giovedì 30 gennaio 2014

UOMINI E DONNE (la dura vita di un tronista)

Oggi faccio outing. Pronti?
Io guardo trasmissioni vintage. Alcune di queste possono essere considerate anche trash.
Eccotelotiè. Confessato.
Per esempio tra le cose che seguo ci sono le repliche de La Signora in giallo, un telefilm sempre verde. E scusate il gioco di parole.
Posso dirvi i nuovi attori di Un medico in famiglia, qualche risposta  de L'Eredità, chi ha vinto a Ballando con le stelle, chi sostituisce Cocciante a The Voice, la mia performance preferita a Tale e Quale e ballo pure lo stacchetto di Do Re Ciak Gulp.
Ah, e non mi perderò Sanremo. Quindi non sono una senza peccato. Anzi.
Però, dall'altra non riesco a guardare qualsiasi fiction con Garko e la Arcuri, tipo tutte quelle serie che hanno il titolo simile: il peccato e la vergogna, l'onore e il rispetto, la gelosia e l'imbarazzo, la stima e il fanculo, le tre rose di tù sorella e via dicendo. 
Garko è bello ma mi sta qui. La sua espressione lascia sempre intravedere quello che pensa e cioè "Ammazza quanto so' figo, ammazza quanto so' bello. Te sdraio anche solo a guardatte" Lui parla così, lo so.
Per quanto riguarda la Arcuri ritengo che stia alla recitazione come io all'astrofisica. E ho detto tutto. La mia pòesse invidia visto che lei c'ha na quinta e io una retromarcia, ma ci tenevo a dirvelo.
Però fa ascolti, quindi sono io che, o c'ho i gusti difficili o di televisione non ci capisco un cazzo.
Più probabile la seconda.
Ma mi vorrei soffermare, a proposito di ascolti, a una trasmissione che giuro, non ce la faccio a guardarla: UOMINI E DONNE.
Apro parentesi: non mi garba la Maria. E manco gli amici di Maria. E nemmeno il postino di Maria. E non mi garbano le sue trasmissioni. Ce ne fosse una, dico una che mi piace. Nulla. Ma se fa tutte quelle trasmissioni sarà brava? I dati auditel parlano chiaro, è seguita da milioni di persone quindi che siano tutti rinco e io la furba mi pare strano.E quindi rifaccio outing: in fatto di televisione ho dei gusti alquanto discutibili.
Pero oh, è più forte di me. Non è che siccome va forte, io la devo guardà per forza, giusto? La Maria non mi piace come si pone, la sua voce ruvida e ripeto: le sue trasmissioni. Chiusa parentesi.
UOMINI E DONNE dicevamo.
Anche questa fa un mucchio di share, quindi vuol dire che il format funziona. E giustamente se voglio rilassarmi sul divano nel pomeriggio a guardarmi la Maria, che male faccio all'umanità? Nessuno. Ognuno di noi ha la gestione del telecomando e in casa propria può vedere quello che gli pare. E vorrei anche vedè!!
Ma io mi rivolgo a chi fa UOMINI E DONNE. A loro, alle pretendenti. Ai tronisti. Alle troniste. Ai tombeur de femmes. Ai Rodolfo Valentino denoattri.
Allora: ci sono tho! due nomi a caso, Romolo e Remo.
Perfetti esemplari di metrosexual con le sopracciglia rifatte, sbarbati e curati nei minimi dettagli. Che però spesso stanno scomposti sulla sedia, in modo sguaiato con le gambe aperte tipo 'mi faccio le sopracciglia e mi do le cremine, ma c'ho il pacco, eh? So' omo'.' Una botta di testosterone a fasi alterne.
Poi ci sono loro, le pretendenti. Gnocche da paura che stanno lì a corteggiare Romolo e Remo.
Ora. 
Capisco che pur di andare in televisione qualcuno ammazzerebbe anche la nonna col flit o passerebbe una notte di sesso sfrenato con Gigi Marzullo, ma fija mia, perché cadere tanto in basso.
Sei bella, gnocca, voglio reputarti anche intelligente (più di me senz'altro che scrivo ste minchiate) perché devi andare a umiliarti a questa maniera davanti a tutta Italia? A parte il fatto che non mi abbasserei mai a stare in mezzo a un pollaio a sbavare per uno che conosco a malapena in attesa che mi scelga. Cioè, se mi vuole deve durare un minino di fatica. Non mi metto certo in vetrina, aspettando un suo cenno, un suo capriccio per concedermi. Non siamo un vassoio di brioches che un giorno prova una, un giorno ne prova un'altra e poi sceglie. Né tanto meno mi abbasserei a pregarlo di uscire con me o concedermi un ballo. Che poi il ballo in questione farebbe rabbrividire i ragazzini in terza elementare. Ho visto pupi di 8 anni più audaci di voi, ragazzi. Il via alle danze lo dà Maria con quella sua voce soave e voi non fate altro che rimanere abbracciati in cinquanta cm quadrati chiaccherando dei cazzi vostri con una colonna sonora che nemmeno alla festa di terza media. Con tutta Italia che vi sta guardando, con Sperti che fa sì con la testa (utile alla trasmissione come può essere utile una betoniera in salotto), Tina vestita e truccata come Marilyn Monroe dopo l'incidente, e con altre diciotto disgraziate che vi guardano con invidia (sbavando come mastini e tramando vendette atroci) solo perché tu in quel momento lo stai abbracciando. Ed esci vittoriosa! Ha ballato con te! Hai potuto in un minuto e  mezzo accarezzarlo e accostare la sua guancia alla tua!Il massimo della libidine!ma vi rendete conto, ragazze, che figata?!
Gnocca, guardami un attimo intensamente? Più vicino? PUHHHH!!
T'ho appena sputato in un occhio.
No, dico, ma ci rendiamo conto a quanto si abbassa una donna?
E non è finita. Il momento che io preferisco è quando Maria chiede a Romolo o Remo:
"Chi porti fuori?"
Chi porti fuori???
Che sono un cocker, che mi devi portar fuori a fare la pisciatina? No, fammi capì. Ti sembro di vescica debole? Hai paura che ti pisci sulle frange del tappeto? Sul cuscino appena acquistato grazie alla televendita di Mastrota? Sono invalida? Che vuol dire, chi porti fuori? Che minimo il ristorante lo devo raggiungere da me e mi devo pagà pure la cena. 
E 'sto latin lover le squadra tutte  sovrappensiero e indeciso, tipo davanti al cancello del canile, punta il dito e ne sceglie una (probabilmente quella che gli fa più pena e con già la lacrimuccia che scende o quella alla quale si vedono più cm di carne nuda. Dipende da quant'è che il batacchio non batte la campana). 
E quando lo fa sembra che le faccia un favore. Della serie "Cioè, bella, sia chiaro, t'ho scelto ma non farti idee strane, ma più che altro pensa che culo che ti c'hai. Esci con me, non so se rendo...e fai la brava che sennò ti risbatto in canile, chiaro?"
Ma se fin'ora eri un anonimo che nessuno ti cagava manco de striscio! Non hai mica vinto il nobel per la pace. Non hai mica scoperto la cura per il cancro. Non hai mica salvato cento vite in un incendio. AAAOOOOOOOO!!! Ripijateeee!!
E sta gnocca che tutta contenta (manco fosse stato il suo sogno fin da bambina) che chiosa davanti alle altre che nel frattempo stanno avendo un colloquio cordiale dove le frasi più carine sono:
"Va' a morì ammazzata a mignottaaaaaaa!!!"
"Prima d'esse amica tua me prendo a martellate le gengive"
"Sei talmente casta e illibata  che ti chiamano "Il traforo del monte biancooooo!!!"
POESIA.
Poesia pura.
E qui le corteggiatrici erano le ragazze. Mi mancano l'altra versione, le uscite in esterna (penso credibili come potrei essere credibile io se vi dicessi che ho vinto Miss Italia nel mondo) e Il Trono Over.
Avete letto bene amici. Il Trono Over. Quello delle persone un po' in là. Pronte a scambiarsi promesse d'amore e adesivi per la dentiera.
Questo invece è il Trono Classico. Non vi confondete per piacere, perché se gli hanno dato due nomi son cose ben distinte. Eh. Che quando fanno le selezioni ti domandano: 
"Dove vorresti andare, nel Trono Classico o nel Trono Over?" Ma non puoi realmente decidere tu. No. Ti mettono sotto il cappello con la veletta di Tina che, come a Hogwarts, ti dirà a quale reparto sei predisposto: Trono Classico, Trono Over, Grifondoro o Tassorosso.

Non solo poesia, ma anche magia.




lunedì 27 gennaio 2014

Era ganza la mi' nonna




Era simpatica la mi' nonna.
La mi' nonna era una donnina piccina picciò come quelle delle favole. Era alta un metro e un barattolo e quando le si chiedeva “Quanto sei alta?” lei rispondeva “Come Re Pipino!” e rideva mostrando denti finti che la sera metteva in un bicchiere sul comodino.

Era burlona la mi' nonna.
La mi' nonna è andata sul punto di morire per cinque volte, ma scherzava. Recitava così bene che anche i medici ci cascavano e dicevano “Preparatevi. Non arriva a domattina” Ma la mi' nonna alla mattina c'arrivava sempre e chiedeva il latte con i biscotti di riso. E a chi le diceva “C'hai fatto prendere un colpo!” lei rispondeva “Ah ah ah, mi sa che vi sotterro tutti!”

Era forte la mi' nonna.
La mi' nonna aveva una bella tempra, fin dalla nascita. Era nata di 800 grammi, di un parto gemellare, ed è stata cresciuta in una scatola da scarpe immersa nel cotone. L'altro gemello, di un chilo e due, non ce l'ha fatta. Aveva mille acciacchi e patologie serie e non voleva mai andare all'ospedale “Lì, si diventa gialli” diceva.

Era generosa la mi' nonna.
La mi' nonna, durante i suoi lunghi ricoveri, pensava agli altri. Era di una generosità grandissima. Dopo pranzo la si trovava affacciata alla finestra con il piatto in mano “Tho, bellini!” diceva rivolta ai gatti che la aspettavano di sotto. I mici erano obesi e lei felice, mentre diceva al dottore “Ho mangiato tutto, ha visto!? Son pronta per andare a casa!”

Era fantasiosa la mi' nonna.
La mi' nonna durante le feste di Natale incartava i soprammobili con la carta stagnola. “Fa più atmosfera” diceva. E li incartava con le sue dita a svirgolo, rese storte dall'artrosi. Ma era bella la casa di nonna a Natale, anche se sembrava una rosticceria di polli al cartoccio.

Era estrosa la mi' nonna.
La mi' nonna per befana non attaccava le calze al camino. No. Lei al camino ci attaccava i collant. E li riempiva di frutta e regali. Una calza color cammello 50 denari lunga lunga che toccava terra.
Quando è stata stanca ci ha attaccato un gambaletto.

Era bugiarda la mi' nonna.
La mi' nonna mi proteggeva dalle sgridate dicendo un sacco di bugie. Era sempre lei a rompere un vaso col pallone “Avevo voglia di fare un tiro alla Pelè”, ad aver finito la cioccolata “Diamine!Ero bassa di diabete!” e a farmi trovare sotto al piatto diecimila lire “È stato un topolino”

Era sportiva la mi' nonna.
La mi' nonna non correva volentieri, per quello aveva acquisito una certa padronanza con il lancio degli oggetti. Aveva una mira infallibile. E non sbagliava mai. Se diceva di coglierti, ti coglieva. Anche mentre correvi la sua ciabatta ti si spalmava addosso ed è per quello che nella gara a freccette la volevo sempre in squadra con me.

Era romantica la mi' nonna.
La mi'  nonna una volta s'è sognata nonno che la chiamava insistentemente dal paradiso. Ce lo disse con lo sguardo angelico, un po' rammaricato, nostalgico. “Vieni, vieni qui da me...” nonna diceva che queste erano le parole “vieni, raggiungimi...” Fu un momento molto triste. Poi nonna ci guardò e, facendo il gesto dell'ombrello, disse “Ma io gli ho detto: Senti bellino, intanto stacci te.Tiè!!”

Era tenera la mi' nonna.
La mi' nonna amava i gatti. E li amava così tanto che gli permetteva di dormire sul suo letto e mangiare il suo cibo. Li amava così tanto che si addormentava con un gatto nero acciambellato sulle ginocchia. Anche se quelle ginocchia non le sentiva più.

 Era un medico la mi' nonna.
La mi' nonna curava tutti i mali. A digiuno di nozioni scientifiche e mediche ti sapeva curare qualsiasi malanno. Con l'alambicco improvvisava pozioni di erbe colte nel campo e impacchi con le foglie del cavolo. Che fosse mal di pancia, mal di denti o una bruciatura, la mi' nonna ti curava con successo. Anche il mal d'amore. E rimaneva a leccarti le ferite come una mamma gatta col suo gattino.

Era coraggiosa la mi' nonna.
La mi' nonna nel '47 fuggì per amore. Agguantò il mio nonno, andò contro tutto e tutti, e scappò di casa. Impose con coraggio e impetuosità il suo uomo alla sua famiglia. E lo trovò sempre bello, anche in quel giorno di dicembre in cui nonno si spense. Le sue parole furono “E gli era bellino”

La mi' nonna era tutto.
La mi' nonna la ricordo con amore, con un sentimento profondo che mi scava dentro, e una punta di tristezza che mi sta allagando gli occhi.

Era ganza la mi' nonna.



mercoledì 22 gennaio 2014

L'amore è


                                                                                                         (Foto: https://loveiscomix.com/)

L'amore è:
ritrovarsi la mattina noi due soli in bagno, con lui nudo e io con le mutandine scese alla caviglia.
Lui, ovviamente,  sta facendo la doccia e io pipì sul water.
Che avevate capito.

L'amore è:
abbracciarsi nel letto a cucchiaio prima di dormire, sentire il suo fiato sul collo e la mattina dopo svegliarci  uno col torcicollo e una con la sciatica. In mezzo a noi, la prossima volta, metteremo un fisioterapista.

L'amore è:
Farsi le coccole sul divano, da soli. Lui che  intrufola le mani dentro la mia maglietta, io  che scopro il suo torace, seguo col dito gli addominali, mi fermo all'ombelico, lo guardo e mormoro "Forse è il caso di fare un lavaggio forte alla tua maglia, perché hai più lana te  nell'ombelico che in un lanificio irlandese"

L' amore è:
Sentirsi dire "Sopra la lavatrice sì!Oh sì!" "Sopra la lavatrice, no.Secondo me non regge" "Oh sì, ne sono sicura!" "Se lo dici te, allora lavatrice sìììì!!!"
E stiamo solo decidendo se impilarci sopra l'asciugatrice.

L'amore è:
Darsi un bacio appassionato, di quelli che ti rivoltano le budella, che ti ricordano, se mai me lo fossi scordato, che a me st'omo m'attizza come quando avevo vent'anni. E scoprire (dopo che gli è rimasta impigliata nei capelli la mia forcina con un fiore rosso), che anche da travestito spagnolo, non sarebbe male. Olè!

L'amore è:
Mandarsi sms compromettenti  prevedendo pure numeri da circo, e cancellarli subito dopo per paura che mia figlia li scopra quando prende il mio cellulare per chiamare mia madre. Lei, tra qualche tempo, cancellerà i suoi per paura che io li scopra quando prenderò il suo cellulare per chiamare mia suocera.
Ergo: se ognuno, in casa mia,  si facesse i cazzi propri  sarebbe meglio.

L'amore è:
Guardare insieme con occhi sornioni  il tavolo di cucina, constatare che è bello solido, che reggerebbe a scossosi e sobbalzi e dire all'unisono "Sì, vabbè, un altro trasloco lo può reggere"

L'amore è:
Essere sul più bello, vedere quasi padre Pio e pure la Madonna, e scorgere sul comodino il gatto che ti guarda con due occhi così grossi che sembrano due padelle Lagostina. Se non fosse che muove anche la testa a ritmo, uno potrebbe anche lasciar perdere.

L'amore è:
Sentire lui che, in cucina in  accappatoio, mi dice "Amò, che la vuoi la banana?" e scoprire che mi sta offrendo davvero una banana mentre lui addenta una mela.

L'amore è:
Sentirsi dire, mentre mi guarda con occhi languidi  "Non so che farei senza di te. Non ce la farei, giuro. Ci sono momenti, come questo, in cui penso che, oh sì, ti risposerei altre mille volte" mentre gli sto passando l'aspirina, il plaid, il telecomando, lo sciroppo e i calzini di lana perché ha la febbre a 37.1

L'amore è:
Aprirgli la porta, gettarsi tra le sue braccia, avvinghiarsi ai suoi fianchi e mormorare "Mmh... ma cosa sento nei bassifondi...stavi pensando a me?"
"È il cellulare"

L'amore è:
Uscire dal letto nuda arrotolandosi il lenzuolo intorno al corpo come fa Brook, dopo che si è fatta qualsiasi membro maschile della famiglia Forrester. E' volersi dirigere sinuosa verso il bagno e inciampare, piantandosi  tra il comò e l'armadio. Che manco una mummia 'mbriaca.

L'amore è:
Nonostante la stanchezza, dirgli con l'occhio trombino "Topo, t'aspetto in camera", andare in coma profondo in cinque secondi netti,  e ritrovarlo la mattina dopo che, poggiato sul gomito, mi guarda e fa "Buongiorno, dormito bene?"

L'amore è:
Scambiarsi frasi come "Io sotto tu sopra" "No, io sotto e tu sopra!" "Se sto sotto ci entro male" "E se sto sotto io mi sento soffocare, lo sai che preferisco sopra" "Facciamo un po' per uno, un po' sotto e un po' sopra, come quando eravamo giovani"  davanti a un improbabile letto a castello di un bed and breakfast.

L'amore è:
Scatenare, involontariamente,  l'invidia di un'amica dicendole  "L'abbiamo fatto ripetutamente e poi siamo crollati sul divano, sfiniti, sudati. Dio che bellezza! Dopo tanti anni è come se fossimo sempre dù ragazzini!" E mi stavo riferendo a una serie di partite da tennis giocate in doppio alla Wii.

L'amore è:
Baciarsi sempre, e con coraggio. Infatti  il bacio per noi è un apostrofo rosa tra le parole "Che te sei magnata?" e "Na zuppetta di cipolle, perché?"

Ma soprattutto l'amore è:
Guardare insieme la pubblicità di Peppa Pig, sentirgli  dire "Ebbasta, con sta maiala!È pure orrenda!"
sperando che possa proferire la stessa frase a un' eventuale celebrazione di un addio al celibato.




sabato 18 gennaio 2014

Siamo figli di Maria




Ora, io non lo vorrei dì, ma se t'affacci al telegiornale in questi giorni, c'è da divertirsi parecchio.
Non solo le liason dei premier con le attrici, ma ora mi rimane incinta anche una suora. E partorisce un bel bimbino di tre kg e mezzo.
Ovviamente non vorrei addentrarmi sul fatto religioso perché non è questa la sede adatta però vorrei analizzare la questione, così. Per chiaccherà.
Io non grido allo scandalo né al miracolo. Se fosse rimasto incinto un uomo, lì sì che sarebbe strano, ma una suora, in quanto donna, anche no.
Che poi miracolo. Parliamoci chiaro: di Maria ce ne sono due. Quella Maria, che grazie allo spirito santo, eccoallà, ci siamo capiti.  Poi ce n'è un'altra, che fa altri miracoli, tipo uno share del 55% con una trasmissione dove ottantenni col batacchio avvizzito e la dentiera smossa ballano, corteggiano e tentano di mettere in orizzontale improbabili Marilyn Monroe del '22 con le tette così vizze che paiono due caciocavalli disidratati.
E se a quell'età, senza la pillola blu, l'asta si alza, quello sì che è un miracolo. Una notiziona. Non il fatto che una suora (dettagli) di 32 anni sia rimasta incinta. Cioè, se pensi di fare notizia così sei una dilettante, stella mia.
Si sa, la carne è debole, lo zucchino piace, e la tentazione è forte. Nessuno è perfetto. Qualcuno, anche se parte con le più buone intenzioni, spesso vira verso altri lidi, e non sempre c'è una spiegazione. Succede e basta. Quindi, porella, aveva sì giurato, però oh, metti che le si è presentato davanti un marcantonio ignudo e tutte le sue buone intenzioni sono andate a farsi benedire ( e qui scatta la risata).
Magari, offuscata dai sensi a lei finora sconosciuti, ha pensato “Oh che bello marcondirodirondello. Tieni il rosario, dammi il manganello” e si è lasciata andare con la promessa “Vabbè, non lo faccio più, dico tre avemarie e due paternostri e il Signoremio capirà.”
E fin qui, nulla da eccepire. Ripeto: può capitare.
Ci son donne che leccano il televisore quando passa la pubblicità della telefonia con Raoul Bova, figuriamoci se non può cedere lei.
Padre Ralph de Bricassart (se mi chiedete chi è vi prendo a roncolate) ne è un esempio. Ci ha insegnato che non si può non cedere alla passione. Sì, vabbè Maggie aveva vent'anni meno, era gnocca e più che altro Uccelli di rovo è un romanzo, ma insomma anche qui si parla di uccelli, di chiesa e di ardente tormento, no?
Ma quello che mi lascia basita e interdetta, sono più che altro  le dichiarazione della madre superiore, della suora stessa e di tutto l'entourage.
Guardiamolo insieme (testi presi dai tiggì)

La suora dichiara: non sapevo di essere incinta.
Ora, cara la mia foca monaca, tutta sta panza cosa credevi che fosse? Aria? Che t'eri magnata, na padellata di fagioli? Facevi la dieta a Zone e la tua zona era vicino ai soffioni boraciferi di Larderello che t'hanno gonfiato come na zampogna? Che ti mettevi al posto delle supposte, i petardi? Cosa credevi di avere nella pancia, una mongolfiera? No, dimmelo. E quando sto bambino si muoveva, cosa credevi di avere in pancia, gli organi interni intenti a fare un rave? Magari con un fegato che ti fa la brekdance? E poi, ma le mestruazioni, santocielo, ti son sparite e non ti sei fatta nessuna domanda? Son cose che sanno pure le bambine di dieci anni. E non ti viene il dubbio, il dubbio bada bene, che forse quella volta, sì offuscata dai sensi bla bla bla, sia scappata la pantegana dal recinto? O non ti sei accorta manco di quello? Ah, ti sembrava un cetriolo. Ah, okay. Però, maremma vegetariana, i cetrioli son verdi, quello è rosa, più o meno. Ah, sei daltonica. Tutto a posto sorella, batti il cinque.

La madre superiore commenta: 'Ha fatto tutto da sola'.
Signora mia, badessa, mi lasci dissentire su questa sua coraggiosa affermazione. Tutto da sola sarebbe stato un po' un casino. Minimo minimo guardi, ma non ne ho la certezza, bisogna essere in due, almeno per come mi ricordo io. Però magari farei controllare l'orto del convento. Non vorrei che SuorVerdiana tirasse su cetrioli geneticamente modificati.

Poi continua: non ha fatto nulla, non ci siamo accorte di nulla.
Ahhhhh!!!Allora il ha fatto tutto da sola lei intende 'ha gestito da sola la cosa' Orbene. Doveva mettere i manifesti? Ricordiamoci che pensava di avere una colica d'aria. Metti che uno gli raccontava una barzelletta, lei si piegava dal ridere, partiva un soffione e faceva i boccoli a tutta Rieti, mi spiego? Quindi non ha voluto rischiare. E voi non vi siete accorte di nulla. Certo. Piccola divagazione: ma lo sa che in giardino ho un tirannosauro? Giuro. Per cibarsi gli lancio le vacche dell'allevamento qui vicino. Non ci crede? Guardi se glielo dico, è vero. Le sembra impossibile? Vabbè è un problema suo. Io posso dichiarare quello che voglio, poi oh, se lei non ci crede... ma è la verità. Quindi diceva che non vi siete accorte di nulla. Okay, badè se tu credi al mio T-rex, io credo a te va'.

Ha aggiunto poi: “Non ha fatto del male a nessuno”
Qui mi trova d'accordo, perché quella cosa lì fa solo un gran bene. Sì, certo ci si lamenta, si mugola un pochino, spesso si invoca anche nostro Signore, ma è un lamento che ci deve sta'. E poi guardi, non credo che l'uomo in questione (ma ne vogliamo parlare? Perché qua manco è rammentato un eventuale maschio, ma c'è. Mi creda, c'è) si sia sentito in pericolo e abbia chiamato aiuto. Se tutti i mali fossero così...

E non contenta finisce con: “Proprio non riesco a capire perché ci sia così tanta attenzione attorno a questa storia”
Allora Badè, famo a capisse.
Se la storia fosse normale amministrazione, non ci sarebbe attenzione da parte dei media, ovvio. Ma si dà il caso che la mamma sia una suora. Ora, a me, e lo dico onestamente, la cosa non mi sciocca, magari mi sciocca di più il fatto che sia stata fatta una colletta dalle altre mamme per comprare i vestitini e tutto il necessario al piccolo Francesco (ah, bel nome, comunque). Perché insomma che la chiesa/convento non abbia un centinaio di euri per dù cose al pupo, mi fa strano.
Comunque dicevamo. Lo scandalo. Io a sta cosa c'ho pensato e c'ho la mia ipotesi.
La donna non è una suora ma è la donna delle pulizie, che vi viene in convento tre volte a settimana. Pè fa' due prove per carnevale, agguanta il vestito della madre superiora e mentre fa due piroette per vedere l'effetto che fa, le si rompono le acque e via di corsa all'ospedale. Da qui l'equivoco. Però ditelo che non è una suora. Cioè, basta annunciarlo.
E se invece davvero è una suora che ha partorito...bhè...ecchessaràmai, non tacciamola di sacrilegio, anche se il portavoce del vescovo ha dichiarato : La sorella è comunque venuta meno ad uno specifico voto.
Io direi che è venuta.
E basta.





martedì 14 gennaio 2014

Lettera aperta alla compagna di Hollande

Valerie.
Cara cara cara Valerie.
Ho immaginato per te questa scena:
Il primario che entra nella tua stanza, spulcia la cartella clinica e chiede all'infermiera:
“Cosa abbiamo?”
“Un paio di corna, dottore”
Che brutta cosa.
Magari nei film americani è una gastroenterite. Che è più dignitosa.
Ascolta un po'. Tanto per cominciare tirati un attimo su che su questo letto d'ospedale mi stai proprio abbattuta. Ste lenzuola ti fanno bianca che pari un morto. Eh lo so, lo so, hai la morte nel cuore per lo scherzetto di Francois, ma da prendere un paio di corna e prendere a cornate la vita c'è una bella differenza.
Che poi, Valerie, cioè non è che perdi tutto sto granché. Cioè non è Alain Delon, capisci? Eh lo so, l'amore è cieco, ma fija mia, a te te devono operà di miopia.
Vabbè, ha un bel carattere, è un uomo di polso, è un uomo dinamico. Tu vedessi infatti come si dimenava con la Gayet... no scusa, uscita infelice.
Dicevamo? Ah sì. Non ti buttare giù. Ma ti pare farsi ricoverare per un paio di corna? Valerie, ma te prego!Magari per una colica di reni, un attacco di bile, dopo esserti lussata una spalla a forza di tirare il servito di Limoges a Francois, ma per un paio di corna anche no.
Cioè, a me come donna disturba non poco. Hai avuto un malore? Ma io un malore lo facevo venire a lui. Capisci la differenza? Il ricoverato (grave) doveva essere il tombeur de femmes, tipo che alle prossime elezioni si presenta in carrozzella perché gli ho preso a randellate i menischi. Robetta insomma.
Che poi guarda, ti do ragione, è uno shock pè davvero, da qualsiasi punto di vista. Però se lo scoprivi dai giornali era peggio. Invece, por'amore, te l'ha detto lui, sincero sincero.
Ed è lì che hai sbagliato!
Ed è lì che dovevi agire!
Minimo un par di schiaffoni, sonori, dati bene, con le 5 dita spalmate sul suo viso così rassicurante da non destare sospetti. E poi lo rinchiudevi a doppia mandata nello stanzino delle scope “Scopa ora, idiota!” per due tre giorni. Così.
Invece che mi fai? Mi svieni. Mannòòòòò!!!
Ma fija mia, la politica estera non ti ha insegnato niente? No, ma allora Veronica Berlusconi che doveva fa'? Riflettici un attimino. Anzi, chiamala guarda. Ti può insegnare un sacco di cose. Se doveva svenire e farsi ricoverare ogni volta, sarebbe stata in coma profondo per un trentennio.
Invece guardala là, a smistare tutto un patrimonio che non riuscirebbe a dilapidare nemmeno campasse altri 600 anni. Ha reagito così. Prendine atto Valerie bella. Eh.
E di Hilary ne vogliamo parlare? No, dico, Hilary, hai presente? In America manca poco è stato vietato il nome Monica. Il mastodontico Bill, quel bell'omone dal sorriso durbans, è diventato piccino picciò. Dopo lo scandalo gli s'è rimpicciolito pure il bastoncino a tal punto che la Hilary lo guardava e diceva “E tutto sto casino per quel cosino lì? Ma a cosa era abituata Monica? Ai chupa chups delle Barbie?” E poi si è tuffata a capofitto (tanto pè rimanè in tema) in politica. Per dire, una reagisce come meglio crede. Quindi che ce fai in ospedale, Valerie?
Reagisci!
Che poi sì, per carità, magari era facile cadere in tentazione perché la Gayet è caruccia. Però spostarsi con lo scooterino come un ragazzino brufoloso in preda agli ormoni...via...non si po' sentì. E manco vedè. Le briochine calde...ma a te te le portava le briochine calde?
Vabbè, dettagli.
Comunque Valerie, lasciati dì na cosa: paga di più la guardia del corpo. Ma che ti devo insegnà tutto io? Namo su, regalagli un attico a Parigi, 80 kg di baguette, la collina di Montmartre, il centro Pompidou (che già dal nome gli dovrebbe piacè), insomma fattelo amico, donagli quello che puoi in cambio di qualche informazione. Non è che può scarrozzare e proteggere il corpo del tuo Francois mentre fa la lotta greco romana con un'altra, giusto? Ecchediamine!Io dico che bastava farti l'occhiolino ogni qualvolta Francois te diceva “Scerì, esco a comprarè le sigarettè!”
Bastava poco, capisci? Diciamo che per queste cose sei ancora un po' come dire...acerba? Te devi fa' le ossa cara mia. Che qua sennò altro che ospedale, ti ci vuole un chiropratico per la cervicale perché tutte ste corna sono un peso non indifferente. Ti sbilanciano. E poi vai tutta storta, e una premiere dame tutta storta è brutta, ti si sminchiano anche i tailleur, io te lo dico.
E poi, e poi cara la mia occhietti foderati di prosciutto, ma quando il Francois stava fuori la notte che te raccontava? Ma un sospetto non ti veniva? Ndo cazzo va il presidente di Francia la notte con lo scooterino? A prendere i condom alle macchinette? A farsi un birrozzo in centro? Una gara di freccette in un pub? A controllare che sia ancora in piedi la piramide del Louvre? A farsi un selfie col cellulare con la Torre Eiffel illuminata sullo sfondo, per poi postarla su Instagram?
No, ma dimmi te. Ma ndo cazzo va.
Dimmi che non ti pareva il vero e che tiravi fuori dalla cassapanca un tronista che ti mandiamo noi grazie a Maria. Dimmelo. Perché se è così, hai capito tutto. Cioè, che ti sto a dì. Finiamola qui.
E ora forza, levati sta camiciola da malaticcia, tira fuori le palle, ripijati, reagisci, costruisci un piano d'attacco e incazzati, perdio!Guarda, ti permetto di scaraventare anche due flebo e tre padelle, magari piene. Sai che notizia su Le Figaro La Trierweiler spara merda sul marito e pure sulle piastrelle” Ecco sì,. È una buona idea. Ti prendi anche la prima pagina. Pensaci.
Ma più che altro esci da questo ospedale cazzuta e soprattutto a testa alta.


Occhio alle porte, però.





venerdì 10 gennaio 2014

Il gatto con la dentiera




Avete mai visto un gatto con la dentiera? No? Evabbè, tra poco ne vedrete uno.
Il mio.
Anzi, la mia.
La Minù aveva da un po' di giorni una guancia che pareva il padrino, che di conseguenza le chiudeva un occhio facendole assumere un'espressione tipo “Con me non ti conviene scherzare, se mi incazzo ti salto addosso e ti sbrindello che manco le frange del tappeto”.
Perché lei è una dura. Lo è sempre stata. Attacca i cani, per dire.
In un giorno di festa, nel mio giardino, io e i miei invitati, siamo stati spettatori di una scena inverosimile. Lei che rincorreva un cane. Per carità, mica grosso, però lei gli sbavava dietro come un mastino. Il cagnetto, impaurito, ha spiccato un salto in collo al padrone con così tanta foga che manca poco gli strappa il parrucchino.
Invece le è stato affibbiato il soprannome di Scacciacani da quando ha attaccato un dobermann.
Perché a lei mica piace vincere facile.
A dire il vero il bestione l'ha rincorsa abbaiando per tutto il piazzale, lei è entrata agile e snella (nonostante avesse a quel tempo già una quindicina d'anni) nel cancello lasciando lui a continuare a sbraitare rabbioso attraverso le inferriate.  Poi si è fermata di colpo, ha inchiodato con tanto di polvere sotto le zampe tipo cartone animato, è tornata indietro socchiudendo gli occhi e (anche sculettando un po' a dire il vero), ha sfoderato tutti gli artigli e ha letteralmente arpionato il muso del cane.
Gli ha fatto un segno che manco Zorro.
Un ricamo a punto croce.
Un reticolato dove potevi giocare a crocette.
Un quattro e quattr'otto di segni che ha sfregiato il bel muso lucido dell'avversario.
Una vendetta perfetta. Da vera donna.
Inutile dire che da quel giorno il dobermann non se l'è cacata manco di striscio, no, perché rincorri oggi, rincorri domani, poi impari a stare un po' calmino. Eh.
Insomma tutto sto preambolo per farvi capire il carattere forte e orgoglioso della vecchiarda che quest'anno mi va per i 18 anni. Una bella maggiorenne umana ma novant'enne felina. E quando la guardo, con quello sguardo così fiero sembra che mi dica “Novant'anni a chi? Abbbellaaaa!!!”
Effettivamente sembra tutto tranne che vecchina. Si arrampica ancora, difende con coraggio il proprio territorio e non molla la presa. A giorni è un po' scorbutica e non possiamo dire nemmeno che siano gli ormoni visto che è in menopausa, giusto?
Fatto sta che però 90 anni ce l'ha e ha bisogno probabilmente di una dentiera. Comincia ad avere problemi ai denti e ora c'ha un ascesso che emana un odore tipo arbre magique al mango e cocco dell '87 lasciato sotto il pelo di pastore maremmano bagnato.
Ieri l'ho portata dal veterinario e non ha fatto una piega. Buona, non un miagolio, non un fiato. E menomale sennò mi stendeva e mi faceva i capelli verdi.
È arrivata una signora e mi ha detto “Scusi, può tirare su la cestina col suo gatto? Sto per scendere il cane e non vorrei la aggredisse”
È sceso un cane basso e grasso e io e Minù ci siamo veramente fatte delle grasse risate, ma roba da rotolarsi pè davvero. Lei l'ha guardato attraverso il trasportino e m'ha detto “Lui attacca me?Mappeppiacere! Reggimi!Reggimi perché quantèvveroiddio che se esco di qui  lo gonfio come un canotto, se solo prova a ringhiarmi gli faccio un uno-due che non lo riconosce manco sua madre!”
Un amore.
È stata visitata e il verdetto è stato “È un ascesso. Va operata. Via il dente, via l'ascesso, via il dolore e via questa faccina così gonfia”
Minù ha risposto “Gonfia sarà tua sorella!”
“È digiuna?”
"È digiuna? Mah. Sei digiuna Minù?" Poi la guardo bene e le scopro una macchia di sugo intorno al naso (perché a casa mia i gatti mangiano anche gli avanzi).
“Ehm...forse no?”
La gatta mi ha guardato come per dire “Se scopre che mi dai l'avanzo degli spaghetti al sugo ti prende a randellate, ma per una doppia porzione ti reggo il gioco”
“Me la lasci e venga stasera a riprenderla. Dobbiamo fare tutte le analisi del caso: prelievo del sangue, delle urine... sa... per capire se a questa età può reggere l'anestesia...”
A me pare di averla vista fare il gesto dell'ombrello e tirare su l'unghiolo medio, ma potrei sbagliarmi.
“La avverto, così per dire, è vecchiotta ma si difende piuttosto bene”
“Non si preoccupi” ha chiosato il medico “Noi sappiamo come fare”
Certo.
Quando son tornata a prenderla non la vedevo.
Sono entrata nell'ambulatorio chiedendo “Dovrei avere da qualche parte una gatta” con la stessa tonalità di quando entriamo in un bar e diciamo “Ieri dovrei aver lasciato l'ombrello”
Un ragazzo è andato a prenderla e lei, nonostante alcune gocce di sangue evidenti sul tappetino, m'ha guardato come dire “Nti preoccupà, l'ho fatti neri”
Infatti...
“Mi spiace, non siamo riusciti a fare le analisi”
“Come no?”
“Niente. Una beRva. Vecchina sì, ma che caratterino! Non c'è stato verso di levarle il sangue. Un'indemoniata”
“E mo'?” ho chiesto mentre Minù guardando il dottore si passava una zampa sotto il collo dicendo “A lui e a tutta la famiglia!”
“E ora ci basiamo sugli esami delle urine che vanno bene, quindi lunedì operiamo”
Quindi lunedì la beRva sarà sotto ai ferri. Sicuramente con un'anestesia che ci vorrebbe per un cavallo.
Verrà tolto quello che c'è da togliere per averla di nuovo con un bel sorriso.
Sdentato.
Se avete esperienza al riguardo (anche se l'amica Laura S. mi ha tranquillizzato) vi esorto a parlare.
Perché insomma, se devo comprare una dentiera mi devo organizzà!


p.s. Come avere novant'anni e non sentirli.


sabato 4 gennaio 2014

Fate l'amore col tavolone

Eccoci qua col nuovo anno.
L'avete passato bene il capodanno? contatevi le dita. Ce le avete tutte? Bravi, l'avete passato bene allora.
Il nuovo anno per me è cominciato col botto, nel senso che ho fatto na botta di sonno il primo giorno che credevo di esser morta. Poi  mi son ripresa ed è stato tutto un lavorìo di cose da fare, progetti, varie ed eventuali.
Tanto per cominciare c'ho il Santo a casa e quando il Santo è a casa, la parola d'ordine è:
cassettadegliattrezzi. Tutto attaccato. Capite perché lo amo, tra le altre?
Vi faccio un  esempio: un uomo, prima di portarti da Ikea per comprare quel mobilino che poi l'uomo in questione dovrebbe montare, preferirebbe morire di morte lenta e dolorosa. Preferirebbe ingoiare un ombrello chiuso per cagarlo aperto, preferirebbe essere attaccato per i kiwi sullo stendibiancheria, preferirebbe rinchiudersi le dita nel portellone della Jeep.
Il Santo no.
Il Santo, una mattina a colazione, mi  ha proposto una gita all'Ikea per comprare finalmente quel mobiletto che sennò quando lo si acquista che poi c'è meno tempo? E infatti. E che non lo vuoi accontentare?
E poi già che ci siamo io e Alice abbiamo proposto un cambiamento della sua camera da letto. Tipo uno specchio, dei cassetti in più, uno scaffale per i libri che qua non si sa più dove mettere la roba. In poche parole: bisogna ottimizzare gli spazi.
Io, che quando c'è da pensare alla casa, a cambiare, progettare, fare e risfare, tocco il cielo con un dito. Il Santo che quando c'è da sguainare il trapano (ah ah ah!), il martello, viti e chiodi, è nel suo mondo.
Fosse un bimbino il suo eroe sarebbe Manny tutto fare, senza dubbio.
Insomma siamo partiti noi due alla volta di Ikea come due piccioncini innamorati. Noi due soli. Insieme. Con un progetto in testa. Ma non è romantico?
Ma de che.
Siamo partiti in due perché con quello che dovevamo prendere, Alice dietro non c'entrava.
Ci siamo fatti il nostro giretto armati del foglietto a righe e della mini matita come due esemplari perfetti di acquirenti Ikea. La giovane coppia (ah ah ah!!Ma quanto sono comica oggi? facciamo novant'anni in due) che prende appunti, immagina, crea, fa e disfa.
E non vede.
Per trovare il mobiletto che avevamo visto sul sito c'è voluto l'aiuto di un mago, di un indovino e infine di un rabdomante. Sto mobiletto non c'era verso di vederlo, fino a che io non mi sono appoggiata stanca da una parte "Amò, ma non è che abbiamo sbagliato? Cioè, il mobiletto era blu come questo qua, ma dove sarà?"
"Sotto la tua mano. È questo il mobiletto"
Due cuori e un neurone di legno massello. Due pirla is megl che uan.
Comunque era camuffato.
Sì sì come no.
Insomma abbiam preso questo mobiletto/cassettiera per la camera di Ali di un bel blu marino che lei ha già 'addobbato' con le sue conchiglie e stelle marine. Bello.
Poi abbiamo preso Billy. Chi non ha almeno un pezzetto di Billy in casa? A noi bastava un pezzo, un'ala color faggio.
Siamo arrivati a casa e la libreria era nera. Appunto.
Due cuori di cui uno daltonico a questo punto.
Abbiamo dovuto fare un'altra gita per cambiarlo, che ve lo dico a fare. A noi la benzina la regalano.
Poi ci voleva lo specchio, che mica lo compri quadrato e lo attacchi. Macchè, sei pazzo? Troppo facile. Abbiamo preso i due pezzi ondulati mooolto carini che per montarli bisogna che tu minimo abbia studiato ingegneria spaziale. Ho trovato il Santo ad armeggiare con un filo e un piombo per metterli in asse per fare un lavoro preciso. Menomale sti lavori li fa lui perché io lo appoggiavo in terra, ci mettevo un gatto morto davanti e chi s'è visto s'è visto. Però devo dire che il mì topo ha fatto un bel lavoro. Devo ovviamente evitare di specchiarmi perché rischio di rendere vano tutto ciò che di bello aveva montato.
"Amò, ma già che ci siamo...dicevo... la dispensa...le mensole non mi bastano più..." e con nonchalance sono svenuta davanti a uno scaffale per la cucina.
E poi vai al piano di sotto e compri le cazzate che fanno tanto bene al cuore.
Tipo una serra. Una piccola serra. Che io già amo ora che è vuota ma che non vedo l'ora di riempire tipo così:
                                                           (foto da http://oltreilmiogiardino.blogspot.it/2012/08/4-idee-per-la-mini-serra-di-ikea.html)


Ma non è fantastica? Tutti dovrebbero avere una piccola serra in casa, nevvero? E poi era in offerta! Non potevo non prenderla! (Becky Bloomwood esci da questo corpo!)
Poi alcuni ciottoletti per la cucina (tipo un'alzatina per i dolci  - in offerta!-  fantastica!) che voglio dire, con l'anno nuovo bisogna portare aria nuova anche lì no? E poi vabbè ti scappa la pipì e vai in bagno, no? E quindi anche in bagno...suvvia e che non lo vuoi prendere un tappetino nuovo per il bagno? E la lavanda? E un cuscino? Un mestolo? Un nano da giardino? Un alieno? Insomma, qualcosa di poco costoso ma molto molto inutile? E andiamo!
Ma non abbiamo preso roba ingombrante, no no. Il primo viaggio di ritorno lo abbiamo fatto impennando. La macchina stava così. Su due ruote.
Il secondo viaggio l'ho fatto abbracciata a Billy. Cesare Cremonini cantava "C'è qualcosa di grande tra di noiiii..." Bene. Noi c'avevamo la libreria. Sembravamo al gioco delle coppie con Predolin. Io di qua e lui di là dalla parete. Parlavamo senza vederci. Un amore di viaggio. Soprattutto sotto le curve stavo na favola. Agguantavo il tavolone manco fosse un tronista venticinquenne, per paura mi scappasse dalla bauliera e mi si schiantasse sull'autostrada. Un abbraccio caloroso che mi ha fatto venire due tricipiti così. Un amplesso, tipo. Ci farei uno slogan: "Fate l'amore con il tavolone" caro signor Muller.

E niente, ora mentre scrivo, ci stiamo prendendo una pausa. In casa sembra mi ci sia scoppiata una bomba. C'è più cartone qui che in una cartiera. E un delizioso profumo di legno nuovo che non vi sto a dire.
Tra domani e dopodomani dovremmo finire, quindi per il 6 Gennaio non  mi aspettate che quest'anno c'ho da fa'.

Ah, nartra cosa: su Amazon è uscita la nuova intervista del mese di Gennaio. L'intervista l'hanno fatta a me.

Un grazie a Giulia che ha avuto la pazienza e la perseveranza nell'impresa perché quel giorno avevamo la telefonia avversa, il tempo ostile e sicuramente saturno contro. Ma ce l'abbiamo fatta. Con grasse risate.
L'intervista è QUI

Scusate ma vado a preparare la pizza.
Pure.







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