venerdì 27 gennaio 2017

Che ne sanno

(Foto: tablettv.it)

Laura è una donna piacente. Non giovanissima ma la cura che ha di sé, le cancella qualche anno. Ha sempre i capelli a posto, ma poco trucco, anzi quasi niente. Lascia scoperte le piccole rughe e qualche imperfezione.
Laura è alta e ha un viso comune, ma è il suo corpo che attira l'attenzione: è tonico, forse merito della ginnastica fatta anni prima. Ed è lì che lei gioca. Ha il viso di una cinquantenne con il corpo di una trentenne.
Laura ama vestirsi bene, portare le gonne sopra il ginocchio, osare con le calze e i tacchi alti. Se lo può permettere, li sa indossare, ha un bel portamento, come direbbe mia madre. Ma è una cinquantenne che osa con le calze audaci e con i tacchi. Le persone buone e in pace con loro stesse vedono in lei una bella donna che si cura. Altre persone la vedono diversamente. La vedono troppo sfrontata, spudorata, anche un po' volgare. Le frasi come 'non ha più vent'anni ma dove crede di andare' nemmeno si contano più, come se averne cinquanta fosse già una condanna a morte.
E Laura, alla morte, è stata quasi condannata prima di riuscire a godersela questa vita. Ci sono giorni i cui, alla vista delle ultime analisi e delle terapie che deve affrontare, decide di farsi bella. Indossa una gonna attillata, le calze con la riga, i tacchi più alti ed esce. Decide di regalarsi una colazione al bar e compiacersi se un uomo le paga la colazione. Decide di sorridere a chi le fa i complimenti e ridere di gusto per una battuta un po' osé. Decide di lottare e non buttarsi giù prendendosi cura di se stessa, facendo qualche spesuccia pazza, andando dal parrucchiere sempre più spesso e regalandosi qualche dettaglio lezioso.
Laura, puntualmente, riceve occhiate da altre donne che, seppur riconoscendone l'avvenenza, la ammoniscono perché è troppo appariscente, per la gonna troppo corta, per i tacchi troppo alti.
Un ammonimento che sa di invidia, per quel suo modo di fare sempre cortese, per il suo sorriso, per la sua educazione, per quel corpo esaltato da abiti che le sembrano cuciti addosso.
Sapessero la verità, cara Laura. Sapessero quante volte hai risposto al mio 'Come va?' con un 'Per ora va.' Sapessero quante calze o quante scarpe servono per allontanare dalla mente quello che devi affrontare. Quanti rossetti e messe in piega servono per cancellare la paura. Ma loro non lo sanno. E lasciamole parlare, lasciamo che ti guardino andar via fasciata nel tuo nuovo vestitino, l'ultima coccola prima dell'intervento, fantasticando su un ipotetico amante che ti aspetta. Lasciamo che vivano nella cattiveria, nell'ignoranza e nel pregiudizio.
Lasciamo che vivano, come solo sanno fare: da inconsapevoli.
Che ne sanno loro di come si lotta.


3 commenti:

  1. Già...
    Non serve aggiungere altro a quello che hai scritto tu, mentre serve un "grazie" per questa condivisione così speciale! ♥
    Un caro saluto ed un sorriso! :-))

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Nel frattempo, visto il periodo, vuoi una tazza di thè?

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