mercoledì 27 marzo 2013

Le mie risposte (ommarò)




Eccoci qua con le risposte alle domande del post precedente:

Letizia chiede: Perché non organizzi un Simona day?
Perché non ci avevo ancora pensato!Grazie, che bella idea!Non vedo l'ora di far suicidare i miei pochi neuroni per organizzare una cosa di questo tipo. Ma sei pazza? :-D

Chicca e Marzia hanno chiesto “Ma come fai far tutto in sole 24 ore?”
Infatti non faccio tutto, manco pè gnente. C'è da dire che adesso ho un part time (che a breve diventerà full time, e lì sì che so' cazzi), una figlia grande che si sistema da sola, un marito piuttosto collaborativo e una sveglia che suona alle 6.30. Ed esco di casa quasi alle 8.00. Diciamo che prima di uscire di casa, togliendo la colazione e la cura del corpo per farmi uscire in maniera decente, rassetto casa, in modo da non metterci più le mani. Ho un giorno libero, più il sabato e la domenica, ho sì appuntamenti settimanali come la palestra e la piscina, ma mentre Alice nuota io magari scrivo i post o leggo libri. Mentre ripasso storia alla pargola, in forno stanno cuocendo le lasagne (tipo) che Andrea riscalderà mentre io sono in palestra. Così, quando arrivo alle 8.30 trovo la tavola apparecchiata e la cena pronta. E quando il forno è acceso per preparare la cena, non vuoi approfittare e preparare un dolcetto veloce veloce?Se dico che ieri sera ho visto un bellissimo film, non è detto che l'abbia visto seduta sul divano (come spesso accade), ma magari l'ho visto mentre stiravo. Le lavatrici le faccio di notte, la mattina alle 7.30 prima di andare al lavoro li stendo, alle 15.00 (tempo permettendo) sono pronti e li ritiro. Se non sono ancora pronti, li toglie Andrea quando noi siamo in piscina. La mia è un organizzazione a incastro. Ci sono giorni in cui davvero si va al minuto, altri in cui possiamo scorrazzare come galline nell'aia senza impegni importanti. E se scrivo un post è ovvio che non sto spolverando. E se manco dal blog per tre giorni, può darsi che sia a lavare le tende. Sono stata spiegata? Detto ciò vorrei comunque almeno una dozzina di ore in più :-D

Il mio portone chiede: Dove hai imparato a fare le foto così bene?
E io chiedo a lei: Le mie foto vengono bene? :-D
E' facile fare belle foto quando hai una bella macchina. Il mio ammmmore mi ha regalato una Nikon l'hanno scorso dove davvero, se lo volessi, potrei farci anche la doccia. Purtroppo so usare solo un terzo (ma anche meno) degli aggeggi che ci sono, quindi è anche fortuna. Poi non so, si impara guardando qua e là, documentandosi, sbirciando, con la tecnica alla ndocojo cojo, come tutte le cose  che faccio. Non ho fatto un corso e per ora sai che non mi interessa nemmeno? Ma mai dire mai. La passione è scattata da quando ho messo mano a internet, prima scattavo solo qualche fotina controvoglia. Il fotografo, in casa, era il Santo. Pensa che è stato il fotografo ufficiale del matrimonio di mia zia.Ora invece la macchina la prendo io e lui, poretto, guarda questa pseudo fotografa inciampare in un tombino per fotografare uno stormo di piccioni. No, ma dimmi te.

Farine fiori e fili chiede: Come fai a organizzare itinerari interessanti senza perderti?
Ecco qui devo dire che entra in gioco il Santo. Lui è un grande organizzatore di mete e viaggi, non sbaglia mai un colpo. Io gli vado dietro, ovvio. E ho imparato la malizia e l'accortezza di scegliere posti giusti (per noi) senza troppe divagazioni. Ti potrei dire che ci vuole metodo, ma nel nostro metodo alla fine non c'è...metodo!Strano, vero? Ma siccome è un discorso troppo lungo e mi piacerebbe parlarne meglio, credo che ne farò un post. Contenta?

Adriano chiede: quali sono i tuoi gusti musicali e come si conciliano con quelli di Andrea e Alice?
Adriano, bello de zia, io non ho gusti musicali. Mi intendo di musica come tu probabilmente ti intendi di ricamo a punto croce. Io ascolto musica, non la seguo. Ovvio che mi piacciono dei gruppi, qualche cantante, ma non sono mai stata a un concerto urlando “Sei il mio mitooooo!!”. Gnaàfò. Ho seguito altri concerti (uno in compagnia di mia suocera, ve l'ho mai raccontato? Da brividi), ma davvero non sono una che si strappa i capelli. E poi mi piacciono un po' tutti i generi, mi va bene quasi tutto...in poche parole, cambiamo discorso. Cosa ne pensa Alice della musica è scritto qui, e in quanto al Santo, oh bhè, lui è per musica più ricercata ed è anche più preparato. E la risposta è no, non abbiamo gusti simili :-)

Bene, sono contenta che nessuno di voi mi abbia chiesto “Ma Simo...quanti anni hai?” perché tra pochi giorni, precisamente a Pasqua, ne faccio quaranta tondi tondi.
Il che è uno schock, sappiatelo.
No, ma dico io, è possibile fa' quarant'anni proprio il giorno di Pasqua? No, ma ditemelo voi!
Io penso di tornare su questi schermi presto presto, ma al lavoro (che in questa settimana non è part time manco per il bavero) siamo sommersi da uova, schiacciate di Pasqua, cesti, conigli di cioccolata e agnelli di zucchero, quindi rischio di non riuscire a farvi gli auguri e di non scrivere nulla per il giorno del mio compleanno. No, ma che tristezza!
Però ho deciso, visto il sopraggiungimento degli anta di farmi tre regali, non uno, tre!
Faccio bene, nevvero?

P.S.
Oggi ho un'ovaia che balla il flamenco.
L'unica cosa positiva del 31/03 è che mi avvicino sempre di più alla menopausa.


mercoledì 20 marzo 2013

Una domanda per me




"Perché cucini tanti dolci?"
"Da cosa è nata la tua passione per i libri gialli?Eh?"
"Ora che ce l'hai e la stai usando, me la consiglieresti comunque la macchina da cucire Ikea?"
"Perché non scrivi un libro?"
"Dove hai imparato la tecnica del decoupage?"
"Scusa Simo, ma perché non aggiorni spesso la rubrica delle ricette?"
"Simo, tesoro, per quale astruso motivo c'è un cavatappi nel cassetto delle mutande?"
(ah no, questo è il Santo)
Queste e altre domande, ho trovato facendo scorrere i commenti dei post, anche datati, nella vana speranza di fare pulizia togliendo commenti spam.
Domande che son rimaste senza risposta, ovvio. Vuoi perché me ne sono accorta ora  e magari la domanda era del 2010 (buongiorno principessa!), vuoi perché trovate a questa maniera sono dispersive un casino. E io mi sento una merda a non avervi risposto, sappiatelo.
Quindi l'unico modo per cercare di rimediare a questa cosa è mettere a disposizione questo post su eventuali domande che vogliate farmi o su curiosità alle quali volete che io risponda (aspettate, ho formulato bene il discorso? Perché a volte mi incarto)
Non credo saranno molte, magari una o due (ma voglio farlo), ma se dovessero essere numerose, io sceglierò le più significative e nel prossimo post verrete citate con la vostra domanda e vi darò la mia risposta. Farò un post con le vostre domande, praticamente. E magari viene fuori un post corale, pensate che bello.
Bon.
Va là che post alternativo - barra - sminchiato che ti fò di mercoledì mattina.
Insomma, io son qui.
Nel frattempo faccio come Marzullo, mi faccio una domanda e mi do una risposta.
E la domanda è...
No, ve la dico nel prossimo post.





lunedì 18 marzo 2013

I librini Harmony






E ora qui vi ci voglio.
E qui casca l'asino.
Forza, alzate la mano. Chi di voi ha letto almeno un (uno!) librino Harmony in vita sua?
E' inutile che fate le gnorri. Mi par già di vedervi che fischiettate guardando in alto con aria vaga. Io so! So che almeno una volta in vita vostra avete sfogliato quelle paginette anche solo per curiosità.
Namo su, lo potete confessare a Simo vostra.
Io a voi lo confesso: ho letto librini Harmony. Ebbene sì. Oddio, non di recente, Cioè, a pensarci bene sono passati tanti anni, ma ho una dignità e non vi dico quanti. Ma li ho letti.
E mi garbavano. I primi ho cominciato a leggerli intorno ai 13 anni. Eran quelli della mì mamma, della mì zia e della mì nonna. In casa mia non si chiamavano Romanzi Harmony, ma libriniarmoni, come se fosse tutto attaccatto.
“Ce l'hai un librinoarmoni?”
“L'hai letto sto librinoarmoni?”
“Mi presti il librinoarmoni giallo?”
Perché, a parte i primi che erano tutti di un bianco cadaverico, sono arrivati poi quelli con la striscia colorata, con la bandana. E non erano colori a caso.
Oh no. Ma ti pare? E vi parlo degli anni ottanta. Su quelli di adesso non sono preparata.
Vediamo se ricordo le varie serie (correggetemi se sbaglio)
C'erano quelli con la striscina rosa: i più romantici e narravano di storie semplici, forse.
Quelli con la striscina celeste (Harmony bianca): amori in corsia. Tipo Grey's Anatomy. Tutti ambientati in ospedali, case di cura e cliniche. Dove l'infermiera sfigata si innamora del primario figo. Sempre. Erano i preferiti della mì nonna. Giuro. Leggeva solo quelli. E mi aspettava a casa sua stringendone in mano uno e mormorando “Tu sapessi questo librino... c'è un dottorinooooo!!Uhm...” Vabbè, la mì nonna era un po' stramba, ma sennò non ero nipote sua. Eh.
Poi c'erano quelli con la striscina verde, (Harmony Jolly) Mi pare erano quelli dove la protagonista era giovane, o forse quelli dove erano ambientati nei ranch o giù di lì. Ma potrei anche sbagliarmi.
Poi c'erano quelli con la striscina blu (Harmony Destiny) dove in genere i protagonisti sono un po' più maturi. Tipo son separati, divorziati, hanno otto figli ciascuno e via dicendo. Sono anche un po' più spessi e un filino più impegnativi. Tipo che invece che sembrare di essere stato scritto da una bambina di cinque anni, qui almeno dieci glieli dai, ecco.
Poi c'erano quelli con la scritta dorata (Harmony Oro) e qui sì che il libricino è quasi un libro. Perché rispetto agli altri ha un mucchio di pagine e la trama è quasi accettabile. Quasi.
E poi c'erano i miei preferiti: quelli con la striscina gialla (Harmony Intrigue). Erano tipo “Ti amo, ma preferisco spararti” o “Ti sposo anche se sei un ladro farabutto”. Insomma storie d'amore dove comunque c'è il detective, la poliziotta, la vecchina del villaggio e la signora in giallo. Già all'epoca amavo i thriller e i gialli, pensa te.
Uno di questi, a distanza di tantissimi anni, ricordo la trama. Più o meno. Mi ricordo che mi piacque da morire e la soluzione mi sorprese pure. L'assassina era la vecchietta invalida!Ganzo, no? Ma quello che fu ganzo è che i protagonisti (un lui e una lei già innamorati anche se non lo sapevano) scoprono che il colpevole è proprio la vecchina che faceva finta di essere invalida e inchiodata su una sedia a rotelle. E come lo scoprono? Perché arrivano a casa della vecchina a sorpresa e... la scoprono in piedi? Macchè!Si accorgono che le piante sospese al soffitto sono annaffiate di fresco!E come fa una vecchina inferma ad annaffiare le piante sospese? Eh. Geniale, nevvero?
Ma uno, uno in particolare, mi ricordo con tenerezza. Uno che faceva parte della serie Destiny, quelli blu. Un librino che lessi due volte da quanto mi piaceva. Lo ricordo talmente volentieri  che quando mi ritrovo ai mercatini dei libri usati do un'occhiata solo per vedere se lo scorgo di nuovo. Tipo il protagonista di Serendepity, avete presente? Perché quello, solo quello, lo ricomprerei e lo rileggerei. Per scoprire con occhi nuovi e da quarantenne, da cosa venivo affascinata. E so per certo che adesso lo troverei ridicolo e scontato, ma a quel tempo mi regalò delle bellissime emozioni. Mi ricordo pure il titolo (degli altri manco se mi ipnotizzano, mi ricordo) che non ho mai dimenticato negli anni.
Si intitola Tre più tre fa uno? di Betsy Osborne datato 1986. Ed è la storia di un divorziato con due figli che incontra una separata (grafica pubblicitaria) che ha altri due figli, due gemelli per la precisione. Loro si garberebbero anche, ma non è facile conciliare due case, due ex, quattro figli e tutto il cucuzzaro. Insomma trama già letta e scontata, molto americana, dove la famiglia allargata la fa da padrone, ma Dio come mi piacque!
E niente. Io non l'ho più trovato. Qualcuna di voi ce l'ha? Pagherei il triplo per averlo, sappiatelo.
Ora ho visto che ci sono nuove edizioni, tipo romanzi storici alla Elisa di Rivombrosa, e poi Passion e Sensual alla cinquanta sfumature de sta ceppa e via dicendo. Ma volete mettere la poesia di rivedere un librinoarmoni targato anni '80?
Io e la mì mamma quando ne rivediamo uno ci abbracciamo commosse. Perché checchè se ne dica, e si faccia le vaghe, una donna, almeno una volta, una sbirciatina gliel'ha data.
E non c'è niente di male, perché fanno parte anche loro di una vagonata di ricordi ai quali non è facile non cedere.
Fossero questi tutti i mali, nevvero?

p.s. Io ho fatto outing, ora sta a voi ;-)

mercoledì 13 marzo 2013

Io sono strana.




Quando parlo con le mamme con figlie dell'età di Alice, il tema è sempre lo stesso: l'impossibile gestione dell'infante. Si sa, l'adolescenza è un periodo da trattare coi guanti e con le pinze manco fossimo cardiochirurghi, ma s'ha da fare. Vedo e sento intorno a me cose e frasi che per ora (ripeto, per ora) non mi sfiorano nemmeno. Alice non è ancora entrata in quella fase di ribellione, scazzo, mancanza di rispetto, ringhi, lacrime e varie&eventuali. Non segue il gregge, non si fa ammaliare dalle amiche, non cede alle regole del gruppo. In poche parole, come dice lei, si sente strana.
Strana perché le amiche leggono Cioè e lei i romanzi. Strana perché loro hanno abbandonato la fase ludica e invece lei c'è ancora dentro. Strana perché le cose che loro reputano importantissime, per lei son cazzate. E quelle che lei reputa importantissime, per loro sono fonte di scontro/cazzate.
Quello che mi fa riflettere un filino è perché nostra figlia debba sentirsi strana solo perché non segue la scia. Il fatto che sappia non cedere alle mode del momento 'perché sennò sei fuori', mi rende orgogliosa. Il fatto che non scimmiotti, che non imiti e che continui a seguire la sua linea di pensiero, mi fa sentire una che ha fatto un buon lavoro. E credo ci voglia una grande determinazione a rimanere quella che sei, anche se quelle che ti cercano e quelle che ti vogliono sono lontane anni luce da te nei gusti, nei modi e nelle scelte. Lei si offre così e a vedere quante amiche ha e come le vogliono bene, credo che stia facendo un buon cammino.
Oh certo, che la fase della ribellione arriverà, sì che arriverà, magari tra un anno o due. O magari mai, come è successo a me. Non ricordo di aver avuto grandi scontri con mia madre, anzi.
Alice, quando hanno cominciato ad affrontare questo delicato argomento a scuola, è andata in crisi. Non si riconosceva nella rabbia dei compagni, nella richiesta di libertà e nell'odio verso i propri genitori.
Alice cambierà, come tutti. Cambierà grazie ai nostri sì, ma soprattutto ai nostri no, ai quali ha sempre risposto senza lacrime e grugniti ma facendo molte domande. Ma non sono no a prescindere. Sono no spiegati, illustrati, argomentati, dei no fatti di pro e contro, di cosa vorrebbe lei e di cosa possiamo e vogliamo offrire noi, dei no costruttivi e recepiti con interesse. Va da sé che abbiamo il lavoro facilitato perché Alice è una grande ascoltatrice, lo è sempre stata, e le sue idee, le sue ambizioni, le sue parole vengono trattate sempre con molto rispetto. Lo stesso che pretende dagli altri, ragazzini e adulti.
Questo è un testo che ha scritto a metà febbraio. L'argomento doveva essere una sorta di sfogo su questa fase che stanno attraversando, a lei per ora sconosciuta. E questa cosa l'ha gettata nel panico e i “Non ho niente da dire su questo argomento. Io non mi ci ritrovo!” si sprecavano. E lì, mi son sentita di spingerla a dire la sua, a far sentire la sua campana, ad andare pure controcorrente anche se rischiava di andare fuori tema. A far sentire la sua voce nell'essere, come lei sostiene, una diversa.
Al di là della grammatica, della sintassi, dello stile semplicistico e chi più ne ha più ne metta, (si sa, l'italiano non è il suo forte) abbiamo cercato di cogliere nelle sue parole un significato diverso. Qualcosa di ancora intatto e pulito.

Pubblico col suo permesso:

A scuola stiamo affrontando il tema dell'adolescenza ma ad essere sincera non mi ci ritrovo per niente perché le mie amiche hanno uno scontro coi genitori, non li sopportano, io invece non ho tutti questi problemi. Io ho il cellulare come tutti però non lo uso come le mie amiche perché loro ci stanno attaccate, quasi ipnotizzate, io invece mi scordo di avercelo e lo uso solamente per mandare gli auguri, chiedere qualcosa della lezione alle compagne e chiamare mamma quando sono fuori casa. Le mie amiche quando vengono a scuola pensano anche alla moda, io invece penso a prendere un paio di jeans, una maglia, una felpa e sono pronta. Ora vanno anche di moda gli occhialoni super giganti e a me non piacciono perché se io dovessi prendere gli occhiali, non li prenderei così, li comprerei normali, cioè adatti al mio viso. Se poi si guarda bene si intravede anche il trucco. Certo stanno bene, ma secondo me il loro viso è più bello senza perché con il trucco sembrano delle maschere di carnevale. Io non posso truccarmi perché mamma non vuole e comunque a me dopo un po' che ce l'ho mi cominciano a prudere gli occhi, quindi direi che non posso.
In questo periodo hanno la fissa della musica, non fanno altro che parlare di musica, musica e musica. Ma cosa ci troveranno di bello nei One Direction che sono cinque ragazzi che cantano? (ad essere sincera non so nemmeno quanti sono di preciso). Saranno pure carini (a me però non piacciono) ma non li sopporto.
Io sono strana in fatto di musica, cioè ascolto una canzone “Ok. Mi piace”, ne ascolto un'altra “No, Non mi piace”. Non ho una band preferita, mi baso solo sulle canzoni.
Ritornando sempre alle mie amiche quando sono a casa si truccano tutte, si fanno le foto e poi le mettono su Facebook...eehh Facebook, ma cosa ci troveranno di piacevole a mettere frasi o foto su un sito internet?Senza contare che sono esposte a rischi.
Io non ci sono perché i miei non vogliono ma a me non interessa.
Le mie amiche vorrebbero anche più libertà. Invece i miei genitori mi lasciano fare quasi tutto quello che voglio, evidentemente i loro genitori non glielo permettono.
Una mia compagna dice che prima o poi anche io affronterò questa fase di ribellione, ma per adesso la sento lontana, quindi vivo bene i miei dodici anni.
                                                                                                                       

                                                                                                                     Alice. 






martedì 5 marzo 2013

Com'è avere un ex?






Quando con le mie amiche si tocca il tasto EX io me ne sto ad ascoltare tutte le mirabolanti avventure che hanno da raccontarmi. Ex marito, ex fidanzato, ex convivente, ex amante, perfino della ex suocera mi parlano.Cioè, manco Beautiful.
A me non mi domanda niente nessuno perché non ho un aneddoto piccante, oppure qualche scena hot, ma più che altro non ho un ex degno di questo nome.
Non c'ho l'ex. E guardate che quando siamo a cena e tutte cominciano a sciorinare aneddoti non è che posso sempre annuire come i canini finti degli anni '80 sui cruscotti delle macchine.Eh.
E quindi mica vogliamo considerare ex quei ragazzini con i quali ho scambiato (al massimo) un po' di saliva o suggerimenti se era il caso o no di usare Topexan per combattere i brufoli?E andiamo su.
Ma io ve lo voglio raccontare ugualmente, suvvia.
Il mio primo, primissimo ragazzo, si chiamava Tommaso.Aveva i capelli neri, occhi scuri e pure i baffi. Pareva Clarke Gable.E pensare che aveva solo 13 anni.Il nostro incontro più infuocato è stato quando ci siamo toccati la mano mentre mi consegnava una musicassetta come regalo di San Valentino. Ci siamo messi insieme perché... “Senti, in classe mia hanno tutti una ragazza...”
“Tho!Anche in classe mia hanno tutte un ragazzo”
“Eh. Allora che ne diresti se io e te, visto che abitiamo vicino...ehm...vuoi diventare la mia ragazza?”
“Certo. Come no”
Ci mancava solo “Dove devo firmare?” e poi pareva in tutto e per tutto un contratto. E' stato bellissimo. Ci siamo visti UNA volta nel suo cortile, DUE volte a scuola e poi è finita. Che amore travolgente. Da brividi. Due cretini fatti e finiti.
Poi c'è stato Ricky (Qui, l'aneddoto) . Con lui è durata un mese. Un mese fatto di mani nelle mani e casti baci sulle guance. Poi mi ha mandato a cagare. Ho sofferto? Molto. Un dolore pari a una pellicina strappata del dito medio.
Dopo di lui (che per tutto il tempo ha sperato che tornassi sola) c'è stato Isaia (che già dal nome dovevo capì. Dovevo capì). Isaia s'è fatto avanti in maniera carina ma assillante, in maniera gentile ma insistente, in poche parole gli ho detto sì presa dallo sfinimento. Come non cedere quando lo trovavo a fissarmi con gli occhi a palla tipo gatto di Shrek? No, ma si può vivere così?
Penso sia stata la storia più breve sulla faccia della terra.
Il primo giorno: “Mi dai un bacetto?”
“Un bacetto? Di già? Enattimo!”
Il secondo giorno “Ehm...oggi che me lo dai un bacetto?”
“Mìììì!No, oggi no, non mi sento pronta”
Il terzo giorno “Oggi sono tre giorni che stiamo insieme..”
“Solo tre giorni???Dio, come passa il tempo quando ci si diverte!”
Il quarto giorno “Simona, oggi sono quattro giorni che stiamo insieme e nemmeno un bacetto m'hai dato...”
“Senti Isaia, via, mi fai cagare, non mi garbi, mi fai pena ed è inutile stare qui a chiedere sti bacetti.Via, ti lascio!”
“Come mi lasci? Sono solo quattro giorni che stiamo insieme!”
“Infatti, troppi. Via, scendi dal motorino.Ciao!” Il motorino non m'è partito subito, sennò davvero ero stata una favola. Mi adoro proprio.
Nell'estate che arrivò presi una cottarella per un certo Gabriele che dopo due settimane di appuntamenti e qualche bacetto mi confidò che aveva un cane, tre gatti, una zia americana e una fidanzata. “Ma se vuoi ti tengo e ci vediamo di nascosto. Tanto la mia fidanzata non lo saprà mai”
Mi propose di fare l'amante. A me. No, dico. Prese due sberle, un vaffanculo e citai amorevolmente sua madre. E avevo solo 16 anni. Quando si dice che il carattere si forma a quell'età, mica scherzo.
E poi ci fu una cotta tremenda, na batosta per Fabiano. Sportivo, con una cascata di riccioli biondi da sembrare un cherubino. Io, romantica, mi facevo dei film che manco a Hollywood. Tipo noi sulla spiaggia al tramonto, robe così. E lui, bastardo, mi faceva sentire l'attrice protagonista, sempre, ma di fatto non si era mai esposto.E non ci fu mai nulla di nulla, a parte un abbraccio (dove io ci vidi i titoli di testa) una sera prima di lasciare il nostro gruppo.Oh, ricordo ancora i violini...
Sì, vabbè poi si è messo con la mia migliore amica. Volevate che a me mancasse un classico? Ennò.
L'amica dopo un mese è tornata con la coda tra le gambe dicendomi “Se vuoi prenditelo te, che sarà anche bellino, ma è scemo come una capra garfagnina”
Secondo voi io vado a prendere uno scarto? Torno da uno che m'ha preso per il culo e s'è messo con un'altra? No, fammi capì. E c'avevo pure pianto quando seppi la notizia, ma ha sempre prevalso quella presunzione di meritare di meglio, quindi “Ma anche no”.
E poi c'è stato Francesco. Ecco lui si può dire che sia stato il mio primo, vero ragazzo. Ma solo perché è durata tre mesi, mi ha regalato un orologio e voleva conoscere la mì mamma.
E' finita di merda, l'orologio faceva cagare e gli risposi “La mì mamma non la vedi manco col cannocchiale” Mi ha lasciato lui, però. Per delle divergenze caratteriali, idee discordanti, per delle incompatibilità di carattere, idee politiche differenti, in poche parole: non gliela davo.
Nisba. Nada de nada. Né a lui né a nessun'altro. Ero così famosa che uno arrivò ad urlarmi davanti al baretto “Ohhhh, ma che ce l'hai d'orooooooo???” In effetti credevo di sì. Era molto preziosa.
Da lì (buongiorno principessa!) mi sono accorta che tutti volevano il Sacro Graal. Tutti sti Indiana Jones in erba, tutti a volè sto tesoro.
E figuriamoci. Te la vuoi? E' la volta buona che manco ti ci faccio avvicinà.
“Ma Simo, potremmo...”
“No. Vaffanculo”
Una mano si insinuava sotto la maglietta “Dài, non ci vede nessuno...”
“Manco te se continui. Seguita e ti faccio due occhi così”
“Ma...”
“No.Ho capito, vaffanculo”
Ero una gatta indomabile e selvatica. Una simpatia proprio.
Fino a che non è arrivato il Santo, sceso sicuramente da un altro pianeta, che con la frusta e lo sgabello mi ha domata. E tho! Lui non mi ha chiesto subito il Sacro Graal, ha solo aspettato che fossi io a porgere la coppa. E porgi la coppa solo quando sei sicura di essere abbastanza matura da saper sopportare il vino e non fare cazzate.E soprattutto quando trovi l'annata che hai sempre sognato,che ti inebria e che ti fa girare la testa.
Che metafore che ti fo oggi.
E realizzo solo adesso che ho quarant'anni e nella mia vita ho dormito solo con un uomo.
Ma pensa te.
Oh, via, anche io ho parlato dei miei ex. Robe importanti nevvero? Mi sento proprio realizzata.
Voi sicuramente avete storie più ganze e se avete voglia, ditemelo: com'è avere un ex? Vivete quelle scene tipo "Abbiamo incontrato la sua ex ed io ero senza trucco!!" 
"Ho rivisto il mio ex e Dio, com'è ingrassato!"
"Ho rivisto la mia ex e ci son cascato di nuovo"
No, davvero, raccontatemi qualcosa. Non mi si può leggere con ragazzetti brufolosi in piena fase ormonale!Donate qualcosa di concreto a  questo post, ecchediamine!






venerdì 1 marzo 2013

E' stato bello finché è durato




Orbene.
Mercoledì, che era il mio giorno di festa, avevo preso due impegni a dir poco fantastici. Provate a indovinare. Cioè, una c'ha il giorno libero e minimo si prenota un massaggio e una sauna, vero?
Come no. Io mi son prenotata per due ecografie. Ma pensa te che culo. Due in una. Ciù is megl che uan.
Una era per il problema dell'insufficienza venosa, ricordate? E infatti io sta visita me la son fatta in una bella clinichina, bellina bellina, dove ti accolgono in livrea, dove lo poltrone sono rivestite di pelle umana e dove una visita costa quanto un suv.
Fortuna vuole che io abbia l'assicurazione/convenzione/cazzivari e quindi veramente con una sciocchezza, ta dà, c'ho la mia bella ecografia.
Il medico mi accoglie con un sopracciglio alzato come per dire “E mo' questa crede di avere un'insufficienza venosa?”
E infatti mi chiede “Perché (di grazia) fa l'ecodoppler?”
“Eh, perché? Perché...me l' ha consigliata il medico. Vede...ho dolore qui, ho un gonfiore...”
“Si stenda. Si stenda che vediamo”
Mi stendo sul lettino chiedendomi con orrore “Ommioddio, ma mi sono almeno depilata?” e poi mi ricordo che sì, mi son depilata due giorni prima sotto la doccia.Meno male, cioè ce lo vedete sto poveromo a fare un'eco districandosi tra le mangrovie?
Lui mi passa sto pistolino su tutta la lunghezza, mi dice di trattenere la pancia come se stessi al gabinetto, me le piega, me le stira e poi si concentra sui piedi. Sui piedi? Cazzo c'entrano i piedi?
Li tocca, li guarda e li massaggia come un feticista.Poi mi chiede di alzarmi, di salire su uno sgabello e mi riguarda i piedi, davanti, dietro, a destra, a sinistra, di sguincio e di traverso.
Vabbè, lasciamolo fare.
Poi prende in mano i miei stivaletti e ho pensato “Se li avvicina troppo al viso rischia di morire” e mi chiede “Questi sono nuovi?”
“Sì, abbastanza. Carini, vero?” cinguetto. Ho trovato un appassionato di scarpe!Yes!
“Peccato”
“Prego?”
“No, è che avevo bisogno di vedere le scarpe che porta abitualmente.”
Devo essere onesta. Da lì ho cominciato vagamente a capire quale sia il mio problema.
“Si rivesta pure”
Mentre armeggio con le calze, i jeans e gli stivaletti lui fa la diagnosi.
“Senta: la sua circolazione è perfetta”
Per-fet-ta!!
“Il dolore che lei avverte può dipendere da alcune cose: una ciste, che lei non ha. Da una cattiva circolazione, che lei non ha. Dalla cellulite, che lei non ha”
Ha detto che non ho la cellulite???
“Quindi sicuramente è il piede che...”
Ma davvero ha detto che non ho la cellulite? L'avete sentito anche voi?
“...tuttavia consiglierei un plantare...”
“Un plantare?”
“Esattamente. Un plantare...”
Ma chi se ne fotte del plantare!NON HO LA CELLULITE!! E non lo sta dicendo il Santo sotto tortura, lo dice quest'omino qua, che mi dicono sia anche parecchio bravo. O che gioia!O che gaudio!Perché io valgo!Ah ah ah !!Quanto so' giovane!!E figa, diciamocelo. Mi spiace per voi ma è così.
“...ha capito?”
No, non ho capito una fava. Ero troppo presa dalla bellissima notizia che non ho la cellulite.
“Insomma...”
“Lei avverte dolore perché, avendo l'alluce valgo, il suo piede ha una torsione innaturale. Il peso del corpo non è bilanciato bene e bla bla bla...bla bla bla... bla bla bla...”
Dio, è magnifico, ho due gambe che manco Belen Rodriguez.Guardate qua.Guardate qua....cazzo, lo sapevo, non dovevo farlo, non dovevo guardarmi, dovevo crogiolarmi nell'illusione, accarezzare quella splendida idea, farmi avvolgere dalla lieta notizia. E invece no. E confermo ciò che ho sempre pensato: io ce l'ho la cellulite.
“Dottore?”
“Sì?”
“Non vorrei contraddirla, ma io ce l'ho la cellulite. Guardi” e mi strizzo l'interno coscia.
Lui mi guarda, con quella compassione che in genere riserviamo ai deficienti. C'è mancato poco che scuotesse anche il capo “Ha mai visto la vera cellulite?”
“Perché, non è questa?”
“Ma no. Lei ha due gambe asciutte, magre, quella che ha lei nell'interno coscia è fisiologica. Quanti anni ha...?” sbircia la cartella “...quaranta. Non si lamenti per niente, magari è un po' di ritenzione idrica, ma si ritenga fortunata”
Fortunata. Son qui per un plantare, oggi ho un'altra ecografia e lui dice fortunata. Però con la mente mi faccio un giro nella clinica, vedo chi c'è ricoverato e mi esce ad alta voce un “Sì, sono fortunata. Molto”
Infatti son quasi contenta oh!Ho una circolazione perfetta manco ci fosse un vigile a gestirmela, quella che io chiamo cellulite per un medico è una situazione fisiologica, e invece di imbottirmi di medicinali devo solo indossare un plantare. Sono orgogliosa di me.
Però devo essere onesta. In quel momento, in quei trenta secondi che sono passati dalla sua informazione alla mia constatazione, sono stata in paradiso. Ho visto pure Enrico Brignano con la tazzina di caffè.
Per quei trenta secondi io c'ho creduto.
Ed è stato bellissimo.





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