconoscere l'amore quando prepotentemente ti batte in faccia, a essere abbastanza scaltra per non lasciarti 'incantare' da chissà chi. Parlo per me ovviamente.

E perché invece mi sono innamorata di lui?

Tre punti:

-Perché è tutto quello che volevo, difetti compresi.

-Perché al suo centro non c'è né lui, né io, c'è il noi.Da sempre.

-Perché è Andrea. Punto.

E Santo. Cosa voglio di più dalla vita? Un Lucano? Ma anche no.

Beviamocelo insieme mentre mi dite Perché ti sei innamorata di lui?

Sì, anche di quello sbagliato vale. So' esperienzeeeeeeeeeee!!! :-D



lunedì 10 ottobre 2011

IL GATTO, LA VOLPE, E LA FATA TURCHINA.






(Immagine tratta dal web)


E' ottobre.Il sole fa capolino attraverso gli alberi di un parcheggio semi deserto di un sabato mattina.Una donna, con i capelli castani e il trucco accurato, si guarda intorno alla ricerca di chissà che cosa. La luce del sole che proviene dalla sua sinistra, si amplia riflettendo sul vetro e le impedisce di vedere bene.Le impedisce di vedere che qualcuno, leggermente claudicante, le si avvicina tenendo le mani in tasca.La donna ha un sussulto, non riesce a vedere bene in faccia chi si sta avvicinando,il sole acceca tutto e lei riesce a malapena a schermarsi con la mano. La persona si avvicina pericolosamente, ha le mani in tasca, potrebbe essere armato. Un leggero timore si impossessa della donna, la quale, visto che ormai la figura è a due passi da lei, si difende esclamando “Chi è lei?Cosa vuole?Vada via!Guardi che chiamo la polizia!”

“Cretina, sono io”

“Oh Simo, sei te? Ma buongiorno!”

Ecco. Ste due rinco siamo io e Malù.Che ci incontriamo di sabato mattina in un parcheggio come due amanti clandestini.

“Sai che non ti avevo riconosciuto?Ho detto 'Minchia, ma che vuole questo?'E poi zoppa fai impressione”

“Grazie, sei molto cara.Ho il nervo sciatico infiammatooo!!”

“Ommadonnadelcielo!Sali in macchina, dai, che partiamo”

Dopo 4 minuti e mezzo (è il tempo che mi ci è voluto per salire in macchina, piegandomi che nemmeno un origami), siamo partite:destinazione Eleonora.

C'è da dire che questo incontro lo dovevamo fare...fatemi pensà...sì, questa estate.Vedete come siamo pronte? Per incontrarsi, a noi, ci vogliono mesi.E questo era l'unico giorno, con l'idea di fare (purtroppo) una toccata e fuga. Come mi sono toccata io, anche se non ho i gioielli di famiglia, quando Malù ha preso la prima curva. Na roba che manca poco faccio testamento lì per lì.

Lei, mezza cecata e convinta di saper guidare spippola alla macchinetta infernale senza risultato.Infatti, il navigatore, è una gran pippa, affidabile quanto un bambino di 9 mesi che tiene in mano una palla di vetro di Murano al quale hai detto “Non la lanciare”.

Io che sembravo la sorella scema di Lilli Gruber, tutta in avanti e di tre quarti, perché il dolore non mi dava tregua.

Una cecata e l'altra zoppa. Il gatto e la volpe.Eccoellà.

Piccola precisazione:se sto scrivendo il post è grazie al fatto che sono a casa.Mi hanno messo a riposo con una terapia fatta di iniezioni. Quando si dice ottimizzare il tempo. E sarebbe da post anche la visita effettuata. Non vi dico.

Dicevo. Siamo partite per andare a casa di Eleonora. E' stato un viaggio della speranza:la speranza di arrivare, non solo a destinazione ma sane e salve. Durante il tragitto ci siamo coccolate con frasi carine e affettuose.

-Fare-inversione- a-U-

“Come inversione a U?Ma ndo cazzo l'hai preso questo navigatore? Coi punti della Coop?”

“Macchèneso!Proviamo a darle retta!Giriamo di qua!”

“Ma se ti fa vedere che devi girare di là!”

“Ma stai zitta, che ne sai!?”

“Zitta a me??AO'!datte na regolata!Sei te che non capisci una minchia!Gira quiiiiiiiii!!!”

“Uhhhhhhhh!!!Hai scassat u' cazz!!Vado dritto!”

“Ma sei cretina?E' senso unico!”

“Scema!Quello non è il cartello del senso unico!”

“Ah no? Ci somiglia. E poi scema lo dici a tua sorella!”

“Stupida!”

Ci amiamo. Si vede, no?

Decidiamo di presentarci con dei fiori.

A trovarlo. Un fioraio. In quella città tutti estinti. Optiamo per delle paste, che voglio dì, vista l'ora con un bel caffè ci si fa colazione.

A trovarlo. Un bar pasticceria. Giriamo come criceti impazziti per le vie della città alla ricerca di una pasticceria così preziosa nemmeno fosse il Santo Graal. Alla fine ne avvistiamo una, ma è su una curva, in prossimità di una rotonda. E c'è traffico, tanto traffico.

“Eccola là Simo!”

“Presto vai!Fermati!”

“Vado o mi fermo?”

“Vai vai!”

Secondo voi, l'abbiamo presa alla prima? Macché. Dopo tre volte senza passare dal via, ci siamo riuscite, ma in una maniera un po' così. Quella grande pilota di Malù, non accosta, oh no, sarebbe troppo facile, e che fa? Si ferma in mezzo alla carreggiata, così, bloccando tutto il traffico mattutino.E che fa? Mi incita a scendere e pure in fretta, dimenticandosi che i miei movimenti, in quel frangente, erano paragonabili a quelli di un bradipo strafatto di camomilla. “Corri!Sbrigati! Scendi!”

“E un attimo!Haiiii!!”

“Lesta, và và!” e manca poco mi prende a calci nelle reni per farmi scendere.

Mi ha buttato in mezzo alla strada come una mignotta.Paro paro. Sono scesa con smorfie di dolore e i pochi presenti ai tavolini all'aperto mi hanno guardato con compassione. Come dargli torto. Mi fossi vista da fuori mi sarei fatta pena per conto mio.

Prese le pastine ci siamo avviate verso Eleonora facendo un numero da cabaret.

“Pronto Ele? Sono Simo. Sono al distributore come mi avevi detto. Ma non trovo la via. Mi ripeti dove stai?”

“Vi vedo...”

Ci vede? ci guardiamo intorno e a parte un cinese, una vecchietta col carrello e tre ragazzini non vediamo altro. Eleonora è la vecchietta? Minchia come può fregarti il web!

“In che senso, ci vedi?”

“Malù sta guidando...ha una maglia nera...”

Mi sto spaventando, questa è una stregona, ci sta vedendo attraverso la sua palla di cristallo!AIUTO!

“Se guardate in alto...mi vedete...sono sopra di voi...vi vedo...”

Ommioddio!Ci vede dall'alto!Mentre sto per prendere un crocefisso, sento una voce che fa:

“Abbbimbeeeee!!So' qua!Sul terrazzo!” Era sopra di noi. Sul terrazzo.

Ehm...dicevamo?

Ah sì, siamo andate a casa sua. Eleonora ci ha accolto nella sua bella casa come farebbe una cugina di primo grado ma anche di più.Ha un bel sorriso Eleonora ed è affabile e carina da morì. La sua pupina dormiva beata nella stanza accanto e quindi, visto che non potevo giocare con la bambina mi son messa seduta sul divano. Sempre di tre quarti. Suo marito mi guardava strano, pensando avessi una paresi. A Malù ed Eleonora ogni tanto uscivano espressioni in dialetto che io capivo bene come capisco l'ostrogoto, e comunque mi sembravano tutte frasi offensive.Infatti per non sapè né legge né scrive rispondevo “Assorata”.

Eleonora ci ha servito dei muffin stragolosi che io ho apprezzato tantissimo. Sì, okay, ho sbriciolato un po' sul tappeto ma son dettagli. Cucina benissimo la ragazza!Ci ha raccontato un po' di sé, ed è stato piacevolissimo starla ad ascoltare e devo dire che ancora una volta il blog non mi ha deluso.Questo incontro è il segno che nel blog non contano i numeri, ma le persone che si incontrano sulle proprie pagine,e queste belle chiaccherate davanti a un caffè e a dei muffin al cioccolato ne sono la dimostrazione. Poi ho sentito un mugolio e mi è scappato un “Si è svegliata la bambina!”

“No, è Alice”

Alice? Ma la bambina non si chiama Barbara? Io non vedo altre bambine...Oddio!Ci sono delle presenze in casaaaaaaaaa!!!Il crocefisso prestoooo!!!

“Alice è la gatta”

La gatta. Alice. Vogliamo smetterla di dare nomi umani agli animali???Eh!!!Ecchediamine!!

Dopo mezz'ora ho sentito un miagolio “Che bellina la gatta” ho detto volgendo lo sguardo sotto al tavolo.

“No, questa è Barbara che si è svegliata”

Devo assolutamente fare un corso accelerato di suoni e rumori.

E' arrivata la pupa, bellissima e sorridente manco avesse davanti a sé Topo Gigio. E io e lei abbiamo fatto amicizia abbestia. L'ho tenuta con me tutto il tempo e mentre la madre e...quell'altra, parlavano di cose serie io e lei ci siamo fatte delle smorfie meravigliose. Credo che a un certo punto abbia pensato “Questa è tutta scema. Le amiche di mamma da oggi le scelgo io”. Quasi mi dimenticavo della mia sciatica. Quasi. Come ben sapete, quando si ha il nervo sciatico infiammato non si sta bene in nessuna posizione. Si sta male seduti, in piedi, sdraiati, supini, proni...e via dicendo. Penso che loro l'abbiano capito perché credo di aver assunto tutte le posizioni yoga esistenti, prima spalmandomi sul divano e mostrando il didietro come se avessi cinque anni e dovessi prendere la supposta, poi in ginocchio come un giocatore di calcio delle figurine Panini, poi letteralmente stesa in terra sussurrando “Aiutatemi” e lì ho trovato il mio sollievo.Stesa in terra come un soldatino verde, ma senza la mitraglietta. Il marito di Eleonora è rimasto sconvolto. Temo di essere l'unica ospite che, entrando in casa loro, non si siede sul divano ma si sdraia per terra. Che vogliamo fa'.

Prese dalla sciatica e dalla novità di avere due blogger in casa, io ed Eleonora non abbiamo scattato manco una foto (e come facevo io? Al massimo dalla mia posizione potevo riprendere solo i piedi), ma Malù sì. Ma l'ha scattata solo alle due bimbe piccole: io e Barbara.

E' stato un incontro molto bello, da rifare assolutamente. Eleonora ci ha accolto, abbracciato, coccolato e fatto sentire davvero a casa. Suo marito carinissimo e disponibile, anche se un po' sconvolto della serie “Cara, ma due blogger normali, no eh?”

Vi lascio con una foto che può essere definita tale.Le altre nsipossonoguardà.


Una di queste donne ha otto mesi. Se foste in difficoltà vi aiuto: è quella vestita di rosa.



giovedì 6 ottobre 2011

LEI

Eccomi.

Da dove comincio? Vediamo...potrei dirvi che Ottobre, a livello lavorativo, è un filino impegnativo. Na roba che quando ho visto il prospetto dell'orario manca poco saluto la mia famiglia con un “Statemi bene, ci rivediamo a Novembre.Forse”

Ma non è solo quello.

Potrei dirvi che Ottobre è anche il periodo del cambio-armadi e per una che, per scelta personale ovvio, ha deciso di non avvalersi né dell'aiuto di mamma&suocera, né di una persona che si dedichi allo stiramento panni e pulizia casa, è un periodino un filino incasinato. Tipo: c'ho una transumanza di panni in casa che temo che qualcuno alloggi in casa mia in segreto.

Ma non è solo quello.

Potrei dirvi che sono iniziate le scuole medie.

E che c'entra, direte voi, mica ci devi andare tu.

Ma è quello. E' splendidamente quello. Tutto quello a cui ero abituata, nel bene e nel male, è stato ridimensionato da questa nuova avventura. Ci sono stati dei cambiamenti radicali per noi, ma soprattutto per Lei.

Per dovere di cronaca vi confido che negli ultimi dieci anni ( e anche prima se consideriamo il Pre-Alice) io ero abituata a non considerare la parola 'pranzo', semplicemente perché a pranzo non c'ero.Arrivo a casa sempre in un orario in cui le persone sono già al caffè e sinceramente il mettermi a tavola, da sola, non mi è mai passato per la testa. Sono stati consumati in perfetta solitudine, kg e kg di frutta, tonnellate di yogurt, e gelati a volontà. Quei pranzi veloci, magari sgranocchiando un biscotto mentre ero al telefono con un'amica, oppure scrivevo post tra un morso alla mela e una sorsata di Fanta, cazzeggiavo con le mie comari su FB, parlavo di quelle cose sciocche, in quelle due ore libere da ogni impegno familiare. Inoltre quelle due ore potevo intrattenermi un po' con le bimbe al lavoro, arrivare al centro commerciale per comprarmi un paio di collant, dedicarmi alla scrittura, curare il blog mio e seguire i vostri, insomma due ore di puro svago, senza nulla togliere alla mia famiglia. Perché di fatto ero sola. Ma adesso qualcosa è cambiato.

Fino a pochi giorni fa, quando tornavo a casa, trovavo ad attendermi il buio delle serrande abbassate, il silenzio più assoluto, il tavolo con la fruttiera al centro e la gatta arrampicata per metà sulla zanzariera esterna che reclamava giustamente la sua razione di cibo.

Ora no. Ora quando torno a casa trovo le portefinestre aperte, trovo la casa piena di sole, piena di Lei. Trovo le tende che ondeggiano, la televisione accesa e le sue scarpe già sotto il divano. Trovo la tavola apparecchiata con cura per due, con le tovagliette americane perché “Queste son più comode, mamma”, trovo l'acqua che già bolle sul fuoco, e la gatta già sazia e acciambellata sul cuscino della sedia. Trovo le mie chiavi fuori dal suo zaino, e il suo diario sulla credenza per prendere il mio numero “Mamma, ti volevo dire che ho trovato due formichine nell'angolino in dispensa. Puoi comprare un po' di quella roba che le fa stecchite?Ah. Sei già in viaggio?Come non detto”.

Ma più che altro trovo Lei. Una ragazzina di nemmeno 11 anni che mi è cambiata in un battito d'ali, che gestisce la casa anche meglio di me, che da sola se la cava alla grandissima, e che se continua di questo passo tempo cinque anni e mi va a vivere da sola.

Una ragazzina che mi ritrovo a fianco a pranzo, in un giorno feriale. E questa novità, questo essere noi due da sole, che non sia sabato né domenica, questo pranzo, che adesso si può chiamare 'pranzo', ci piace. E commentiamo le trasmissioni guardando una tivù che per dieci anni, a quell'ora, è stata spenta, parliamo di interrogazioni, di clienti pazzi, di cosa facciamo domenica e di inviti a cena degli amici. E poi sparecchiamo e tempo di accendere il piccì, che 'Mamma, oggi devo fare sette esercizi di italiano.Sette. Te ne rendi conto? E poi devo inventare una storia.Stai qui vicino a me?” E inventiamo, e poi contiamo, e gli insiemi di matematica con tutte quelle consonanti y, e x, e poi “Mi risenti storia?Senti se la so”, e poi la ricerca “Mamma, devo fare una ricerca su internet” e poi teatro. Oh sì, teatro. Quel laboratorio che lei voleva tanto fare e che le avevo negato (e se mi prendevo a martellate le tempie pativo meno) perché impossibilitata sempre per il mio lavoro di cui sopra e poi invece, facendomi sentire insieme ad altri, ci hanno spostato l'orario di una (preziosissima) ora e adesso fa teatro. E mi son ritrovata ad attenderla fuori e domandarle “Allora?Ti è piaciuta la prima lezione?”

“Oh sì!Sono riuscita a dare vita a un righello!Dargli un'interpretazione!”

E lì ho capito che corro corro ma ne vale la pena un casino.

Come corro corro a inglese, perché le piace da matti e come corro corro (anzi corriamo corriamo) la mattina nonostante ci alziamo mezz'ora prima. Perché qui, sei fai ritardo, vai in presidenza, mica si scherza. Ed è nuova la mattina, fatta di baci a tre (Andrea adesso la trova sveglia, tho!), di turni per il bagno “Mi scappaaaaaaa!!!” “E un attimooooooo!!!!” di confidenze con Andrea che si fa la barba mentre io sono a trenta cm da lui, sul cesso, per ottimizzare il tempo. E' vera poesia.

E poi ho imparato a programmare il lavaggio della lavatrice. Devo solo ammaestrare la gatta perché me li stenda, ma son dettagli.

E ho imparato a cucinare di più la sera a cena per avere il pranzo pronto il giorno dopo (mai fatta una cosa del genere in vita mia)

Senza considerare la genialata di noi mamme, che ci siamo fatte il servizio di scuola bus personale, visto che il nostro paesello non è servito dal pulmino giallo. Ci siamo fatte i turni che manco alla Coop. A chi tocca il lunedì andata e ritorno, a chi il martedì solo andata, a chi il martedì solo al ritorno e così via fino al sabato. A volte ho la macchina con tre ragazzine dietro. E faccio fatica a ricordarle col grembiule blu e le treccine,anche se sono passati solo pochi mesi. Sono diverse, le loro forme sono diverse, anche se, girando di poco lo specchietto retrovisore, quegli occhi grigi che adesso mi sorridono complici sono sempre gli stessi.

Ecco, il perché della mia latitanza. Ma non sarà sempre così, oh no. Devo solo aggiustare il tiro, organizzarmi un attimo, come quando arrivano tutte le novità. Invidio chi ce la fa,anche con più di un figlio, a tenere bene la casa, il blog, i figli, il marito e pure lavorare. Credo però che se riesci a far bene una cosa, la fai a discapito di un'altra. Perché a tenere tutto per bene, con solo 24 ore, non ce la si fa. E quindi bisogna darsi delle priorità.

Lei è la mia bellissima, preziosissima e amatissima priorità.

E non è stato mai bello come adesso tornare a casa.

martedì 4 ottobre 2011

GNAPOSSOFA'

Potrei dirvi che sono in vacanza e vi sto scrivendo da Parigi, Londra o New York e farebbe 'molto figo'.
Potrei dirvi che sto latitando perché mi hanno offerto un nuovo lavoro molto bello, e 'farebbe straganzo'.
Potrei dirvi che ho intrapreso un nuovo progetto molto stimolante che mi ruba tutto il tempo, ma poi alla fine sai che roba!E farebbe 'donna molto impegnata'.
Invece vi dico che non scrivo post decenti perché non ho molto tempo.E' un po' cambiata la mia giornata, in bello, anzi bellissimo, ma non riesco ancora a organizzarmi come si deve.E questo fa molto 'Donna incasinata'.
E se tieni un blog ma non lo aggiorni fa anche 'donna sfigata'.
Ecco, faccio per dì.
Non c'avete capito un cazzo? Appena ho un attimo vi spiego.
Un attimo.
ah ah ah!!Riesco ancora a fare le battute!
Nel frattempo vi abbraccio.E fate i bravi :-D

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